RAGUSA – Una madre che faceva prostituire la figlia 13enne in cambio di soldi o di altre utilità è stata fermata dalla polizia ad Acate, nel Ragusano, assieme a quattro “clienti” della ragazzina, di età compresa tra i 30 e i 90 anni. Da indagini della Squadra mobile coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, è emerso che la piccola aveva avuto rapporti sessuali con braccianti agricoli dopo che con loro aveva lavorato sui campi. I “clienti” fermati sono stati identificati attraverso intercettazioni telefoniche.
Gli abusi sono maturati in un ambiente degradato: la madre, una rumena, che non aveva spesso dove dormire ha offerto la figlia in cambio di un tetto, ma anche di soldi, vino, birra, sigarette o di una doccia. La bambina era così abituata ad avere rapporti sessuali con adulti che da poco tempo, hanno scoperto gli uomini della squadra mobile di Ragusa, si era anche “fidanzata” con un marocchino di 30 anni.
L’operazione “Greenhouse” coordinata dalla Procura di Catania è partita dalle indagini della Squadra mobile che nel corso di controlli finalizzati al contrasto del caporalato, aveva notato che quella bambina aveva degli atteggiamenti che non erano adeguati alla sua età. E approfondendo la storia familiare della ragazzina, il quadro che si è presentato agli inquirenti è apparso agghiacciante: la bambina era solita avere rapporti sessuali con uomini molto più grandi di lei.
La ragazzina aveva rapporti sessuali con braccianti agricoli nord africani, rumeni e italiani. Qualche volta conosceva quegli uomini nelle serre dove nonostante l’etàè, lavorava o in qualche locale. Poi le intercettazioni, tra la bambina e la mamma, e la scoperta: la piccola aveva rapporti sessuali con uomini di ogni età. Era spesso la mamma ad accompagnarla in casa di un anziano per il quale faceva la domestica.
La bambina veniva concessa anche ad altri uomini. Uno di questi, un sessantunenne italiano, pretendeva di avere ‘l’esclusiva’ della bambina perche’ aveva concesso a madre e figlia la sua casa al mare. L’operazione e’ scattata quando la Mobile ha compreso che la ragazzina aveva intenzione di denunciare uno degli uomini e su disposizione della Procura della Repubblica è stato eseguito un intervento d’urgenza. La bambina è stata affidata ad un centro specializzato e una donna della polizia di Stato insieme ad una psicologa, hanno ascoltato il durissimo racconto della piccola.
Tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno consumato rapporti sessuali con la minore risponderanno del reato di violenza sessuale anche se non hanno coartato la piccola fisicamente, questo perché il legislatore ha voluto proteggere i minori degli anni 14, proprio perché questi non possono autodeterminarsi nel voler consumare un rapporto sessuale non avendo ancora raggiunto quel grado di maturità.