Se non un esodo poco ci manca. Sono oltre 31mila i docenti che, tra vecchie e nuove regole, hanno chiesto di lasciare il lavoro. Seimila in pi del 2018/2019. Se tutte le domande venissero accolte, a settembre ci sarebbero, secondo primi conteggi sindacali, circa 140mila cattedre da assegnare. Pi o meno i numeri da cui partita la Buona Scuola quattro anni fa nonostante le oltre 100mila stabilizzazioni di precari intervenute nel frattempo. Tutto ci a fronte di un numero di studenti sostanzialmente immutato. Con il rischio altamente probabile che assisteremo a un’altra girandola di cattedre, incarichi e spezzoni fino ad autunno inoltrato.
La colpa non solo degli anticipi pensionistici prodotti da quota 100. Che un effetto comunque lo hanno prodotto: delle 31mila richieste di uscita – che toccher ora all’Inps convalidare – 15mila rispondono a requisiti ordinari, ma le altre 16mila sono dovute alla riduzione a 62anni e 38 di contributi prevista dal “decretone” all’esame della Camera. A pesare sono soprattutto i nodi strutturali del reclutamento nella scuola e un fabbisogno di personale storicamente slegato da una reale programmazione. Con l’effetto collaterale gi preventivabile che i disagi maggiori si registreranno nei soliti territori (Lombardia, Piemonte, Veneto) e per le solite materie (matematica, italiano, inglese, sostegno).
I campanelli d’allarme ci sono da due anni: nel 2017 il Miur ha contato oltre 22mila cattedre scoperte essenzialmente al Nord (per l’esaurimento di diverse graduatorie); lo scorso anno ha fatto clamore il fatto che su 57mila immissioni in ruolo circa la met non sia andata a buon fine(e quindi sia arrivato un supplente).
Partendo da questo quadro il ministro Marco Bussetti ha, da un lato, operato un restyling delle procedure assunzionali, aprendo, per la prima volta, ai laureati (e superando il Fit triennale); e dall’altro, ha annunciato una nuova stagione di concorsi. Che per medie e superiori molto probabilmente si vedranno non prima dell’estate (qui dovrebbe scattare il super punteggio per i precari non abilitati della terza fascia). Nel frattempo si assumeranno gli abilitati della precedente selezione 2016 e del Fit.
La nuova ondata di concorsi toccher anche infanzia e primaria: accanto alla procedura straordinaria, attualmente in corso, per tamponare in primis l’emergenza diplomati magistrali, definitivamente esclusi dalle Gae, ne partir pure una ordinaria. Si dovr invece correre sui presidi: entro fine marzo dovrebbero essere corrette le prove scritte. Poi si passer agli orali. Qui l’obiettivo avere i dirigenti a scuola da settembre. Se non ci si riuscir, il prossimo anno segner oltre al record di precari, anche il boom delle reggenze.
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