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Quanto manca per il nuovo governo – Il Post

Set 2, 2019

Le trattative tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle per la formazione del nuovo governo sembrano essere quasi terminate e il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha detto che intende sciogliere la riserva, cioè accettare formalmente l’incarico di guidare il nuovo governo, entro mercoledì. Con ogni probabilità, quindi, questa settimana avremo un nuovo governo, oppure sapremo se ci saranno elezioni anticipate questo autunno.

Domani sarà uno dei giorni più importanti in questo percorso. Dalle 9 alle 18 il Movimento 5 Stelle consulterà i suoi iscritti sulla formazione del governo tramite la piattaforma Rousseau. La domanda che sarà posta agli iscritti è così formulata: «Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?». La domanda, che in base allo statuto del Movimento viene decisa dal capo politico, è relativamente neutra e molto più esplicita di quella che venne posta agli iscritti nel maggio 2018, quando in occasione dell’alleanza con la Lega agli iscritti fu domandato: «Approvi il contratto del governo del cambiamento?». Il 94 per cento dei votanti votò Sì.

Nel frattempo, questa mattina, PD e Movimento 5 Stelle stanno riunendo i loro organi dirigenti e si preparano a concludere le ultime trattative per la formazione del governo. Tra le altre cose, il PD si aspetta una risposta alla sua proposta di eliminare i vicepresidenti del Consiglio dal futuro governo: la proposta è stata fatta dall’ex ministro Dario Franceschini nel fine settimana, con lo scopo di eliminare uno dei principali ostacoli alla trattativa tra i due partiti. Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, insisteva per conservare quell’incarico, ma il PD non era disposto a concederlo.

Venerdì Di Maio era arrivato vicino a far saltare il nuovo governo proprio su questo punto. Nel pomeriggio, dopo il suo incontro con il presidente incaricato Conte, aveva infatti tenuto un discorso che a sorpresa era stato piuttosto duro. Di Maio chiedeva brutalmente al PD di accettare i 20 punti di programma del Movimento 5 Stelle e in caso contrario minacciava di andare immediatamente al voto. Il PD si era immediatamente irrigidito e il segretario del PD, Nicola Zingaretti, aveva interpellato direttamente Conte per sapere se le trattative si dovevano considerare bloccate dall’ultimatum del capo politico del Movimento.

Nel corso del fine settimana, però, Di Maio si è trovato piuttosto isolato e gli altri dirigenti del partito sono intervenuti per moderare le sue parole. Due interventi del fondatore del Movimento Beppe Grillo, un video pubblicato sul suo blog sabato e una breve lettera sul Fatto Quotidiano lunedì, hanno in parte sconfessato Di Maio. Senza mai nominarlo esplicitamente, Grillo ha preso in giro le condizioni chieste da Di Maio (i “10 punti inderogabili” diventati poi 20 e la sua insistenza per avere il ruolo di vicepresidente del Consiglio) e ha ripetuto più volte che l’alleanza con il PD rappresenta una grande occasione per il Movimento e ha elogiato il presidente Conte.

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