• 8 Gennaio 2025 23:05

Corriere NET

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Quando l’astrologia brilla più dell’astronomia

Gen 8, 2025

C’è qualcosa di poeticamente ironico nell’assistere a uno scivolone culturale così plateale come quello compiuto il 4 gennaio scorso da Rai Radio 1 con la trasmissione Caffè Europa. In un momento in cui celebriamo il cinquantenario dell’Agenzia Spaziale Europea – un’occasione che dovrebbe rendere omaggio all’ingegno, alla perseveranza e al rigore scientifico – ci si ritrova a commentare il futuro dell’esplorazione spaziale con… un astrologo. Sì, avete letto bene: non un astrofisico, non un ingegnere spaziale, non un esperto di politiche europee per lo spazio, ma un astrologo.

Il protagonista di questa tragicommedia è Rino Liuzzi, noto al grande pubblico con il nome d’arte Jupiter. E già qui c’è da fermarsi. Solo un mese fa, infatti, lo stesso Jupiter era stato invitato dalla Lega italiana per la lotta ai tumori a un convegno presso il ministero della Salute, suscitando accese proteste nel mondo scientifico e politico. In quell’occasione, la decisione di dare spazio a un astrologo nel discutere temi sanitari aveva già sollevato un polverone. Eppure, pare che qualcuno abbia pensato di rilanciare, come se il messaggio non fosse stato abbastanza chiaro: astrologia e scienza non appartengono alla stessa galassia.

Il 4 gennaio, durante la trasmissione di Radio Rai1 Caffè Europa, a circa 4 minuti dalla fine, Jupiter ha ancora una volta discettato di influenze degli astri in un ambito ben diverso da quello dello spettacolo cui andrebbe relegato (e anche qui bisognerebbe comunque stare attenti); come accadde in occasione dell’evento ministeriale, la colpa non è sua – fa il suo mestiere, che è quello dell’intrattenere il pubblico in cerca di svago – ma da chi, proterviamente, continua a voler confondere i piani, a fingere cioè che una pseudoscienza, buona tutt’al più a farsi qualche risata, possa essere mischiata all’oncologia o peggio ancora, visto la maggior confusione generabile, all’astronomia e al futuro della ricerca spaziale.

Liuzzi, d’altronde, ha mostrato con entusiasmo una competenza scientifica degna della sua specializzazione: per esempio, ha definito Plutone un asteroide. Un piccolo dettaglio, direte. Vero, ma a volte i dettagli fanno la differenza tra chi sa di cosa parla e chi no. Plutone è attualmente definito un pianeta nano, con caratteristiche ben distinte dagli asteroidi. Non che ci aspettassimo rigore scientifico da chi consulta gli astri per predire il futuro, ma una trasmissione pubblica che intitola il proprio episodio “L’Europa riparte dalla cultura” e che intende presentare il futuro della ricerca spaziale continentale avrebbe potuto almeno tentare di tenersi lontana dalla pseudoscienza e dalla magia.

E pensare che l’Italia è un pilastro all’interno dell’ESA, con scienziati di livello mondiale, tecnici preparatissimi e una comunità scientifica che lotta ogni giorno per portare avanti il progresso in condizioni spesso difficili. Andrea Ferrero, vicepresidente del CICAP e ingegnere spaziale, non ha esitato a definire “culturalmente imbarazzante” l’operazione e come dargli torto? Mescolare astrologia e astronomia non è solo scorretto, ma dannoso: perpetua la confusione tra scienza e superstizione, sottraendo spazio e credibilità a chi della scienza ha fatto una missione.

È importante ribadire con fermezza che la scienza non è una parentesi da infilare fra un’opinione e un intrattenimento. La ricerca spaziale europea rappresenta un modello di eccellenza, una dimostrazione di ciò che si può ottenere quando le nazioni collaborano per il progresso dell’umanità. Affidare la conclusione di una trasmissione che la celebra a un astrologo è una mancanza di rispetto non solo per gli scienziati che dedicano la propria vita a questi studi, ma anche per tutti gli ascoltatori che meritano contenuti di qualità, non un tuffo nel Medioevo.

Inviti come questo da parte della Rai, come della LILT, non fanno altro che alimentare l’ignoranza e la pseudoscienza. È tempo di smettere di confondere le stelle con gli oroscopi. Dopotutto, l’universo è già abbastanza affascinante così com’è, senza bisogno di balle spaziali, e più in generale la pseudoscienza usata come spettacolo va tenuta ben lontana dall’informazione e dalla comunicazione scientifica.

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