• 8 Gennaio 2025 20:55

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Quali saranno i lavori più ricercati (e quali spariranno) nel 2030

Gen 8, 2025

AGI – Non solo esperti di intelligenza artificiale ma anche autisti, educatori, contadini e insegnanti: da qui al 2030 verranno creati nel mondo 170 milioni di posti di lavoro, di cui 92 milioni di ruoli verranno sostituiti, con un aumento netto di 78 milioni di nuove figure professionali. Ma per restare al passo occorre investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sul Futuro del Lavoro 2025 – pubblicato dal World Economic Forum sulla base di dati provenienti da oltre 1.000 aziende, secondo il quale “i progressi tecnologici, i cambiamenti demografici, le tensioni geoeconomiche e le pressioni economiche sono i fattori chiave” che rimodelleranno il mercato del lavoro nel prossimo futuro. In particolare, le professioni più gettonate saranno informatici, braccianti, operai edili, lavoratori agricoli, shopping assistant, infermieri, baristi, docenti universitari e anche professori di liceo. Più in generale si prevede che i progressi nell’IA, nella robotica e nei sistemi energetici, in particolare nelle energie rinnovabili e nell’ingegneria ambientale, aumenteranno la domanda di ruoli specializzati in questi settori. Le figure meno richieste invece saranno cassieri, commessi, guardie giurate, segretari, colf, stampatori, bibliotecari, grafici.

 

Le competenze in più rapida crescita entro il 2030 comprenderanno le competenze tecnologiche insieme a quelle umane, come le capacità cognitive e la collaborazione

 

Per questo motivo, “è urgente un’azione collettiva nei settori pubblico, privato e dell’istruzione per affrontare le crescenti carenze di competenze“. Le principali aree prioritarie includono il superamento dei gap di competenze, l’investimento in iniziative di riqualificazione e aggiornamento professionale e la creazione di percorsi accessibili per l’accesso a lavori e competenze in rapida crescita, la cui domanda è in rapido aumento. Il rapporto rileva inoltre che la carenza di competenze continua a essere “l’ostacolo più significativo alla trasformazione aziendale, con quasi il 40% delle competenze richieste sul lavoro destinate a cambiare e il 63% dei datori di lavoro che già la citano come l’ostacolo principale da affrontare”.

 

Si prevede che le competenze tecnologiche in materia di IA, big data e cybersecurity registreranno una rapida crescita della domanda, ma le competenze umane, come il pensiero creativo, la resilienza, la flessibilità e l’agilità, rimarranno fondamentali. Una combinazione di entrambi i tipi di competenze “sarà sempre piu’ cruciale in un mercato del lavoro in rapida evoluzione”. Più in generale, i ruoli di prima linea e i settori essenziali come l’assistenza e l’istruzione sono destinati a registrare la maggiore crescita di posti di lavoro entro il 2030, mentre i progressi dell’IA e delle energie rinnovabili stanno rimodellando il mercato, determinando un aumento della domanda per molti ruoli tecnologici o specialistici e un calo per altri, come i designer grafici.

 

“Tendenze come l’IA generativa e i rapidi cambiamenti tecnologici stanno stravolgendo i settori e i mercati del lavoro, creando sia opportunità senza precedenti che rischi profondi”, ha dichiarato Till Leopold, responsabile del settore Lavoro, salari e creazione di posti di lavoro del World Economic Forum. “E’ giunto il momento per le imprese e i governi di lavorare insieme, investire nelle competenze e costruire una forza lavoro globale equa e resiliente”. Il 63% dei datori di lavoro ritiene che la carenza di competenze sia il principale ostacolo alla trasformazione delle imprese in risposta alle macrotendenze globali. Se la forza lavoro globale fosse rappresentata da un gruppo di 100 persone, il Rapporto evidenzias che “si prevede che 59 necessitino di riqualificazione o aggiornamento entro il 2030 – 11 delle quali difficilmente lo riceveranno; ciò si traduce in oltre 120 milioni di lavoratori a rischio di licenziamento a medio termine”.

 

Il Wef osserva che “l’IA sta rimodellando i modelli di business e la metà dei datori di lavoro a livello globale sta pianificando di riorientare la propria attività per cogliere le nuove opportunità derivanti dalla tecnologia”. La risposta più comune della forza lavoro a questi cambiamenti dovrebbe essere l’aumento delle competenze dei lavoratori, con il 77% dei datori di lavoro che prevede di farlo. Tuttavia, il 41% prevede di ridurre la forza lavoro a causa dell’automazione di alcune attività. Quasi la meta’ dei datori di lavoro prevede di trasferire il personale dai ruoli esposti alle interruzioni dell’IA ad altri settori dell’azienda, un’opportunità per alleviare la carenza di competenze e ridurre al contempo il costo umano della trasformazione tecnologica. L’aumento del costo della vita è un altro fattore chiave per il cambiamento del mercato del lavoro, e la meta’ dei datori di lavoro prevede che trasformerà i modelli aziendali. Sebbene l’inflazione globale si sia attenuata, si prevede che le pressioni sui prezzi e il rallentamento della crescita economica provocheranno la perdita di 6 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il 2030. Queste sfide aumentano la richiesta di resilienza, agilità, flessibilità e capacita’ di pensiero creativo.

Come influisce la crisi della natalità 

I cambiamenti demografici, prosegue il Rapporto, “stanno ridisegnando i mercati del lavoro: l’invecchiamento della popolazione, soprattutto nei Paesi a più alto reddito, spinge la domanda di ruoli nel settore sanitario e l’espansione della popolazione in eta’ lavorativa nelle regioni a basso reddito alimenta la crescita delle professioni educative. Le strategie per la forza lavoro incentrate sul miglioramento delle competenze di gestione dei talenti, insegnamento e tutoraggio sono essenziali per colmare questi divari”.

 

Le tensioni geopolitiche sono una delle principali preoccupazioni per il 34% delle aziende, mentre le restrizioni commerciali e i cambiamenti di politica industriale ne trasformano molte altre, con alcune aziende che prevedono di adattarsi attraverso strategie di offshoring e reshoring. Queste pressioni “stanno anche aumentando la domanda di competenze come la cybersecurity. Affrontare i profondi cambiamenti delineati nel rapporto richiede un’azione urgente e collettiva da parte del governo, delle imprese e dell’istruzione. Dando priorità a strategie e transizioni della forza lavoro eque e inclusive – e sostenendo i lavoratori in queste trasformazioni – le parti interessate possono costruire una forza lavoro globale resiliente e adattabile, pronta a prosperare nei lavori di domani”. 

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