AGI – “Anche la ricerca della verità deve avere dei limiti, soprattutto nel mondo di oggi in cui imperversano gli odiatori social. Ogni opinione pubblica poi dovrebbe implicare un’etica che gli strumenti su internet spesso omettono”. Lo sottolinea Santo Rullo, medico psichiatra e responsabile del comitato scientifico ECOS (European Culture and Sport Organization), in merito alla tragica vicenda della ristoratrice morta suicida dopo gli attacchi social.
“Giornalisti e influencer vari – spiega l’esperto – devono essere consapevoli delle conseguenze che ogni loro azione può avere sui social: la gogna mediatica, le offese fino anche alle minacce sono dietro l’angolo. Effetti che possono essere gestiti da personaggi pubblici ma dagli effetti devastanti per le persone comuni, magari fragili o meno forti. La verità è un valore e non dovrebbe fare sconti a nessuno, su questo non ci piove. Ma nel caso specifico è stato davvero importante tentare di ‘scoprire’ l’attendibilità dietro ad un ipotetico falso post di una persona qualunque? Era davvero necessario scatenare, anche se involontariamente ma in maniera totalmente prevedibile, la cattiveria del web contro questa signora? Era così vitale, in una società come la nostra in cui verità ben più importanti ogni giorno vengono taciute ed omesse, impiegare fatica e tempo per dimostrare che la ristoratrice aveva detto il falso? Io credo sinceramente di no. Ma soprattutto successivamente anzichè nascondersi dietro alla presunta necessità di scovare ovunque si annidi il marcio, sarebbe stato più opportuno domandarsi cosa è andato storto, perchè questa estrema conseguenza e soprattutto se ne è valsa la pena. Forse questa riflessione andrebbe fatta dai tanti che hanno potere sui social e che lo usano quotidianamente senza alcuno scrupolo o dubbio”.