Il cinema d’animazione il grande protagonista del weekend in sala: tra le novit spicca Kubo e la spada magica della Laika Entertainment, ma merita una segnalazione anche un altro film animato, Sausage Party.
Girato con la tecnica della stop-motion, Kubo e la spada magica ha per protagonista un ragazzino che si guadagna da vivere facendo il cantastorie e animando origami con il suono della sua chitarra. Con lui vive la madre, malata e incapace di scindere la realt dalla fantasia: ben presto, per, il giovane Kubo scoprir a sue spese che quelle stesse fantasie possono prendere vita e sono particolarmente minacciose.
Ennesimo gioiellino della Laika (casa di produzione dello straordinario Coraline e la porta magica e del buon Paranorman), il film pesca a piene mani dall’immaginario della tradizione giapponese, tanto nelle ambientazioni quanto nella caratterizzazione dei personaggi (demoni a forma di drago, samurai e tantissimi altri).
Se la narrazione ha una parte centrale convenzionale e un po’ prevedibile, la forza del film sta in un soggetto comunque trascinante, in un protagonista tratteggiato benissimo e con cui i pi piccoli ameranno immedesimarsi, e in un apparato visivo di alto livello. L’animazione moderna e artigianale allo stesso tempo, semplice ma ambiziosa, capace di meravigliare e di offrire una notevole alternativa ai prodotti del genere a cui siamo abituati.
Da vedere con tutta la famiglia.
Un prodotto d’animazione molto diverso Sausage Party, diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, ma basato su un soggetto di Jonah Hill, Seth Rogen e Evan Goldberg.
Protagonista Frank, una salsiccia che vive in un supermercato insieme ai suoi amici. Deciso a scoprire quale sia il futuro che li attende, inizier un lungo viaggio per conoscere il suo destino.
Animazione per adulti, scorretta e sopra le righe, quella di Sausage Party, film ricco di doppi sensi e metafore sessuali di vario genere (Seth Rogen e Evan Goldberg avevano gi diretto due commedie ben poco “politically correct” come Facciamola finita e The Interview).
Qua e l si ride, e c’ anche una certa originalit narrativa, ma il gioco mostra presto la corda: nella seconda parte si nota una certa ridondanza e alla conclusione si arriva col fiato corto.
Al box office americano ha avuto grande successo, vedremo se avr la stessa fortuna anche da noi.
Infine, una menzione per Un mostro dalle mille teste di Rodrigo Pl.
Protagonista una donna che deve battersi contro un sistema burocratico crudele e paradossale, che le impedisce di accedere alle cure necessarie per il marito malato.
Quarto lungometraggio dell’uruguayano Rodrigo Pl, conosciuto per il film La zona del 2007, Un mostro dalle mille teste un dramma impegnato, con tanti momenti thriller, che funziona per soltanto a met.
Il registro da black comedy efficace, ma la tensione non sempre ben calibrata e ci sono diversi cali di ritmo. Notevolissimo l’incipit, ma durante la visione si trovano raramente altri momenti tanto riusciti.
Il film stato presentato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2015.
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