AGI – Tre proiettili che aggiungono violenza a violenza, che “non rappresentano alcuna forma di solidarietà verso le vittime” e che costituiscono un fatto “profondamente inquietante e inaccettabile in una società civile”. Gino Cecchettin interviene con il consueto equilibrio dopo la consegna, all’avvocato Giovanni Caruso, legale difensore di Filippo Turetta, di una lettera contenente tre proiettili.
Una missiva che arriva a poche ore dalla condanna del suo assistito all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, a poco più di un anno di distanza dal femminicidio che ha scosso l’Italia intera. Un anno durante il quale, si apprende solo oggi, la famiglia di Turetta ha vissuto sotto stretta sorveglianza dopo aver ricevuto ripetutamente offese e minacce.
I tre proiettili recapitati al legale erano avvolti in un foglio bianco. Del fatto è stata subito avvisata la Questura che sta svolgendo le indagini del caso.
“Atti come questi non rappresentano alcuna forma di solidarietà verso le vittime, anzi rischiano di offuscare la serietà del lavoro che stiamo portando avanti nella Fondazione Giulia Cecchettin – ha proseguito Gino Cecchettin esprimendo solidarietà all’avvocato – è solo attraverso questi principi che possiamo costruire una società più giusta e umana”.
Solidarietà all’avvocato Caruso è stata espressa da più parti, a cominciare dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari. “Caruso ha svolto la sua alta funzione e merita rispetto. Il diritto alla difesa è garantito a tutti e non puo’ essere messo in discussione -si legge in una nota – Episodi come quello riportato dalla stampa dimostrano l’attualità della campagna del Consiglio Nazionale Forense, a cui ho aderito sin da subito, per il riconoscimento del ruolo dell’avvocato in Costituzione”.
Intanto l’Università di Padova si prepara a ricordare Giulia lunedì 16 con l’intitolazione di una aula studio alla memoria della ragazza, morta l’11 novembre dello scorso anno, a pochi giorni dalla sua laurea in Ingegneria biomedica proprio nell’Ateneo padovano.