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Processori Intel senza vulnerabilità in arrivo entro l’anno

Gen 26, 2018

Entro l’anno Intel commercializzerà microprocessori con correttivi in hardware per le vulnerabilità Spectre e Meltdown. L’ha affermato l’amministratore delegato Brian Krzanich, a margine della presentazione dei risultati finanziari.

“La sicurezza è una priorità massima per Intel, rappresenta le fondamenta dei nostri prodotti ed è un aspetto critico per espandere la nostra strategia che vede i dati al centro di tutto”, ha detto Krzanich. “A breve termine il nostro focus è quello di fornire soluzioni di mitigazione del rischio di alta qualità per proteggere le infrastrutture dei nostri clienti da questi exploit. Stiamo lavorando su cambiamenti al silicio dei nostri futuri prodotti, dedicati ai pericoli Spectre e Meltdown, direttamente in hardware. E questi prodotti inizieranno ad arrivare più avanti nel corso dell’anno”.

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Quando di preciso? E quali prodotti saranno coinvolti? Domande lecite e su cui si potrebbe speculare, ma Intel non è entrata nei dettagli, quindi dirvi che le future CPU a 10 nanometri saranno “sicure”, oppure che lo sarà anche un determinato progetto a 14 nanometri, creerebbe false aspettative. La risposta a entrambe le notizie è: non lo sappiamo.

Intel non ha spiegato se questi processori con correttivi in hardware saranno appunto nuove CPU o se andrà a rivedere anche gli attuali progetti con una qualche revisione (Coffee Lake, ecc.), in particolare le CPU del settore server. Nel secondo caso però l’azienda si metterebbe, con tutta probabilità, in una posizione scomoda, tale da trovarsi costretta a un richiamo delle vecchie CPU. Il che non sembra nell’ordine delle cose.

Il fix hardware impatterà su prezzi e prestazioni? Per quanto riguarda i listini, ci auguriamo di no, ma è presto per dirlo. Nel caso i costi dovessero salire, Intel (secondo noi) dovrebbe farsene carico. Per quanto concerne le prestazioni, staremo a vedere: se i fix finora distribuiti sono di una qualche indicazione, sappiamo che per l’utente comune l’impatto sarà nullo o minimo, mentre per quanto riguarda l’ambito server, a seconda dell’impiego, il calo prestazionale può essere anche piuttosto evidente (la stessa Intel indica un massimo di -25%). Molto dipende però dal tipo di processore e carico.

L’impatto finanziario di Spectre e Meltdown

È ancora troppo presto per vedere un impatto finanziario legato alla vicenda delle vulnerabilità dei microprocessori, dai costi legati allo sviluppo delle patch alle denunce ricevute, fino ad eventuali minori vendite dei chip. Intel ritiene che non ci sarà alcun impatto nel breve o lungo termine.

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“Da un punto di vista di costo […] non ci aspettiamo alcun impatto materiale di questi exploit nella nostra spesa o nei costi di prodotto”, ha detto il CEO. Krzanich ha aggiunto che l’azienda rivaluta continuamente le sue previsioni, anche in queste prime settimane dell’anno, e le previsioni non sono cambiate.

Risultati finanziari del Q4 2017 e di tutto il 2017

Per quanto riguarda i risultati finanziari, Intel ha chiuso il quarto trimestre con un fatturato record di 17,1 miliardi (+4% sull’anno scorso), che si aggiunge agli altri trimestri arrivando a 62,8 miliardi di dollari per tutto il 2017 (+6%), dove ha anche registrato 17,9 miliardi di dollari di utile operativo (+39%) e un utile netto in calo del 7% a quota 9,6 miliardi.

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L’ultimo trimestre (e di conseguenza l’intero anno) ha risentito dell’impatto di 5,4 miliardi di dollari di tasse, che l’azienda ha dovuto versare a causa della nuova riforma statunitense approvata a dicembre sui depositi esteri. Intel prevede di versare un’aliquota del 14% per l’anno fiscale 2018.

L’utile operativo ha raggiunto quota 5,4 miliardi (+19%) mentre l’utile netto è calato del 119% proprio a causa del pagamento delle tasse, arrivando a una perdita di 700 milioni di dollari. Senza tale impatto l’utile netto sarebbe stato di 5,2 miliardi, in crescita del 34% sull’anno precedente.

Guardando alle divisioni, nel quarto trimestre il Client Computing Group ha registrato un fatturato di 9 miliardi di dollari in calo del 2% su base annua. Da registrare però che la divisione è cresciuta del 3% sull’intero anno, toccando un fatturato di 34 miliardi di dollari. Benché Intel proclami il declino del mercato PC e voglia puntare su altri settori potenzialmente più redditizi, la divisione CCG ha rappresentato il 53% del fatturato nel quarto trimestre.

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Il Data Center Group cresce tuttavia a un ritmo più sostenuto, con un +20% a 5,6 miliardi di dollari. Buon andamento anche la parte Internet of Things (+20% a 879 milioni) e per il Non-Volatile Solutions Group (NAND, 3D XPoint), che sale del 9% a 889 milioni, anche se sull’anno intero la crescita è stata del 37% a 3,5 miliardi.

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Per concludere, il Programmable Solutions Group (ex Altera) ha visto aumentare il fatturato del 35% sul trimestre, toccando quota 568 milioni, mentre il risultato per l’intero anno ha raggiunto 1,9 miliardi (+14%).

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Per il primo trimestre del 2018 Intel prevede un fatturato tra 14,5 e 15,5 miliardi e malgrado la rinnovata concorrenza e i problemi legati alle vulnerabilità delle CPU, prevede un fatturato record tra 64 e 66 miliardi di dollari per l’anno intero.

Intel sente la pressione di AMD?

Un analista ha chiesto a Krzanich se Intel ha sentito la pressione di AMD nell’ultima parte dell’anno, ma per una qualche legge non scritta, Krzanich non ha menzionato AMD per nome o risposto direttamente alla domanda.

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E allora ci possono essere d’aiuto i dati finanziari: il volume di processori desktop distribuiti da Intel è sceso del 5% nel trimestre. Il prezzo medio di vendita è inoltre calato sia nel segmento desktop che notebook. Il Client Computing Group ha perso il 2% in questo trimestre. Insomma, malgrado Intel parli di declino del mercato PC in senso generale, una certa influenza dei “fattori esterni” sembra si faccia sentire.

Quando arrivano le CPU a 10 nanometri?

Intel ha affermato di aver consegnato un basso volume di chip prodotti a 10 nanometri lo scorso anno, ma non ha fornito alcun numero specifico di unità. Brian Krzanich ha dichiarato che Intel continuerà a consegnare volumi ridotti di chip a 10 nanometri durante la prima metà di quest’anno e poi la produzione entrerà nel vivo nella seconda parte, con un conseguente aumento dei costi produttivi. Krzanich ha anche aggiunto che quest’anno Intel intende continuare a sviluppare chip a 14 nanometri.


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