• 11 Dicembre 2025 14:47

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Processo Open Arms, rinviata l’udienza in Cassazione

Dic 11, 2025

AGI – È stata rinviata al prossimo 17 dicembre alle 10 l’udienza del processo Open Arms in cui si discute del ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione di Matteo Salvini. I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno accolto l’istanza di “legittimo impedimento” per motivi di salute presentata dalla difesa (indisposizione dell’avvocato Giulia Bongiorno). 

L’ex ministro dell’Interno e attuale ministro dei Trasporti Matteo Salvini era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per aver impedito lo sbarco di 147 persone, tra cui minori, soccorse dalla Ong Open Arms nel corso di tre salvataggi nell’agosto 2019. Dopo l’assoluzione da parte del Tribunale di Palermo, i pm della Procura del capoluogo siciliano hanno proposto ricorso direttamente in Cassazione (‘per saltum’ ) perchè, secondo il pm De Lucia, il fatto è accertato e la sentenza era arrivata per una questione puramente di diritto.

In una memoria di 46 pagine, la procura generale della Cassazione in novembre ha invece scritto di ritenere che “il ricorso non dimostra, nella prospettiva di censura della sentenza impugnata, la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati, al fine di poter dimostrarne la tenuta della posizione accusatoria”. 

 

 

L’ong, “noi interlocutori istituzionali non nemici”

“È stato deciso un rinvio per il 17 dicembre. Noi ci arriveremo con lo stesso spirito con cui siamo arrivati oggi, ovvero convinti della missione che abbiamo condotto nel 2019“. A sottolinearlo è Valentina Brinis, advocacy officer di Open Arms. “Abbiamo sempre creduto nelle istituzioni e nella magistratura – ha ricordato la legale –: siamo convinti di essere parte civile fino in fondo. Nei nostri ricordi c’è sempre quello che è accaduto in mare e ci sono sempre le persone che noi abbiamo tratto in salvo, non solo in quell’occasione, ma anche in questi dieci anni, parliamo di oltre 73mila persone – aggiunge –. Noi chiediamo di essere degli interlocutori istituzionali, non dei nemici. Negli ultimi tre anni, abbiamo passato, come le altre organizzazioni del soccorso in mare, moltissimo tempo all’interno delle aule di tribunali. Invece vorremmo che questo tempo venisse investito per dialogare con le istituzioni e anche raccontare loro in maniera pacata e tranquilla, senza scontri politici, quello che accade nel Mediterraneo“. Per Valentina Brinis, “la situazione del Mediterraneo è sempre identica a se stessa: nel momento in cui c’è bel tempo le persone partono indipendentemente da tutte le politiche che si mettano in atto”.

 

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