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Privacy, caso WhatsApp-Facebook: il Garante apre un’inchiesta – La Repubblica

Set 27, 2016

ROMA – Il Garante per la Privacy ha avviato un’istruttoria “a seguito della modifica della policy effettuata da WhatsApp a fine agosto che prevede la messa a disposizione di Facebook di alcune informazioni riguardanti gli account dei singoli utenti, anche per finalità di marketing”. Lo comunica l’authority che ha invitato WhatsApp e Facebook a fornire tutti gli elementi utili alla valutazione del caso.

“WhatsApp è conforme alla legge sulla protezione dei dati dell’Ue – replica il portavoce del messenger – e lavoreremo con il Garante italiano nel tentativo di rispondere alle loro domande e di risolvere eventuali problemi”. Piena disponibilità, dunque, dalla controparte chiamata in causa insieme al colosso californiano che ne difende gli interessi.

La questione è finita sui tavoli della Commissione europea già all’inizio di settembre. A esprimere i dubbi dell’antitrust sulla privacy rivista ‘a favore’ del social network allora è stato il Commissario Europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager. L’obiettivo? Verificare l’eventuale violazione delle norme Ue in materia da parte del servizio acquisito nel 2014 da Facebook che oggi conta oltre 1,7 miliardi di utenti.

La Germania contro WhatsApp. E proprio dal cuore dell’Ue arriva il primo stop. L’autorità per la tutela della privacy con sede ad Amburgo ha imposto a Facebook di cancellare qualunque dato abbia già ottenuto tramite WhatsApp da parte dei circa 35 milioni di utenti tedeschi, ricordando che proprio in occasione del take over, per rassicurare le autorità, il network si era impegnato a non condividere tali informazioni. Raccolta di dati che, secondo il social ancora non sarebbe avvenuta. In ogni caso, il divieto vale “da subito”, in attesa che Facebook presenti ricorsi presso un tribunale di Amburgo. In caso di mancata osservanza, l’authority – facendo leva sul fatto che la rete sociale statunitense elabora i dati in tedesco nella città anseatica – può infliggere multe. Lo riferisce l’agenzia tedesca Dpa, segnalando che Facebook sostiene sempre che la sua attività europea viene gestita in Irlanda.

“Devono essere gli utenti a decidere se collegare i loro account con Facebook” ha dichiarato il garante tedesco per la protezione dei dati personali Johannes Caspar. Insomma, le parti si devono invertire: è Facebook a dovere chiedere loro il permesso, senza darlo per assodato. Caspar ha dichiarato inoltre di voler attivare un coordinamento con authority di altri paesi europei per impedire il passaggio di dati dall’app verde a Facebook.

La policy contestata. Nel dettaglio, le nuove norme prevedono che parte delle informazioni relative agli iscritti a WhatsApp (alla voce ”info account” del servizio) vengano riutilizzate da Facebook per fini pubblicitari. ”WhatsApp potrebbe offrire il marketing per i Servizi di Facebook, società di cui fa ora parte” si legge nel nuovo regolamento varato circa un mese fa.

Eppure la nota su Whatsapp.com chiarisce: ”Né WhatsApp, né Facebook, né nessun altro: non invieremo né condivideremo il tuo numero di WhatsApp con altri, incluso su Facebook, e continueremo a non vendere, condividere o dare il tuo numero di telefono agli inserzionisti”.

Le indagini. Ma non bastano le rassicurazioni di Menlo Park rispetto all’uso limitato verso terzi: il Garante ora vuole saperne di più in materia di protezione dei dati. In particolare, l’autority ha chiesto di conoscere nel dettaglio “la tipologia di dati che WhatsApp intende mettere a disposizione di Facebook; le modalità per la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati; le misure per garantire l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall’avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato”.

L’allarme del Garante. La preoccupazione va ben oltre lo scambio tra le due piattaforme. “La nuova privacy policy adottata da Facebook e WhatsApp pone serie preoccupazioni dal punto di vista della protezione dei dati personali” commenta Antonello Soro, presidente dell’Autorità italiana all’Ansa, ricordando che lo scambio di indirizzari tra i servizi non può avvenire senza il consenso degli iscritti. “Il flusso massiccio di dati non riguarda solo gli utenti di Facebook o WhatsApp, – insiste il Garante – ma si estende anche a chi non è iscritto a nessuno dei due servizi, i cui dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp”.

Non è la prima volta che il social network blu finisce nella bufera a causa della privacy. Nel luglio scorso l’azienda di Mark Zuckerberg ha dovuto fare un passo indietro dopo avere ammesso di utilizzare la geolocalizzazione per suggerire nuovi amici ai propri iscritti. Il quel caso, aveva poi chiarito Facebook, si era trattato solo di un test. Ma questa volta l’Europa non sta a guardare e la coppia Facebook-WhatsApp è chiamata a rivedere le sue regole (o quantomeno a prendere misure) per garantire la protezione dei dati richiesti agli utenti.

L’ancora delle impostazioni. In realtà, è ancora possibile aggirare il vincolo al centro delle polemiche. Chi non ha ancora aggiornato l’app accettando le condizioni di utilizzo può scegliere l’opzione ”Leggi tutto”, per poi deselezionare la funzione alla voce ”Condividere le informazioni dell’account WhatsApp con Facebook”. Coloro che invece hanno dato l’assenso hanno 30 giorni di tempo per ripensarci, modificando alla voce Impostazioni >> Account >> Condividi le informazioni del mio account.

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