TARANTO – Dall’ex Ilva, ora Arcelor Mittal, al gasdotto Tap, le battaglie ambientali della Puglia in primo piano sul palco del concerto del Primo Maggio a Taranto. “Noi vogliamo vivere” ha detto dal palco una madre del rione Tamburi di Taranto, il quartiere a ridosso dell’acciaieria, presentando sia il movimento ‘Tamburi combattenti’ sia la manifestazione nazionale che il 4 maggio a Taranto farà partire un corteo dal quartiere per dirigersi verso la fabbrica siderurgica. Annunciata la presenza di vari movimenti da altre regioni, dai No Tav del Piemonte al No Muos della Sicilia.
“Tamburi combattenti – ha spiegato la rappresentante del movimento – mette insieme lavoratori, lavoratrici, donne, madri, anche nonne. Ma qui, su questo palco, abbiamo voluto che fossero i nostri figli, i nostri bambini, a parlare, perché abbiate ben chiaro cosa significano per noi i diritti negati. Noi tarantini vogliamo vivere e per questo vi invitiamo alla manifestazione del 4 maggio”.
“Oggi è una festa particolare, Lorenzo ha fatto quel che ha fatto non soltanto perché gli interessavano i curdi, l’Isis e quella realtà, ma perché, in fondo, è partito da una critica, da una protesta per la nostra società, per l’Italia”, ha detto dal palco del concerto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, il giovane fiorentino ucciso dall’Isis a marzo scorso in un’imboscata tesa durante una battaglia a Baghu, in Siria. Lorenzo Orsetti combatteva nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, contro i jihadisti dello Stato islamico.Era stato intervistato mesi fa come un combattente volontario italiano a fianco dei curdi contro l’Isis.“Lorenzo lavorava, aveva tutta una serie di posizioni – ha ricordato il padre Alessandro portando la sua testimonianza – però era molto critico rispetto a queste cose. Le conquiste del Primo Maggio sono sempre da realizzare, da portare avanti, da continuare, E quindi io porto questa testimonianza. Voglio poi ricordare che certe lotte, come contro l’antifascismo e il neoliberismo, non sono finite. La critica la portano avanti tutti questi ragazzi e tutti coloro che tentano di fare qualcosa di alternativo. C’è tanto da dire e da fare in questa Italia e io sono qui per questo”.
Al concerto di Taranto anche la testimonianza, attraverso un video, di Pietro Marrone, comandante della nave Mar Ionio, della ong Mediterranea, che ha recuperato e salvato un gruppo di migranti libici. “Il 18 di marzo abbiamo salvato a cento miglia a sud di Lampedusa circa 50 libici, sono un ex pescatore come tanti, ho saputo, ce ne sono a Taranto, e da quello che posso dire da pescatore è questo: se vedete delle vite umane in mare, non guardate il colore ma il cuore di queste persone. Io ringrazio Taranto e tutti i cittadini di questo supporto che mi state dando, in questi giorni mi siete veramente vicini”.