Se da un lato il mercato delle auto nuove continua segnare perdite, con volumi sotto pressione e listini sempre più difficili da digerire per molte famiglie, dall’altro l’usato vive una stagione che potremmo definire paradossale. I prezzi non sono mai stati così alti, eppure le compravendite continuano a crescere. Un fenomeno che non nasce oggi, ma che nel 2025 trova nuove conferme nei dati dell’Osservatorio Findomestic e nelle analisi dei principali operatori del settore.
Aumenta la domanda
Il dato chiave è quello dei trasferimenti di proprietà. Nel 2025, nonostante la debolezza della domanda delle famiglie e una flessione evidente delle immatricolazioni di auto nuove, i passaggi di proprietà tra privati sono cresciuti del 2,1%. Una percentuale che, letta fuori contesto, potrebbe sembrare contenuta, ma che diventa significativa se confrontata con l’andamento generale del mercato automotive.
Il motivo è ormai chiaro. Le auto nuove costano sempre di più, anche nelle fasce considerate accessibili, mentre l’elettrico continua a generare dubbi su autonomia reale, valore residuo e infrastrutture. In questo scenario l’usato rappresenta una scelta più concreta, immediata e rassicurante. Non è escluso però che il ripensamento europeo sul Green Deal e sul blocco dei motori termici dal 2035 possa influenzare ulteriormente le decisioni di acquisto nei prossimi mesi.
Crescono i prezzi
Come insegnano le regole più classiche del mercato, quando la domanda cresce e l’offerta non riesce ad adeguarsi con la stessa velocità, i prezzi salgono. Ed è esattamente ciò che sta accadendo nel mercato dell’auto usata. Secondo le analisi più recenti, l’aumento dei prezzi è stato di addirittura il 25% rispetto a sei anni fa, dato nettamente superiore rispetto alla crescita dei volumi. Un fenomeno che segue, di fatto, l’escalation dei listini del nuovo: se un’auto nuova costa di più, anche l’usato recente si rivaluta, trascinando verso l’alto l’intero mercato.
Meno scambi tra privati, più concessionari
Un altro cambiamento strutturale riguarda il modo in cui si compra e si vende un’auto usata. Il mercato si sta spostando sempre di più verso i concessionari e gli operatori professionali. I dati Unrae raccontano che se nel 2015 circa il 60% degli scambi avveniva tra privati, oggi questa quota è scesa sotto il 50%. Il motivo è duplice. Da un lato c’è una maggiore richiesta di trasparenza, garanzie e sicurezza sull’acquisto. Dall’altro, molti acquirenti preferiscono rinunciare a qualche centinaio di euro di risparmio pur di evitare rischi, trattative complesse e incognite meccaniche.
Il diesel continua a dettare legge
Guardando alle alimentazioni, il diesel resta il protagonista del mercato dell’usato. Nei primi nove mesi del 2025 rappresenta circa il 42% delle vendite, pur segnando un lieve calo rispetto al 2024. Le altre alimentazioni restano sostanzialmente stabili, con benzina, GPL e metano che mantengono le loro quote. A crescere sono invece le auto elettrificate, in particolare le ibride, che passano dal 7,4% del periodo gennaio-settembre 2024 al 9,9% nel 2025. Elettriche pure e plug-in hybrid restano invece marginali, attorno all’1%. Il prezzo medio elevato e le incognite legate alla batteria frenano la domanda, soprattutto in un mercato come quello dell’usato, dove l’obiettivo principale resta il risparmio.
In sintesi: l’auto usata costa di più, ma resta la prima scelta per chi deve cambiare vettura senza affrontare i costi, le incertezze e i tempi di attesa del nuovo.