MILANO – Da oggi parte l’operatività vera e propria per le domande di liquidità alle banche. Del complesso intervento di garanzie statali fino a 400 miliardi messo in piedi dal dl Liquidità (ma ancora da completare, visto che mancano le risorse pubbliche per quelle garanzie che dovrebbero valere almeno 30 miliardi e trovar spazio nel dl Aprile), si parte con quel che riguarda la taglia “inferiore”.
E’ infatti il turno di imprese, professionisti e persone fisiche che chiedono prestiti fino a 25 mila euro (o entro comunque il limite del 25% dei ricavi) di durata massima di sei anni e con un periodo di pre-ammortamento di 24 mesi: si iniziano dunque a restituire i denari (per la parte di capitale) tra 2 anni. Per costoro è prevista una garanzia statale pari al 100% dell’importo chiesto alla banca.

Prestiti garantiti dallo Stato, ecco chi può accedere e chi invece resta fuori
a cura di FLAVIO BINI e RAFFAELE RICCIARDI
Rep

Liquidità, c’è l’ok dell’Ue. Ma per i soldi sul conto rischio di tempi lunghi
di SARA BENNEWITZ, ANDREA GRECO, RAFFAELE RICCIARDI
Le domande e gli appelli di Abi e sindacati
Nel caso odierno, quello dei finanziamenti di taglia più piccola, il fatto che la garanzia sia al 100% dell’importo semplifica l’istruttoria della banca, che dovrebbe essere pressoché nulla. Da venerdì scorso, infatti, sono stati messi a punto i moduli per la richiesta di garanzia al Fondo. Questo, insieme al modulo di ciascuna banca per la domanda del credito, documento d’identità e autocertificazione dei ricavi, dovrebbero esser le scartoffie sufficienti per accedere al finanziamento.
Tanto che la banca può erogare il denaro anche soltanto all’avvenuto inserimento della domanda di garanzia nel portale del Fondo. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha detto che in linea teorica la richiesta da 25 mila euro potrebbe esser liquidata nel giro di una giornata, a patto che non ci siano intoppi informatici. Lo stesso Patuelli, intervenendo in mattinata a Circo Massimo su Radio Capital, ha lanciato un appello: “Non andate nelle filiali, le richieste di informazioni e le domande si fanno per telefono e via mail”. Patuelli ha ricordato due principi: “Non è che andando nelle filiali vengono date le banconote” e “non c’è una graduatoria di chi arriva”.
Diversamente, i sindacati dei bancari hanno denunciato ritardi organizzativi in alcuni istituti e chiesto “protezione” alla ministra dell’Interno Lamorgese, temendo che eventuali problemi di erogazione del credito vengano imputati dagli imprenditori (parecchio sotto pressione in questi giorni) alla rete di sportelli. E arrivando a denunciare problemi di violenza verso gli addetti, tanto che la Fabi – il sindacato autonomo dei bancari – ha lanciato una task force ad hoc per monitorare eventuali episodi di tensione.

I costi e i moduli da inviare: casi concreti
Per quel che riguarda i costi dei finanziamenti, il decreto impone un meccanismo che fa riferimento al Rendistato (il costo ponderato del debito pubblico) più una maggiorazione. Nel fine settimana, Intesa Sanpaolo – una delle principali banche del Paese – ha precisato in risposta ad alcune polemiche social sul punto che il decreto “prescrive che il tasso sia calcolato in modo rigoroso e infatti saranno applicati per tali finanziamenti tassi d’interesse ad oggi, già per legge, inferiori al 2% e su cui Intesa Sanpaolo agirà in ulteriore significativa riduzione”.
Sul portale della banca, in mattinata, l’avviso che “a breve troverai in questa pagina tutte le istruzioni e i moduli necessari per presentare la richiesta di finanziamento” è stato sostituito dagli indirizzi di posta elettronica certificata e dalle copie della modulistica da inviare, compreso il modulo per la domanda di accesso al Fondo di Garanzia. Un documento excel permette di inserire i dati e – nel nostro caso – per un finanziamento da 25 mila euro (su 100 mila di ricavi) da restituire in 72 mesi ci prospetta una rata da 347,22 euro con TAEG dello 0,040%. Anche sul sito di Unicredit si ottengono simili informazioni, e parimenti si invita a presentare “a mezzo PEC” la domanda con la specifica della documentazione necessaria.
Ecco un paio di esempi di prestiti garantibili forniti dalla stessa Abi:
Il Fondo può garantire finanziamenti per un importo massimo non superiore al 25% dei ricavi dell’impresa – secondo quanto indicato nel modulo di domanda di garanzia – e comunque fino a 25 mila euro.
Nel caso vengano presentate più domande di finanziamento da parte di banche diverse in relazione allo stesso soggetto, Il Fondo rilascia la propria garanzia con riferimento alle prime domande presentate fino a concorrenza dell’importo massimo garantibile. Di seguito alcuni esempi.
IMPRESA A
Importo ricavi = 120.000 euro
25% ricavi = 30.000 euro
Importo massimo garantibile = 25.000 euro
Modalità di erogazione
Banca X = 25.000 Banca X = 15.000 + Banca Y = 10.000
IMPRESA B
Importo ricavi = 80.000 euro
25% ricavi = 20.000 euro
Importo massimo garantibile = 20.000 euro
Modalità di erogazione
Banca X = 20.000 Banca X = 15.000 + Banca Y = 5.000