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Preceyes è il primo robot al mondo che opera gli occhi

Set 14, 2016

Un robot, un joystick e un chirurgo di grande esperienza sono i protagonisti del primo intervento chirurgico intraoculare al mondo assistito da un robot.Preceyes, questo il nome del robot, è stato promosso dall’Università di Oxford, finanziato dall’Oxford Biomedical Research Centre NIHR con il supporto della Oxford University Hospitals NHS Foundation Trust, ed è stato usato dal professore di oftalmologia presso il Robert MacLaren Radcliffe Hospital di Oxford per rimuovere una membrana spessa un centesimo di millimetro nella parte posteriore dell’occhio destro di un paziente di settant’anni che rischiava di perdere la vista.

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Il professore MacLaren ha controllato Preceyes a distanza usando un joystick e uno schermo touch, con un intervento che ha definito “una visione della chirurgia oculare del futuro”. Il paziente infatti è stato il primo a sottoporsi a quella che è una procedura sperimentale, e che sarà seguita da altri cinque interventi analoghi.

Tecnicamente Preceyes (R2D2) è un dispositivo robotico per la dissezione retinica e ha operato all’interno dell’occhio attraverso un unico foro con un diametro inferiore a 1 mm; da qui si è mosso dentro e fuori dall’occhio durante le varie fasi del procedimento.

Il dispositivo è progettato per eliminare tremori della mano del chirurgo, in modo da poter condurre in maniera sicura interventi all’interno dell’occhio. Agisce come una mano meccanica grazie a sette motori indipendenti controllati dal computer, che consentono movimenti con una precisione di 1 millesimo di millimetro.

Il paziente di questa prima operazione era affetto da una membrana che comprimeva la retina causando la generazione di immagini distorte, come quelle che si vedono nei giochi di specchi alle fiere. La membrana aveva uno spessore di un centesimo di millimetro e doveva essere asportata senza danneggiare la retina.

Fino ad oggi questo tipo di intervento era stato condotto in maniera tradizionale, ma come ha spiegato MacLaren alla BBC “normalmente quando facciamo questa operazione a mano si tocca la retina e vi è una certa emorragia. Quando abbiamo usato il robot la membrana è stata rimossa in maniera pulita“. Il professore ha poi aggiunto che “la tecnologia attuale, con gli scanner laser i e microscopi, ci permette di monitorare le malattie della retina a livello microscopico, ma le cose che vediamo sono ben oltre il limite fisiologico di quello su cui può operare la mano umana. Con un sistema robotico apriamo un nuovo capitolo delle operazioni agli occhi che attualmente non possono essere eseguite”. Non solo: “aiuterà a sviluppare nuovi trattamenti chirurgici per la cecità, come la terapia genica e quella con cellule staminali che devono essere inserite sotto alla retina con un alto grado di precisione”.

Oltre al joystick e al touchscreen, il chirurgo ha monitorato il progresso dell’intervento mediante il microscopio operatorio. Il successo di questo intervento è un’ulteriore conferma che un robot come questo ha il potenziale per aprire le porte a nuove procedure di alta precisione che sono attualmente fuori dalla portata della mano umana.

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Foto: AnmFoto / Depositphotos

Inizialmente i robot sono stati sviluppati per la chirurgia su larga scala, come per esempio quella addominale, e finora nessun dispositivo era capace di raggiungere il grado di precisione richiesto per operare all’interno dell’occhio umano. Ecco perché Preceyes, realizzato da un’azienda olandese per la robotica medica istituita dall’Università di Eindhoven, è una vera rivoluzione in questo campo.

Il paziente, il reverendo Beaver, sta bene, sta riacquistando la vista e si è detto onorato di avere partecipato a questo progetto pionieristico di ricerca.

Come accennato la sperimentazione coinvolgerà in tutto 12 pazienti. Nella prima fase il robot verrà impiegato per interventi analoghi a quello condotto sul reverendo Beaver; se in tutti i casi l’esito sarà un successo si aprirà la seconda fase, quando verrà affidato al robot il compito di inserire un ago molto sottile sotto alla retina per iniettare fluidi. In questo modo il robot potrà essere un aiuto prezioso per la terapia genica della retina, un nuovo trattamento per la cecità che è attualmente in fase di sperimentazione in un certo numero di centri in tutto il mondo e che sembra promettente.

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