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Povero Gattuso, la Champions si allontana e la panchina arde

Apr 29, 2019

Povero Gattuso, siamo ai titoli di coda. Infilzato anche dal Torino, il buon Rino sente gi puzza di bruciato: la sua panchina che arde e la Champions che si allontana e gli fa ciao ciao con la manina. Basta guardar le faccia stravolte di Leonardo e Paolo Maldini in tribuna per capire come andr a finire. Male, almeno per lui. Per il Milan, si vedr. Il calendario non cos malvagio, ma i giocatori rossoneri sono ombre che camminano, spenti, e anche sfortunati, segno anche questo di palese debolezza.

Sono senza anima ribadisce Gattuso con la voce sempre pi bassa. Non c’ pi la testa, non c’ pi entusiasmo. Parole pesanti come pietre, che quasi sempre, nel calcio, preludono alla cacciata.

Un destino quasi scritto quello di Gattuso, considerato un abusivo della panchina anche quando le cose andavano bene, quando con quel gruppo raffazzonato, con diversi doppioni e tanti infortunati, aveva portato il Milan fino al terzo posto. Dato addirittura per favorito nell’ultimo derby con l’Inter, da dove poi cominciata la sua discesa senza paracadute.

Non mai piaciuto, Gattuso, alla attuale dirigenza rossonera. Considerato un grintoso, certo. Un uomo di “spogliatoio”, che sa tenere unito un gruppo, che difende sempre i suoi giocatori. Un allenatore generoso ma anche rozzo, da pane e salame, non da prestigiosa societ che punta a riguadagnarsi il suo posto in Europa, nel calcio che conta, quello degli allenatori di tendenza, come Conte, Guardiola, Zidane.

Anche dal punto di vista tattico, dai piani alti rossoneri, Gattuso, viene accusato di essere un po’ rigido, incapace di leggere in corso d’opera una partita. Poco duttile, insomma. Cos, anche nei momenti pi brillanti, c’era sempre qualcuno che, gelidamente, gli ricordava che il suo incarico non era a tempo indeterminato. Di stare in campana, insomma.

Se doveva stare in campana prima, figuriamoci adesso che sulla graticola e perfino Piatek non segna pi. come se non mi sentissero pi dice con un filo di voce prendendosi tutte le colpe. Anche quelle che non sono sue. Un brutto vizio che, anche nel calcio, non fa bene alla carriera.

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