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Portal Knights arriva su Nintendo Switch: Recensione – Everyeye.it

Nov 24, 2017

E Notch disse: “Sia il crafting open world!”. E Minecraft fu.

Pochi titoli hanno avuto lo stesso impatto sul mondo dei videogiochi come Minecraft. Uscito su praticamente ogni piattaforma disponibile, è riuscito a vendere più di 120 milioni di copie, diventando qualcosa di più di un semplice passatempo virtuale e raggiungendo anzi lo status di fenomeno di costume. Come per tutti i prodotti di successo, non ci volle molto prima che altri sviluppatori ambissero ad avere una fetta della torta.

Senza citare gli infiniti (e generalmente aberranti) cloni su iOS e Android, giochi come Terraria e CubeWorld hanno saputo rielaborare il concetto alla base del titolo Mojang e farlo proprio, rendendo di fatto un singolo prodotto il capostipite di un intero genere. Anche alcune major videoludiche hanno inoltre sviluppato la propria interpretazione di Minecraft, tra cui LEGO Worlds e Dragon Quest Builders. Proprio da quest’ultimo sembra aver preso spunto Keen Games per il suo Portal Knights, unendo gli elementi di crafting (in un mondo sandbox rigorosamente “a cubetti”) a meccaniche più propriamente ruolistiche. Già distribuito su PS4 , Xbox One e PC, l’opera approda ora su Nintendo Switch, in modo tale da permetterci di sfogare la nostra vena creativa anche in mobilità.

Cubo, cubo delle mie brame

La volontà dare al giocatore un senso di “progressione”, che lo stimoli a combattere e a “costruire” seguendo uno scopo ben preciso, è proprio l’obiettivo che Portal Knights si prefigge di raggiungere. La breve sequenza introduttiva ci spiega come il mondo sia stato frammentato a seguito di una catastrofe che l’ha suddiviso in isole raggiungibili tramite alcuni portali.

La storia non è particolarmente profonda e a conti fatti costituisce poco più di un pretesto per svolgere una serie di quest passando da un’ambientazione all’altra. Non che si tratti necessariamente di un male, ma questo approccio rischia di scontentare sia chi desidera la libertà assoluta di Minecraft, sia chi invece predilige l’approccio più strutturato di Dragon Quest Builders.

Iniziando il gioco ci troveremo nella schermata di creazione del personaggio: potremo scegliere fra tre classi, le canoniche Guerriero, Mago e Arciere. La decisione iniziale influenzerà la progressione del nostro protagonista, dandoci abilità sia attive che passive. Va sottolineato come la scelta delle specializzazioni, data anche la possibilità di effettuarne il respec a proprio piacimento, garantisce meno spessore di quanto sperassimo, limitando di fatto la possibilità di creare diverse build. Ottime invece le opzioni di personalizzazione grafica del proprio personaggio, variegate quanto basta per permetterci di creare eroi esteticamente molto diversi tra loro.

Il tutorial, seppure un po’ scarno, ci insegnerà le basi del gioco e ci offrirà l’opportunità di familiarizzare tanto con il sistema di crafting quanto con il combattimento, decisamente più profondo ed elaborato rispetto quello di Minecraft. Pur pescando a piene mani dal succitato titolo di Mojang, Portal Knights cerca di svilupparne i concetti di base in modo diverso, riuscendo a ritagliarsi una sua nicchia.

Partendo dal livello iniziale, sarà nostro compito trovare e riparare i portali che ci consentiranno di accedere alle varie isole, le quali, a differenza di Minecraft (in cui ambienti diversi si susseguono senza soluzione di continuità), costituiscono veri e proprio biomi a se stanti.

I blocchi di diversi terreni ci consentiranno di creare strutture sempre originali: va detto però che il ventaglio di materiali non è enormemente diversificato, benché la scelta sia comunque più che sufficiente.

Anche in Portal Knights, inoltre, per accedere al crafting più avanzato sarà necessario costruire il banco da lavoro che ci darà la possibilità di combinare gli oggetti raccolti per assemblare manufatti via via più complessi: l’esplorazione e il crafting rappresentano quindi a tutti gli effetti la spinta propulsiva del gioco.

Brave New World!

La direzione artistica è davvero pregevole e tanto i personaggi in stile super deformed che le ambientazioni sono davvero ispirate. Tra foreste, giungle, paludi e montagne, gli ecosistemi digitali garantiscono una discreta varietà. dando vita a luoghi sempre nuovi da esplorare, ognuno caratterizzato da mostriciattoli, piante e minerali dai quali poi trarre i materiali per proseguire con l’inesorabile catena del crafting.

Menzione d’onore per la generazione procedurale, implementata in maniera davvero ottima: salvo qualche lievissimo inciampo, il motore di gioco riesce sempre a creare isole organiche e divertenti da esplorare. Proprio in fase esplorativa, però, gli ingranaggi cominciano a scricchiolare: se Keen Games ha dichiarato che Portal Knights gira a 1080p e 30 fps nella dock station e a 720p e 30 fps in mobilità, tale dato non ci è parso purtroppo del tutto esatto. In versione portatile, in particolare, i cali di framerate sono frequenti e decisamente fastidiosi, nonché ancora più evidenti quando si attiva la visuale in prima persona. Se qualche transitoria, passeggera incertezza tecnica è scusabile, quando i cali avvengono con troppa frequenza si fa molta più fatica a chiudere un occhio: sarebbe stato forse più opportuno sacrificare un po’ di dettaglio grafico sull’altare della fluidità complessiva dell’esperienza.

Superando questi limiti ci troviamo comunque di fronte a un gioco affascinante, che eredita da Minecraft parte della natura esplorativa e vi aggiunge un sistema di combattimento che strizza l’occhio a The Legend of Zelda. Gli scontri in particolare risultano ancora più piacevoli in mutiplayer, dove fino a quattro eroi possono cimentarsi nell’avventura ed affrontare in cooperativa le interessanti battaglie con i boss.

I controlli sono d’altronde abbastanza immediati: la gestione dei menu è invece un po’ più macchinosa, anche se in modalità portatile giunge in nostro soccorso la facoltà di utilizzare lo schermo touch per navigare nell’inventario. Lo sfruttamento del crafting risulta tuttavia un po’ troppo caotico: se è vero che ci vengono date moltissime possibilità in fase di creazione, non risulterà purtroppo sempre immediato capire l’effettiva utilità degli oggetti che andremo a costruire. e spesso ci troveremo a craftare manufatti che non faranno altro che riempire inutilmente il nostro limitato bagaglio di risorse.

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