“A Pavia gruppi di fascisti hanno ‘marchiato’ le porte delle case di persone che si definiscono antifasciste, una vera e propria lista di proscrizione. Una intimidazione che, però, non intimidisce proprio nessuno. Anzi, lo dico chiaro e netto: sono sindaco antifascista di una città medaglia d’oro alla Resistenza. Parma esprime solidarietà a Pavia, al suo sindaco e ai suoi concittadini. Organizziamoci, perché i tempi lo prevedono”.
Questo il gesto del primo cittadino di Parma dopo che nella città lombarda indignazione e allarme montano sui social dopo la condivisione di immagini che mostrano un adesivo con la dicitura “Qui ci abita un antifascista” attorno al logo barrato della rete antifascista.
I denuncianti affermano di aver trovato il “marchio” incollato alla porta di casa o al cancello della propria abitazione.
Una vicenda che è l’ultima coda di una campagna elettorale in cui i temi degli estremismi sono stati centrali. Proprio a Parma, alcuni giorni fa, il Comune è stato criticato
per aver concesso, regolamento comunale alla mano, una sala civica a Roberto Fiore di Forza Nuova.“Grave che una città democratica e antifascista conceda spazi dei cittadini a chi nega quei principi.
Il Comune dovrebbe impedire, non concedere, spazi al fascismo” aveva commentato il Pd di Parma.