Il Governo sta provando di tutto pur di salvare il mercato dell’auto in Italia. I numeri impietosi del settore, con un crollo nelle vendite che sembra non avere un freno, hanno portato l’esecutivo a mettere sul tavolo diverse proposte per cercare di riprendersi da una crisi che non ha eguali. E per cercare di voltare pagina e mettersi alle spalle il momento buio che va avanti ormai da tanto, troppo tempo, la politica nostrana ha proposto di copiare il modello del Giappone degli anni Cinquanta.
Il piano giapponese da copiare
L’esecutivo Meloni ce la sta mettendo tutta pur di cercare di invertire il trend che il settore dell’automotive ha imboccato negli ultimi anni. Una crisi senza fine, con un crollo nelle vendite e nelle immatricolazioni mentre il mercato vira verso l’elettrico, guai per una delle voci economiche che da sempre ha trainato il Paese. Ma da anni in evidente difficoltà.
Le crisi economiche per la pandemia e quella successiva per le guerra in Ucraina e in Medioriente hanno giocato un ruolo cruciale, con i conti in banca degli italiani che si sono via via asciugati sempre più per far fronte all’aumento del costo della vita, tra spese per casa e personali. E l’auto è stata l’ultima dei problemi.
Motivo per cui nel 2024 i numeri delle vendite sono bassi, perché i prezzi e l’offerta nel mercato non si avvicinano alle condizioni economiche del momento. La soluzione? Potrebbe arrivare da Oriente, dall’Asia.
Non parliamo di costruttori cinesi le cui vetture sono più vantaggiose in termini economici, ma di un modello da copiare per cercare di risollevare le vendite. Quello che il Giappone degli anni Cinquanta aveva attuato per risollevarsi dalla crisi del settore.
Il modello delle kei car, ovvero auto di dimensioni ridotte, piccole e adatte al traffico e soprattutto più economiche. Vetture che, nei piani del Governo, saranno totalmente elettrificate per cambiare il parco auto circolante per adeguarsi alle prossime direttive europee.
Il problema della produzione auto
Una soluzione che è stata avanzata dal Mef, col ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha ipotizzato il modello da seguire. Come allora fece il Giappone, con auto più piccole e con prezzi più contenuti per cambiare il parco auto, così vuole fare l’Italia che deve aggirare il problema degli incentivi.
I dati delle vendite, infatti, secondo Giorgetti sarebbero “drogati” dagli aiuti alla popolazione. Infatti, venute meno le misure, le vendite crollano. Soprattutto per le quattro ruote elettriche.
E il report del Tesoro, che è stato svelato dal quotidiano economico Milano Finanza, sottolinea poi un altro problema in questo senso: “A oggi, la produzione nazionale è eccessivamente concentrata con una sola casa automobilistica che produce un solo modello full electric“. Senza tanti giri di parole sarebbe Fiat con 500e, prodotta nello stabilimento Mirafiori di Stellantis. Insomma, una sola alternativa elettrica ai motori endotermici che sempre più si avvicinano al tramonto.
Ma senza un ricambio giusto non può esserci futuro. E il report del Mef, cercando una soluzione, continua anche a insistere su tecnologie alternative all’elettrico, con un’approccio “tecnologicamente neutrale“ con biocarburanti e idrogeno. E il modello giapponese comunque alla finestra.