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Pinot Bianco, orgoglio altoatesino

Ago 16, 2016
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Dal 4 al 6 agosto si è tenuta ad Appiano la seconda edizione di Spatium Pinot Blanc, forse l’unica manifestazione internazionale dedicata al Pinot Bianco, vitigno originario probabilmente della Borgogna, come mutazione diretta del Pinot Nero.

Nel mondo vi sono circa 15.000 ettari di Pinot Bianco, coltivati per oltre il 95 % in Europa. I principali paesi per superficie vitata sono la Germania (26,6 %), l’Italia (20,9 %), l’Austria (12,9 %) e la Francia (8,7 %).

In Italia le 2 zone in cui è più diffuso sono l’Alto Adige ed il Friuli: in Alto Adige è stato introdotto circa 180 anni fa per volontà dell’Arciduca Giovanni d’Asburgo, attualmente ve ne sono più o meno 515 ettari. Non stupisce che proprio ad Appiano si sia deciso di organizzare questo evento con periodicità biennale: con oltre 1.000 ettari di vigna è il più grande comune vitivinicolo dell’Alto Adige, e fa del Pinot Bianco il suo vitigno bandiera, insieme a Sauvignon e Gewürztraminer. Più di 100 i produttori che hanno partecipato con i loro vini, oltre 140 etichette di Pinot Bianco, provenienti da Italia, Germania, Austria, Svizzera e Francia.

Il ricchissimo programma prevedeva momenti adatti a tutti, produttori, giornalisti, tecnici, esperti ed appassionati. Giovedì 4 agosto si è tenuta una serata il cui tema era la scoperta degli abbinamenti culinari con il Pinot Bianco. Venerdì 5 agosto era la giornata dedicata agli esperti di settore, con convegno, tavola rotonda, degustazioni dei vini e Masterclass. Particolarmente interessanti 2 relazioni, “Tecnologie enologiche per la produzione del Pinot Bianco” del Dott. Pascal Wegmann-Herr, e la ricerca di mercato realizzata dall’Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio di Bolzano in collaborazione con l’agenzia pr Daviso in cui si fornivano dati ed informazioni in merito a produzione e commercializzazione del Pinot Bianco secondo i principali attori del mercato europeo. Molto seguita anche la tavola rotonda dal titolo “Pinot Bianco, No Limits ?”, in cui ho particolarmente apprezzato Hans Terzer, con la sua costante tensione sulla ricerca della qualità e la progettualità necessaria per fare un pinot bianco di alto livello, la sola strada percorribile, e la simpatica verve polemica di Antonio Paolini, tra le altre cose co-curatore della guida vini de l’Espresso. Sabato 6 agosto è stata la giornata aperta al pubblico, con degustazione libera degli oltre 140 Pinot Bianco provenienti da Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Trentino e da Austria, Germania, Svizzera, Francia, presso la cantina San Michele-Appiano.

La manifestazione “Spatium Pinot Blanc” è stata organizzata dall’associazione Vineum Appiano, in collaborazione con l’Associazione Turistica Appiano e il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg.

Come sempre anche oggi racconto alcune cantine, tre per la precisione, che hanno partecipato a Spatium Pinot Blanc: due delle cantine sociali simbolo del territorio, Cantina Produttori San Michele Appiano e Cantina Terlano, ed una piccola azienda familiare, K. Martini & Sohn, dai vini molto interessanti, proposti da persone veramente simpatiche.

Cantina Produttori San Michele Appiano – Appiano sulla Strada del Vino (BZ)

L’assemblea costitutiva della Cantina Produttori San Michele Appiano si tenne il 16 giugno 1907: i contadini partecipanti erano 41, una minoranza in quanto rappresentavano solo il 10 % della produzione di vino del paese. Associarsi alla nuova “Cantina sociale di Appiano” costava 20 corone e ogni socio doveva garantire con tutta la sua proprietà privata. Il presidente-fondatore fu Leonhard Steinegger. La storia della cantina è veramente affascinante e consiglio di leggerla sul bellissimo sito aziendale ( http://www.stmichael.it/history/history.php?h=18 ).

Oggi i soci sono 340, con una superficie vitata totale di 380 ettari, una produzione annua di circa 2,3 milioni di bottiglie, divise tra una trentina di etichette. La produzione è per il 70 % concentrata sui vini bianchi. Sono tre le persone che da anni conducono la cantina: il Presidente Anton Zublasing, il Direttore Günther Neumair e l’enologo Hans Terzer.

Hans è entrato in azienda nel 1977, a soli 21 anni, e fin da subito ha avuto tutte le responsabilità della conduzione enologica della cantina. Proprio per questo credo che si debba dare a lui molto del merito del percorso di crescita di San Michele, premiata nel 2.000 dal Gambero Rosso come “Cantina dell’anno”. Nel 1997 sempre “Il Gambero Rosso” lo inserisce nella lista dei dieci migliori winemaker del mondo. Molte sono state le intuizioni di Hans Terzer in questi quasi quarant’anni: le più importanti credo siano aver compreso prima di altri la grande vocazione del territorio per i vini bianchi, e la tensione continua, quasi maniacale verso la ricerca della qualità: il suo motto più famoso è “La qualità non ammette compromessi”. Ideatore di Spatium Pinot Blanc, è forse il massimo esperto e conoscitore di questo vitigno, su cui lavora da una vita. Ho degustato il Pinot Bianco Sanct Valentin 2014

Alto Adige Pinot Bianco DOC Sanct Valentin 2014

Sanct Valentin è un progetto nato nel 1986: realizzare una linea di vini di alta qualità, utilizzando quelli della Tenuta St. Valentin, i cui proprietari sono soci della cooperativa. L’enorme successo ottenuto porta a decidere di scegliere le migliori uve, vitigno per vitigno, e vinificarle per la linea Sanct Valentin. Il Pinot Bianco fa parte della linea Sanct Valentin dal 2001.

Nel 2014 la produzione è di 15.000 bottiglie, con un tenore alcolico del 14 %. Vendemmia manuale tra fine settembre ed inizio ottobre, con attenta selezione delle uve. La vinificazione è per metà in barrique -tonneaux e per metà in grosse botti di quercia. Dopo poco meno di un anno i due vini sono assemblati e maturano assieme per altri 6 mesi in contenitori d’acciaio.

Nel bicchiere è di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, piace per l’estrema delicatezza e raffinatezza sia al naso sia alla beva. Prevalgono le note fruttate di mela, pera e melone, accompagnate da nuvole di spezie dolci. Un vino setoso, avvolgente, fresco, al contempo elegante ed energico, sapido e minerale, con un ottimo potenziale d’invecchiamento.

Prezzo in enoteca: 20 – 22 Euro

Cantina Terlano – Terlano (BZ)

Nel 1893 24 piccoli viticoltori si unirono e fondarono la cantina sociale di Terlano: in quel momento il rapporto tra la produzione di vini rossi e vini bianchi era 4 a 1, ma già si intuiva che erano i vini bianchi quelli su cui costruire il proprio futuro. Oggi il 70 % dei vini prodotti sono bianchi.

Nel 2008 la Cantina ha acquisito per fusione la Cantina di Andriano, mantenendo però entrambi i marchi. La vinificazione viene fatta a Terlano per entrambe le cantine, ma ad Andriano rimane il punto vendita e l’affinamento dei propri vini. Anche le reti di distribuzione e vendita sono differenti.

Diamo qualche numero: i soci di Terlano sono 150 (più gli 80 di Andriano), gli ettari vitati 130 (più i 70 di Andriano), le bottiglie prodotte 1,4 milioni (più gli 0,5 milioni di Andriano). Alcuni soci, 17, si dedicano anche alla produzione di asparagi. Alla guida della cantina sono il Presidente Georg Höller, il Vicepresidente Hansjörg Hafner e l’enologo Rudi Kofler.

La Cantina di Terlano è famosa in tutto il mondo per l’archivio enologico: ricavato a 13 metri di profondità, custodisce circa 100.000 bottiglie di tutte le annate dal 1955 ad oggi, ed alcune ancora più vecchie. Il merito di questa grande intuizione va all’ex cantiniere Sebastian Stocker che cominciò segretamente ad accantonare 500 bottiglie ogni anno per verificare se le sue ipotesi sulla longevità dei vini di Terlano fossero azzeccate. L’archivio è un patrimonio di enorme valore ed importanza, permette degustazioni comparative, studi sull’evoluzione delle tecniche di vinificazione, e molte altre applicazioni. E’ una vera biblioteca storica !

I vini prodotti si dividono in tre linee: si parte dai Classici, poi i Vigneti e le Selezioni. Vi sono poi le Rarità, su cui vale la pena spendere qualche parola: sono vini bianchi invecchiati per almeno 10 anni, ma spesso molto di più, vero manifesto della filosofia della Cantina di Terlano sulla longevità dei vini bianchi. Sono circa 3.300 ogni anno le bottiglie disponibili, ed i vitigni che possono essere utilizzati di volta in volta sono il Pinot bianco, lo Chardonnay ed il Sauvignon Blanc. Non posso dimenticare il vino più importante della cantina: il Terlaner I Grand Cuvée, ottenuto principalmente da Pinot Bianco, a cui si aggiungono quantità variabili di anno in anno di Chardonnay e Sauvignon Blanc. La prima annata è stata il 2011, pochi mesi fa è stata presentato il 2013: è un vino nato per essere posizionato nel segmento di lusso (3.485 bottiglie disponibili nelle rivendite specializzate a circa 160,00 € ) e destinato a competere con i più famosi vini bianchi del mondo.

Nell’ambito di Spatium Pinot Blanc ho assaggiato il Vorberg 2013.

Alto Adige Terlano Pinot Bianco Riserva DOC Vorberg 2013

Pinot Bianco in purezza, da vigneti “davanti al monte” (questo è il significato di Vorberg), ad altezze comprese tra i 450 ed i 900 metri. La prima annata è il 1993, anche se gìà in precedenza si produceva una selezione di Pinot Bianco, senza però dedicarvi un nome ad hoc. Il tenore alcolico delle 55.000 bottiglie prodotte è del 14 %. Vendemmia e selezione delle uve manuale, il 9 settembre 2013, in un’annata favorevole anche per le forti escursioni termiche delle settimane a ridosso della vendemmia. Vinificazione in botti di rovere grandi da 30 hl e successivo affinamento per 12 mesi sui lieviti fini nelle botti di legno tradizionali.

Nel bicchiere si presenta di colore giallo paglierino lucente con delicati riflessi dorati. Il bouquet è complesso, con prevalenza di frutta matura, dalla pesca alla pera, ma soprattutto il melone. Non manca la frutta essiccata e un chè di balsamico. L’ingresso in bocca è decisamente morbido, cremoso, con un’intrigante striatura sapida. Vino di grande persistenza e complessità, molto minerale

Prezzo in enoteca: 22-24 Euro

K. Martini & Sohn – Appiano sulla Strada del Vino, Fraz. Cornaiano (BZ)

Tipica azienda a conduzione familiare, fondata nel 1979 da Gabriel Martini e da suo padre Karl. Essendo entrambi enologi, il papà alla cantina sociale di Colterenzio, il figlio prima alla cantina Pircher a Lana e poi alla cantina sociale di Gries a Bolzano, è stato automatico fondare una loro cantina dopo il pensionamento di Karl. Partiti con 2 ettari di vigneto, l’azienda è cresciuta negli anni fidelizzando molti conferitori d’uva, tanto che oggi vengono prodotte più di 250.000 bottiglie. Nella conduzione dell’azienda, che nel 2013 ha fatto importanti investimenti per ampliare la cantina, ora Gabriel è affiancato dal figlio Lukas, ex giocatore di hockey; anzi, dato che negli ultimi anni è Lukas a seguire vigne e cantina, Gabriel si è concentrato soprattutto sulle vendite. Importante anche il contributo di moglie e figlia di Gabriel, Johanna e Maren. I vini sono divisi in 3 linee, quella base, Classica, quella intermedia, Palladium, e quella di alta gamma, Maturum, dedicata a Moscato Rosa, Chardonnay e Lagrein. Per l’azienda il mercato italiano è molto importante, dato che rappresenta circa il 70 % delle vendite. Mi sono concentrato sul Pinot Bianco della linea Palladium.

Alto Adige Pinot Bianco DOC Palladium 2011

In questo momento è in commercio l’annata 2015, davvero ottima, ma Lukas nella mia visita in cantina ha voluto propormi una verticale a partire dal 2009: non posso quindi fare a meno di spendere qualche parola sull’annata 2011, che ho trovato eccellente. Il sapiente uso del legno, elegante e per nulla invasivo, ha contribuito a dare nerbo e carattere ad un vino che non è ancora arrivato ma che ha ulteriori possibilità evolutive. Nel bicchiere è di colore giallo paglierino con riflessi dorati. Decisi i sentori fruttati di mele, pere, meloni, un tocco di agrumato, ma anche note di fiori di campo, camomilla ed erbe medicinali. In bocca è equilibrato, rotondo, di buona persistenza, con un finale leggermente ammandorlato

Prezzo in enoteca: 14 – 16 Euro

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