MILANO – L’Italia è in recessione tecnica. L’Istat, nelle sue stime preliminiari, ha certificato che il Pil nel quarto trimestre è sceso dello 0,2%, mettendo a segno il secondo calo consecutivo dopo quello del terzo trimestre. Si tratta del peggiore calo trimestrale da cinque anni a questa parte e per trovare un dato simile bisogna tornare al quarto trimestre del 2013, quando il Pil segnò appunto un equivalente -0,2% mentre l’ultima volta in cui il Paese si è trovato in recessione è stato il primo trimestre del 2013.
Nel confronto con il quarto trimestre 2017 il Pil è aumentato dello 0,1%. Si tratta di “un ulteriore abbassamento del tasso di crescita tendenziale” che nel terzo trimestre era pari a +0,6% e nel secondo a +1,2%. Il quarto trimestre del 2018 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017.
La ricaduta sul 2019
Una doccia fredda per l’Italia, visto che l’Istat evidenzia anche che il 2018 lascia un’ereidta pesante per l’anno che verrà. La crescita acquisita per l’anno in corso, quella cioè che si realizzerebbe se tutti i trimestri del 2019 registrassero una variazione del Pil pari a zero, è infatti pari a -0,2%. Un fardello che rende ancora più difficile, se non quasi impossibile, centrare l’obiettivo del +1% di crescita fissato dal governo in occasione dle varo della Manovra.