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Pil, l’Istat conferma: -0,3% nel quarto trimestre. Il 2020 parte in salita

Mar 4, 2020

MILANO – Lo spettro del coronavirus e le sue pesanti ripercussioni sul tessuto produttivo del Paese arrivano su un’economia già in brusca frenata dal finale dello scorso anno. È quanto certificano i dati Istat diffusi oggi, che confermano il calo del Pil dello 0,3% nel quarto trimestre rispetto al precedente quarto di anno comunicato nei dati preliminari, mentre rivedono leggermente al rialzo (da 0 a +0,1%) la crescita tendenziale, cioè rispetto la quarto trimestre 2019.

Il dato che deve più preoccupare però è quello della crescita acquisita, vale a dire quella che si realizzerebbe nel 2020 se tutti e quattro i trimestri fossero a crescita zero. Una sorta di effetto trascinamento che arriva dall’anno precedente. Il dato è previsto in calo dello 0,2%, anche qui confermando le stime preliminare, contribuendo a rendere ancora più difficile la strada per scongiurare una crescita negativa nel 2020.

Nella sua nota di commento l’Istat spiega che “la diminuzione del Pil è stata determinata dalla domanda interna, in particolare dalla variazione delle scorte”. Il dato sulle scorte ha infatti contribuito negativamente per 0,7 punti percentuali al calo congiunturale, nettamente positivo invece il contirbuto della domanda estera (+0,6%) mentre è debolmente in calo quello dei consumi interni (-0,1%).

L’Istat ricorda che si tratta di dati espressi in valori concatenati, corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzato. A riguardo il quarto trimestre del 2019 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2018. Il dato relativo a tutto il 2019 resta +0,3%, come già resto noto l’altro ieri,, visto che i giorni lavorativi sono rimasti invariati.

A livello settoriale, l’Istat evidenzia che nell’ultimo trimestre del 2019 “si registrano andamenti congiunturali negativi sia per il valore aggiunto dell’industria sia per quello dei servizi, diminuiti rispettivamente dell’1,2% e dello 0,1%, mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è cresciuto dell’1,4%”.

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