• 5 Gennaio 2025 13:39

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Piero Ferrari celebra il padre con un gioiello unico al mondo

Gen 3, 2025

“È il battito animale. Batte come non ce n’è. E ha c’ha un tiro micidiale. Che ti prende, che ti porta via con sé”: le parole di Raf sembrano scritte apposta per decantare la natura selvaggia e affascinante della Ferrari Daytona SP3. L’ultimo capolavoro ricevuto da Piero Ferrari, figlio del Drake, non è solo un’auto, ma un tributo tangibile all’eredità lasciata dal padre. Una celebrazione della passione e dell’innovazione che da sempre definiscono il marchio del Cavallino Rampante.

Un design che racconta una storia

La Daytona SP3 onora il passato illustre della Casa italiana, costellato da innumerevoli trionfi nel motorsport. Stavolta, però, niente Formula 1. È, infatti, un tributo alla vittoria della 24 Ore di Daytona del 1967, una gara senza storia. Parte della rivalità tra le rosse di Maranello e Ford, il Commendatore si prese l’agognata rivincita un anno dopo il dominio americano.

Con una tripletta di inenarrabile bellezza, Ferrari diede prova di valore. Sul massimo gradino del podio salì la 330 P3/4, guidata dai piloti Lorenzo Bandini e Chris Amon. L’eccezionale performance del team permise di occupare anche il secondo e il terzo posto, rispettivamente con una 330 P4 e una 412P. Il trionfo cementò la supremazia del Costruttore nelle gare di durata e contribuì a rafforzarne la leggenda.

Lo spirito di rivincita e perfezione ingegneristica trova oggi nuova vita nella Daytona SP3, reinterpretata secondo i canoni tecnologici ed estetici attuali. Con la livrea blu e bianca, personalmente scelta da Piero Ferrari, il modello rende omaggio ai colori del North American Racing Team (NART).

Sotto il cofano pulsa un motore V12 aspirato da 6.5 litri, capace di sprigionare 850 CV. Estasi allo stato puro. Così il gioiello raggiunge i 100 km/h da fermo in appena 2,85 secondi e supera i 340 km/h. Profondo e ruggente, il suono del cuore pulsante richiama i leggendari bolidi degli anni Sessanta, ma in chiave evoluta. La trasmissione a doppia frizione a sette rapporti consente cambi marci fulminei per un’esperienza viscerale. Ogni curva, ogni rettilineo è un’esplosione di adrenalina, un momento richiamante l’essenza stessa delle corse.

In memoria del padre

Se la potenza è nulla senza controllo, è altrettanto vero che per lasciare traccia del proprio passaggio serve un “abito su misura”. Non se lo fa ripetere due volte la Daytona SP3, le cui linee, fluide e muscolose, richiamano le silhouette dei veicoli racing degli anni Sessanta, mentre dettagli come le prese d’aria scolpite e i camini di estrazione migliorano l’aerodinamica.

Gli interni, altrettanto spettacolari, combinano lusso e sportività: i sedili, rivestiti in pelle rossa, evocano il fascino della storica Ferrari 250 LM; il volante e i comandi, con la loro disposizione ergonomica, esaltano la sensazione di handling. I minimi dettagli, dalla cucitura dei sedili ai materiali utilizzati, sono pensati affinché il guidatore viva emozioni uniche, in cui comfort e performance si fondono armoniosamente.

Possedere una delle 599 Daytona SP3 prodotte significa entrare a far parte di una cerchia ristretta. Non sorprende che grandi nomi come Charles Leclerc, Carlos Sainz e Cristiano Ronaldo l’abbiano aggiunta alle rispettive collezioni personali. Tuttavia, nel caso di Piero Ferrari, ha qualcosa in più da raccontare, oltre al prestigio: è il simbolo di una vita dedicata a onorare e portare avanti l’eredità del padre.

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