AGI – Il nuovo reato che punisce con la reclusione fino a 6 anni chi organizza o partecipa a una rivolta in un carcere con atti di violenza o altre condotte pericolose “riguarda anche le strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti. Non si tratta di una misura manifesto, ma di un intervento per evitare che come accaduto in passato gli ospiti delle strutture vengano indotti ad azioni che hanno messo a repentaglio la loro stessa vita”. Queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.
“È un intervento che non prevede solo un inasprimento delle pene per determinati reati o una sorta di rivisitazione del sistema penale ma è sostanzialmente finalizzato a migliorare l’operatività delle forze di polizia, a tutela del loro delicato lavoro”, ha spiegato ancora il ministro.
“La frontiera marittima è a 12 miglia dalla costa e le nostre strutture di salvataggio intervengono ricorrentemente in acque internazionali, anche di competenza Sar di altri Paesi. Direi anzi che il grosso dei nostri interventi avviene proprio in acque internazionali. Ci atterremo alle indicazioni europee, peraltro arrivate per ora solo in modo informale”, ha aggiunto Piantedosi rispondendo a una domanda sull’attuazione del protocollo Italia-Albania.