• 9 Novembre 2024 17:40

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Peugeot RCZ Instant Classic, la storia di un modello più unico che raro

Lug 23, 2024

Instant classic. Vengono chiamate così le auto che, fin dal loro debutto, presentano caratteristiche tali da renderli potenziali oggetti da collezione destinati ad acquisire valore nel tempo. La definizione calza a pennello sulla Peugeot RCZ, a cui Stellantis dedica un sentito tributo.

Alla sua costituzione, sancita il 1° gennaio 2021, la società si professava come una svolta storica in ambito automotive. Prendere due colossi come Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe per realizzare un’unica entità pareva una scommessa, densa di pro e contro.

Ancora oggi si sentono opinioni contrastanti sull’operazione, tra chi crede sia stata astuta e chi, invece, pensa abbia danneggiato l’economia locale. Uno dei principali vantaggi risiede nelle economie di scala. La condivisione delle risorse consente, infatti, di dare forma a progetti parecchi ambiziosi, ad esempio l’Alfa Romeo 33 Stradale, spettacolare rivisitazione della realtà meneghina.

Con il sold-out registrato ancor prima della presentazione, la supercar ha reso lustro al Biscione. Che da tempo aveva smesso di sfornare gioielli simili. Le ristrettezze economiche, imposte dalla precedente gestione, sono state almeno un po’ accantonate. La ricerca del profitto rimane il grande obiettivo, tuttavia di tanto in tanto arrivano delle sorprese, sotto forma di fuoriserie.

La nuova Ypsilon ha, a sua volta, sancito delle velleità superiori in casa Lancia. Sebbene Peugeot navighi in buone acque, il Leone ha finora adottato un approccio pragmatico, privo di modelli “esagerati” nelle forme e nei motori. E dire che, quando avevano il coraggio di rimboccarsi le maniche, i progettisti francesi hanno saputo riservare delle autentiche meraviglie, come la Peugeot RCZ.

Prototipo bello da togliere il fiato

Svelato al Salone di Francoforte del 2007, il prototipo era bello da togliere il fiato, capace di catturare l’attenzione del pubblico e della stampa. Le linee filanti, il tetto a doppia gobba e l’assetto aggressivo conquistarono la platea, tanto da spingere il brand d’oltralpe a trasformarlo in un esemplare di serie.

Due anni più tardi, al Salone di Francoforte del 2010, la magia divenne realtà. La versione definitiva mantenne le promesse della showcar, manifesto di sportività elegante e raffinata. Non si limitava a essere un mezzo di trasporto, bensì trascendeva in un’opera d’arte: la prima dell’azienda a rinunciare al classico schema con tre cifre e lo zero centrale.

La RCZ seppe distinguersi grazie a un look ricercato, adattamento dei canoni stilistici abituali con una personalità decisa. I passaruota muscolosi, i cerchi prominenti e il tetto a doppia gobba, sinuoso e sensuale, la resero inconfondibile, seducente al primo sguardo. Sotto il cofano, offriva una gamma di propulsori turbo all’altezza del carattere sportivo.

L’estrema RCZ-R

Al lancio, vennero rese disponibili due unità a benzina: un 1.6 THP da 156 CV e un 2.0 THP da 200 CV, entrambi grintosi e reattivi. Meglio il diesel? Ecco il 2.0 HDi da 163 CV. Ciascuna delle motorizzazioni era abbinata a una trasmissione manuale a sei marce, ma alcuni consentivano di scegliere un cambio robotizzato a sei rapporti.

La tiratura limitata, gli allestimenti esclusivi e le performance elevate la elevarono a oggetto dei desideri. Tra le serie speciali più bramate dai collezionisti, ricordiamo la Limited Edition, la Black Yearling e la Asphalt. Nel 2012 venne il momento di evolversi, attraverso un frontale rinnovato e una tavolozza cromata ampliata. Ma la vera, grossa novità arrivò al Salone di Parigi del 2012, nelle sembianze di concept: la RCZ-R.

Spinta da un 1.6 THP da 260 CV, si candidò al titolo di Peugeot stradale più potente di tutti i tempi. La missione venne portata a termine l’anno seguente, al debutto della versione definitiva da 270 CV, capace di performance da brivido: oltre 250 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 5,9 secondi. La produzione della RCZ cessò nel 2015, lasciando un vuoto incolmabile.

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