Il ricordo degli anni ’80 fa ancora brillare gli occhi ad un appassionato di vetture sportive, che in questo periodo vede l’apice dello sviluppo in ambito tecnico e motoristico: alcune Formula 1 avevano più di 1000 cavalli, prototipi per la 24 Ore di Le Mans oltrepassavano i 400 km/h (la WM-P88) e le automobili da rally mettevano a dura prova il coraggio dei loro piloti. Un modello fra i più fortunati e di successo è stato la Peugeot 205 Turbo 16, capace di battere le velocissime Audi e di aggiudicarsi in due occasioni il mondiale rally (nel 1985 e nel 1986), acquisendo così una popolarità che l’eta non è riuscita a scalfire: 30 anni dopo i poster della terribile francesina campeggiano ancora nelle camere di giovani appassionati. Noi l’abbiamo guidata in versione stradale, e ve la raccontiamo nel video del #perchecomprarlaclassic.
Pregi e difetti
La versione stradale della Turbo 16 nasce in accordo al regolamento sportivo dell’epoca, modificato nel 1982 con l’introduzione della categoria Gruppo B, che obbligava le case partecipanti a realizzare almeno 200 esemplari stradali dell’automobile schierata nei rally. Le T16 sono tutte di colore grigio scuro, richiamano la 205 di serie e adottano una base meccanica priva di compromessi: la trazione integrale è sbilanciata a favore delle ruote posteriori (dove arriva il 66% della coppia!), il motore 1.8 sviluppa 200 CV e si trova posizionato dietro l’abitacolo, in senso trasversale, mentre nel cofano anteriore trova posto la ruota di scorta. Il comfort è inesistente e l’abitacolo si trasforma presto in una fornace, perché il motore si trova poco dietro ai sedili. Far scendere la temperatura è in ogni caso molto facile: basta premere l’acceleratore e dare fiato alla grossa turbina del motore…
Quale scegliere
È impossibile sbagliare, perché di T16 ne esiste una sola versione, ma questo è l’esempio in cui la prospettiva si ribalta: tocca all’automobile scegliersi il proprietario. La 205 T16 resta infatti una sportiva minacciosa, ostica, che non concede una seconda possibilità e non tollera alcun errore di guida. Bisogna attendere con pazienza la risposta del turbo (da 3.500 giri) e gestire poi il calcio sulla schiena, che arriva feroce e all’improvviso, mentre il comportamento su strada è sovrasterzante nelle curve veloci e sottosterzante in quelle lente. Per farla andar veloce, insomma, bisogna saperci fare e non aver paura. Il valore sportivo e l’estrema rarità determinano valutazioni molto impegnative, alla portata di un ristretto gruppo di appassionati: la T16 si può trovare anche a 150.000 euro, ma è più facile sentirsi proporre una cifra di 50.000/100.000 euro superiore.