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Lazio, ora sono tutti pazzi di Inzaghi

Ott 16, 2017

Fabrizio Patania

lunedì 16 ottobre 2017 09:42

ROMA – «Ave Simone, Roma è tua» scrivevano ieri sui social. Pazzi di Inzaghi, ma non è più solo un fenomeno da circoscrivere al Grande raccordo anulare per essere entrato nella storia della Lazio. Gioca bene, diverte, entusiasma: Simone, nuovo interprete della scuola italiana nel senso più moderno e sofisticato della tattica, sta stupendo e conquistando tutti.

La platea degli appassionati, i suoi colleghi, la critica, ma anche le mamme e qualsiasi famiglia, perché sul campo e nel lavoro è accompagnato da un tratto distintivo: gli insegnamenti di Marina e Giancarlo, i suoi genitori, l’affetto del fratello Pippo che quando torna a San Nicolò di Piacenza per vedere le partite della Lazio si piazza in mansarda e scende di corsa le scale ad ogni gol per raggiungere suo padre, chiuso davanti alla tv nella sua camera oscura, serrande tirate giù, sigaretta accesa e bicchierino di bargnolino fatto in casa (con le bacche raccolte dall’amico Gianni), e festeggiare con un urlo prima di risalire: «E andiamo!». Nessuna gelosia tra i due fratelli, si vogliono un bene dell’anima, tra qualche anno forse coroneranno il sogno di allenare in coppia. Sono i fratelli Inzaghi, quelli che una volta segnavano gol a grappoli ed entravano nelle case di tutti gli italiani con gli spot televisivi.

Tutto sulla Lazio

COMPLETEZZA – Va la Lazio, non si ferma più, sembra una favola. Simone è stato paragonato a Maestrelli, l’eroe del primo scudetto, perché all’Olimpico porta per la mano in campo suo figlio Lorenzo, 4 anni, dopo ogni partita. E riempie gli occhi e le pagine dei giornali di abbracci. Come al sudatissimo Bastos in fondo alla partita con la Juve perché il suo recupero era stato fondamentale per la difesa, come a Milinkovic per quel gol al Chievo che aveva segnato la prima svolta del campionato. Instaura un sentimento fraterno con i suoi giocatori, è uno di loro, si fa dare del tu ma chiede rispetto, cinico nelle scelte, capace di animare le serate con il gruppo. Piace Simone per la semplicità, la naturalezza, tutto gli viene facile, le mosse tattiche e i rapporti più complicati.

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