AGI – Un genio della matematica russo che rifiutò un premio da un milione di dollari vive da eremita in uno dei tanti grattacieli alla periferia sud di San Pietroburgo, accudendo l’anziana madre gravemente malata. Grigory Yakovlevich Perelman, 57 anni il prossimo 13 giugno, ha scelto di vivere da recluso e da diverso tempo non si hanno più notizie ufficiali, solo qualcosa di frammentario tra passaparola o datati ricordi.
Grishà, che in Russia è diminutivo di Grigory, nativo di Leningrado (oggi San Pietroburgo), figlio di un’insegnante di matematica e di un ingegnere elettronico, papà Yakov, morto tanti anni fa di cancro, è considerato il nono genio vivente. Nel mondo è famoso principalmente per due motivi.
Il primo perché nel 2002 dimostrò la Congettura di Poincaré, uno degli enigmi matematici più difficili nella storia della scienza lasciando a bocca aperta centinaia di scienziati di tutto il mondo che si erano imbattuti da oltre un secolo. Il secondo perché quattro anni dopo rifiutò la ‘Medaglia Fields’, l’equivalente del Premio Nobel per i matematici, e un premio da un milione di dollari (“Grigory non accetterà soldi da persone che non rispetta”, disse successivamente una sua ex insegnante).
Dal 2007, l’asteroide 50033, scoperto dall’astronomo amatoriale svizzero Stefano Sposetti, è intitolato a Perelman. Grigory conduce una vita assolutamente modesta, quasi sull’orlo della povertà, veste trasandato -si dice con gli abiti del padre oppure con vestiti molto probabilmente recuperati nei bidoni della spazzatura – e vive in un vecchio appartamento a Kupchino, quartiere popolare saturo di infrastrutture nei pressi dell’ultima ‘stantsiyà (stazione) della linea blu della metropolitana di San Pietroburgo non distante dall’aeroporto Pulkovo.
Con l’arrivo della primavera la zona è meno grigia, i cespugli sono verdi e fioriscono gli ‘yablonì, gli alberi di melo. Alcuni vicini di casa non lo vedono da diverso tempo, altri dicono che studia tutto il giorno matematica, altri raccontano che in passato lo avevano visto dopo le otto della sera a fare la spesa – solo il necessario, ma nella sua borsa non mancava mai il pollo congelato – che comprava con la pensione della madre malata di Parkinson.
I vicini di casa dicono che Grigory non usa più l’ascensore da quando sua madre, Lyubov Leibovna, ha rischiato di essere scippata e, quindi, preferisce le scale. Da giovane suonava il violino e giocava a tennistavolo ma l’amore per la matematica è stato molto più forte. Si dice che Perelman non apra la porta a nessuno, né ai vicini né a suoi tanti ammiratori che vorrebbero mettersi in contatto con lui.
I dirimpettai hanno raccontato che ci sono stati “solo saluti di circostanza, più per cortesia, niente di più, nessuna conoscenza, nessuna domanda e la cosa più importante è che non ci sono conflitti di vicinato”. Perelman non rilascia interviste da tempo. Anzi, gli esperti hanno sollevato alcune perplessità sull’autenticità delle (poche) interviste rilasciate in passato perché il ‘vero’ Perelman non avrebbe commesso errori matematici. Dubbi, pero’, rimasti tali perché dal matematico non sono mai arrivate smentite o conferme. In Russia i suoi insegnanti, sin dalle prime classi, restarono sbalorditi dai discorsi logici con un alto livello di alfabetizzazione e dal liceo ‘Grisha’ venne trasferito in una scuola di fisica e matematica. Vinse più di una volta le Olimpiadi di matematica dell’Urss e nel 1982 anche quelle internazionali a Budapest. Si iscrisse alla facoltà di Meccanica e Matematica all’Università Statale di Leningrado. Negli anni ’90, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, ‘Grishà lavoro’ in diverse università americane. Aveva colpito come si nutriva, quasi esclusivamente di pane, latte e formaggio. Quando un membro del comitato per le assunzioni della Stanford University chiese a Grigory il suo curriculum, lui rispose, “se conoscete il mio lavoro, non avete bisogno del mio curriculum”. Dopo alcuni anni trascorsi a capire come risolvere il rompicapo teorema di Poincarè, capì che il sogno americano non gli piaceva e lo scienziato russo e ritorno in patria. Perelman in Russia continuo’ a lavorare in un istituto scientifico ma poi si rese conto che la sua passione richiedeva un completo isolamento, lascio’ il lavoro ed interruppe quasi completamente ogni legame con i suoi colleghi.
Grigory ha una sorella, Elena Perelman, matematica anche lei ma nota con il suo nome d’arte, Elena Nahum Leroy. Dal 2005 al 2006 è stata ricercatrice presso il Karolinska-Institut di Stoccolma nel campo della biostatistica. Nel 2009 si è trasferita a Vancouver. Nella metropoli canadese ha aperto una scuola d’arte per bambini e adulti, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a migliorare la vita delle persone affette da autismo e disturbi mentali attraverso l’arte, l’interazione e il sostegno della comunità.