• 26 Novembre 2024 12:55

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Perchè, per chi tifa Toro, il 16 maggio non è una data come le altre

Mag 16, 2023

AGI – Per il tifosi del Torino quella del 16 maggio è una data particolare, da segnare con l’evidenziatore: esattamente 47 anni fa i granata conquistavano il loro settimo e ultimo scudetto (al di là di quello revocato nel 1927 per il quale si attende da tempo una pronuncia della Figc). Era il primo tricolore dopo la tragedia di Superga e si pensava potesse essere il primo di un’altra lunga serie, come lo fu quella inanellata dagli Invincibili. E invece no. L’anno dopo, i granata arrivarono secondi a 50 punti (sui 60 in palio, la serie A, all’epoca, era a sedici squadre e la vittoria era premiata con i due punti). Vinse, invece, la Juventus che raggiunse quota 51 e per il Torino fu una specie di choc dal quale non si riprese praticamente più. Da quel maggio 1976 il Toro ha smesso di trionfare in campionato e la sua bacheca si è arricchita di pochissimi trofei. E nemmeno i 18 anni dell’attuale gestione Cairo, in barba a ogni pronostico della vigilia, hanno regalato indimenticabili soddisfazioni. Più delusioni che gioie, insomma. Per i vecchi cuori granata, dunque, è inevitabile tornare con la mente ai festeggiamenti di 47 anni fa, scattati grazie ai due punti di vantaggio sui bianconeri sconfitti a Perugia 1-0, e recitare a memoria, tipo preghierina della sera che sa tanto di consolazione, gli undici ‘eroi’ che scesero in campo quel giorno conquistando il titolo di campioni d’Italia: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. Allenatore, Luigi Radice. 

 

AGI – Per il tifosi del Torino quella del 16 maggio è una data particolare, da segnare con l’evidenziatore: esattamente 47 anni fa i granata conquistavano il loro settimo e ultimo scudetto (al di là di quello revocato nel 1927 per il quale si attende da tempo una pronuncia della Figc). Era il primo tricolore dopo la tragedia di Superga e si pensava potesse essere il primo di un’altra lunga serie, come lo fu quella inanellata dagli Invincibili. E invece no. L’anno dopo, i granata arrivarono secondi a 50 punti (sui 60 in palio, la serie A, all’epoca, era a sedici squadre e la vittoria era premiata con i due punti). Vinse, invece, la Juventus che raggiunse quota 51 e per il Torino fu una specie di choc dal quale non si riprese praticamente più. Da quel maggio 1976 il Toro ha smesso di trionfare in campionato e la sua bacheca si è arricchita di pochissimi trofei. E nemmeno i 18 anni dell’attuale gestione Cairo, in barba a ogni pronostico della vigilia, hanno regalato indimenticabili soddisfazioni. Più delusioni che gioie, insomma. Per i vecchi cuori granata, dunque, è inevitabile tornare con la mente ai festeggiamenti di 47 anni fa, scattati grazie ai due punti di vantaggio sui bianconeri sconfitti a Perugia 1-0, e recitare a memoria, tipo preghierina della sera che sa tanto di consolazione, gli undici ‘eroi’ che scesero in campo quel giorno conquistando il titolo di campioni d’Italia: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. Allenatore, Luigi Radice.   

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