• 3 Marzo 2025 19:14

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Perché Napoli è invasa da auto con targhe polacche

Mar 3, 2025

A Napoli, più che in qualsiasi altra città italiana, le auto con targhe polacche e bulgare sono ovunque. Basta scendere in strada per vederle: berline di lusso, SUV, ma anche utilitarie e scooter. Perché? Il motivo è semplice: costano meno. Assicurazione, bollo, multe… con una targa dell’Est Europa, tutto si alleggerisce.

Antonio, che ha scelto questa strada, lo dice con nonchalance: “L’assicurazione costa meno di un terzo e non c’è nulla di male”. Vincenzo, invece, abbassa la voce: “Così non pago le multe”. E poi c’è Gennaro, che, nell’inchiesta di Panorama, chiude il discorso in napoletano stretto: “Qui ‘o fanno tutt’. E io chi songo, ‘o scemo d’o paese?”.

Ecco spiegata l’invasione delle targhe straniere nel capoluogo campano. Secondo i dati, in Italia ci sono circa 50.000 veicoli immatricolati in Polonia o Bulgaria. Ma Napoli batte ogni record: si stima che siano almeno 35.000. In pratica, una macchina su venti gira con una targa dell’Est.

Come funziona il trucco

Il sistema è tanto semplice quanto efficace. Un’auto immatricolata in Italia viene cancellata dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e poi re-immatricolata in Polonia o Bulgaria. Ma invece di venderla davvero, il proprietario la cede a una società di leasing fittizia e poi la “noleggia” a sé stesso. Così la macchina torna in Italia con una targa straniera e può circolare indisturbata. In teoria, tutto questo è legale, a patto che il veicolo sia registrato al Registro dei Veicoli Esteri (Reve), introdotto nel 2022. Basta un contratto con timbri polacchi e bulgari, e nessuno può contestare nulla.

Il costo per mettere in piedi tutto il sistema? Circa 800 euro il primo anno, poi si scende a 400-500 euro. Il risparmio, però, è evidente. Perché proprio Napoli? L’assicurazione, più di tutto. Qui ci sono le tariffe più alte d’Italia: una polizza Rc Auto qui costa in media 1.127 euro, quasi il doppio rispetto alla media nazionale di 644 euro. A Varsavia e Sofia, invece, si paga meno della metà. Chi ha trovato il sistema delle targhe estere non ci ha pensato due volte.

Ma il vantaggio non è solo economico. Se prendi una multa, spesso la notifica non arriva mai. In teoria, compete al Reve garantire che il proprietario del mezzo sia rintracciabile. Nella pratica, la burocrazia italiana è lenta, le risposte dalle società di leasing polacche e bulgare ancora di più. E così, la maggior parte delle sanzioni resta lettera morta.

Un rischio per tutti

Oltre all’evasione di bollo e multe, c’è un altro problema: le coperture assicurative spesso sono inesistenti. In alcuni casi, le società che forniscono queste polizze sono addirittura inesistenti o fallite da tempo. Chi si ritrova coinvolto in un incidente con un’auto targata all’estero spesso si scontra con un problema serio: il risarcimento può diventare un miraggio. Tra compagnie assicurative poco trasparenti e burocrazia lenta, ottenere giustizia diventa un’impresa.

Il governo aveva fissato un limite di 60 giorni per chi guidava veicoli immatricolati all’estero. Tre anni dopo la Corte di Giustizia Europea l’ha, però, cancellata, violando il principio di libera circolazione nell’UE. Oggi il problema torna sul tavolo con una nuova stretta. Dal 1° gennaio 2024, chi vive stabilmente in Italia potrà utilizzare un’auto con targa straniera solo per tre mesi. Dopo questo periodo, sarà obbligatorio immatricolarla in Italia. Chi non rispetta la norma rischia una multa fino a 1.600 euro e il blocco del veicolo. Il fenomeno ha i giorni contati?

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