• 25 Novembre 2024 19:53

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Perché gli atleti italiani sono (quasi) tutti nelle forze dell’ordine

Lug 29, 2023

AGI – Nati in alcuni casi agli albori del secolo scorso come evoluzione della forma addestrativa dei soldati, oggi le atlete e gli atleti dei gruppi sportivi militari sono un’immensa fucina di storici trionfi e meravigliose imprese per lo sport italiano sempre più ai vertici a livello mondiale. In Italia i gruppi sportivi militari sono otto. 

Le quattro forze armate hanno il corrispettivo centro sportivo:

Centro Sportivo Esercito (Esercito Italiano),
Centri sportivi agonistici della Marina Militare (Marina Militare),
Centro Sportivo Aeronautica Militare (Aeronautica Militare)
Centro Sportivo Carabinieri (Arma dei Carabinieri).

Le forze di polizia hanno i seguenti gruppi sportivi:

Fiamme Oro (Polizia di Stato),
Fiamme Gialle (Guardia di Finanza),
Fiamme Azzurre (Corpo di Polizia Penitenziaria) 
Fiamme Rosse (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).

Gli atleti che erano stati arruolati nella Forestale sono transitati nei Carabinieri. Ad oggi nelle società sportive militari militano circa 1.200 tra atlete e atleti.

I gruppi sportivi militari in Italia hanno negli anni creato un sistema organizzativo e di preparazione d’eccellenza che viene invidiato in tutto il mondo dove 139 Nazioni aderiscono al Consiglio Internazionale dello Sport Militare (Cism). A livello europeo molto forte è la presenza in Germania e Francia ma anche Austria e Paesi dell’Est, nel mondo in Cina e in Russia. L’Oceania non ha aderisce al Cism.

Il ‘caso Mosca’

Lo status di ‘atleta militare’ nel 1980 non consentì a diversi forti atleti azzurri di partecipare alle Olimpiadi di Mosca a seguito del boicottaggio dell’Occidente. Gli atleti italiani non militari – venne dato il via libera di partire per l’allora capitale sovietica solo poche settimane prima dell’evento – parteciparono sotto i colori neutrali, ovvero la bandiera del Comitato Olimpico Internazionali. 

Nelle prime edizioni delle Olimpiadi nella squadra italiana erano presenti atleti dell’Esercito italiano, della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Ai Giochi di Londra del 1908 l’Italia vinse una medaglia d’oro nella lotta greco-romana con Enrico Porro che era un marinaio del cacciatorpediniere ‘Castelfidardo’ della Regia Marina.

Nel nuovo secolo i centri e gruppi sportivi militari hanno avuto un’ulteriore trasformazione a conferma del grande sostegno allo sport nazionali. Nel corso degli anni dalla forma addestrativa – i militari correvano, saltavano, lanciavano – si è passati a un allargamento degli sport che non erano proprio addestrativi, come la ginnastica artistica, il pattinaggio su ghiaccio, il tiro con l’arco o il curling.

Un sostegno non solo economico

Se fino ai primi anni 2000 i gruppi sportivi militari erano un fondamentale sostegno economico per gli atleti nella pratica dell’attività sportiva, ora i centri sportivi militari sono diventati anche centri tecnici di eccellenza dove si allenano squadre Nazionali e di club. Ci sono progetti di attività promozionale nelle scuole – le Fiamme Gialle sono state le prime a entrare nelle scuole e a ‘cercare’ tra i banchi atleti che poi hanno vinto anche medaglie olimpiche – e di attività giovanile strutturata. 

Gli esempi sono la sezione giovanile ‘Gaetano Simoni’ delle Fiamme Gialle ma quelle dei Carabinieri e Fiamme Oro. Le società militari negli anni hanno inglobato anche atlete e atleti del settore paralimpico, alcuni rimasti vittime di atti di terrorismo. È il caso del caporal maggiore capo Monica Contrafatto, amputata della gamba destra in Afghanistan e poi plurimedagliata a Mondiali e Paralimpiadi.

I gruppi sportivi militari si sono affermati a dare un forte aiuto al Coni e alle federazioni nell’organizzazione degli eventi sportivi, sia assoluti che giovanili. Tra le società militari sono particolarmente sentiti i Campionati italiani dove l’atleta gareggia e rappresenta il gruppo o il corpo. Nell’atletica leggera quando i Campionati societari erano aperti anche ai ‘militari’ c’era sempre una grande rivalità tra Fiamme Gialle (18 scudetti maschili), Fiamme Azzurre, Fiamme Oro (12) e Carabinieri. 

I carabinieri

Dai gruppi sportivi sono passati il 90% degli atleti più famosi della storia italiana. Indimenticato lo sciatore Alberto Tomba che per meriti sportivi dopo gli ori olimpici è arrivato fino al grado di maresciallo dell’Arma dei Carabinieri (successivamente si è congedato). Sempre dell’Arma era anche Raimondo D’Inzeo, pluricampione olimpico (Roma 1960) e mondiale d’equitazione. Luogotenente dei carabinieri è Armin Zoeggeler, il ‘mito’ dello slittino su pista artificiale capace di vincere ben sei medaglie olimpiche. Tutti i grandi campioni dello slittino azzurro, sin dai tempi di Walter Plaikner negli anni ’70, facevano parte dei Carabinieri.

I finanzieri

Presenti in tanti sport sia estivi che invernali anche i finanzieri. Tra i tanti nomi che hanno portato in alto le Fiamme Gialle, la sciatrice Isolde Kostner, una delle prime donne a entrare nel corpo, Domenico Fioravanti, primo oro olimpico del nuoto italiano (Sydney 2000), Giuseppe Gibilisco, oro mondiale del salto con l’asta, Tania Cagnotto, prima medaglia olimpica e mondiale al femminile nei tuffi, oppure Arianna Fontana, la fuoriclasse dello short track (Cagnotto e Fontana, ora sono congedate).

I poliziotti

Nelle Fiamme Oro, dove hanno militato anche Livio Berruti, oro olimpico dei 200 metri ai Giochi di Roma ’60, il nuotatore Carlo Pedersoli (meglio conosciuto come Bud Spencer) ed il motociclista Loris Capirossi, spiccano il campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs e la plurititolata del fioretto , nonché già ministro dello Sport, Valentina Vezzali.

Ma non solo. Nel gruppo sportivo della Polizia di Stato anche le colleghe schermitrici della Vezzali, Bebe Vio ed Elisa Di Francisca, il pattinatore Enrico Fabris, il ‘Re’ delle Olimpiadi di Torino 2006 nella pista lunga, gli ori olimpici di Tokyo 2020 nell’atletica Gianmarco Tamberi (alto; in passato era stato arruolato nelle Fiamme Gialle) e Massimo Stano, nello sci nordico Federico Pellegrino e la ginnastica Sofia Raffaeli.

L’esercito e le altre armi

Costituito qualche mese prima dell’edizione di Roma delle Olimpiadi (1960), il Centro Sportivo Esercito ingloba una serie di sport anche non olimpici ma che fanno parte dell’addestramento del corpo, quali il paracadutismo e winter triathlon.

Tra i grandi campioni, Marco Albarello, plurimedagliato olimpico e mondiale nello sci nordico, la sciatrice Marta Bassino, Diana Bacosi plruimedagliata olimpica del tiro a volo, Michela Moioli, oro olimpico nello snowboard, e Fabio Basile, oro a cinque cerchi nel judo.

Nelle Fiamme Azzurre, tanti atleti nel ciclismo, atletica leggera, sport del ghiaccio (su tutti Carolina Kostner) e lo sciabolatore Aldo Montano. L’atleta più rappresentativo delle Fiamme Rosse è stato senza dubbio il plurimedagliato olimpico nella ginnastica, Jury Chechi.

AGI – Nati in alcuni casi agli albori del secolo scorso come evoluzione della forma addestrativa dei soldati, oggi le atlete e gli atleti dei gruppi sportivi militari sono un’immensa fucina di storici trionfi e meravigliose imprese per lo sport italiano sempre più ai vertici a livello mondiale. In Italia i gruppi sportivi militari sono otto. 
Le quattro forze armate hanno il corrispettivo centro sportivo:
Centro Sportivo Esercito (Esercito Italiano),
Centri sportivi agonistici della Marina Militare (Marina Militare),
Centro Sportivo Aeronautica Militare (Aeronautica Militare)
Centro Sportivo Carabinieri (Arma dei Carabinieri).
Le forze di polizia hanno i seguenti gruppi sportivi:
Fiamme Oro (Polizia di Stato),
Fiamme Gialle (Guardia di Finanza),
Fiamme Azzurre (Corpo di Polizia Penitenziaria) 
Fiamme Rosse (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).
Gli atleti che erano stati arruolati nella Forestale sono transitati nei Carabinieri. Ad oggi nelle società sportive militari militano circa 1.200 tra atlete e atleti.
I gruppi sportivi militari in Italia hanno negli anni creato un sistema organizzativo e di preparazione d’eccellenza che viene invidiato in tutto il mondo dove 139 Nazioni aderiscono al Consiglio Internazionale dello Sport Militare (Cism). A livello europeo molto forte è la presenza in Germania e Francia ma anche Austria e Paesi dell’Est, nel mondo in Cina e in Russia. L’Oceania non ha aderisce al Cism.
Il ‘caso Mosca’
Lo status di ‘atleta militare’ nel 1980 non consentì a diversi forti atleti azzurri di partecipare alle Olimpiadi di Mosca a seguito del boicottaggio dell’Occidente. Gli atleti italiani non militari – venne dato il via libera di partire per l’allora capitale sovietica solo poche settimane prima dell’evento – parteciparono sotto i colori neutrali, ovvero la bandiera del Comitato Olimpico Internazionali. 
Nelle prime edizioni delle Olimpiadi nella squadra italiana erano presenti atleti dell’Esercito italiano, della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Ai Giochi di Londra del 1908 l’Italia vinse una medaglia d’oro nella lotta greco-romana con Enrico Porro che era un marinaio del cacciatorpediniere ‘Castelfidardo’ della Regia Marina.
Nel nuovo secolo i centri e gruppi sportivi militari hanno avuto un’ulteriore trasformazione a conferma del grande sostegno allo sport nazionali. Nel corso degli anni dalla forma addestrativa – i militari correvano, saltavano, lanciavano – si è passati a un allargamento degli sport che non erano proprio addestrativi, come la ginnastica artistica, il pattinaggio su ghiaccio, il tiro con l’arco o il curling.
Un sostegno non solo economico
Se fino ai primi anni 2000 i gruppi sportivi militari erano un fondamentale sostegno economico per gli atleti nella pratica dell’attività sportiva, ora i centri sportivi militari sono diventati anche centri tecnici di eccellenza dove si allenano squadre Nazionali e di club. Ci sono progetti di attività promozionale nelle scuole – le Fiamme Gialle sono state le prime a entrare nelle scuole e a ‘cercare’ tra i banchi atleti che poi hanno vinto anche medaglie olimpiche – e di attività giovanile strutturata. 
Gli esempi sono la sezione giovanile ‘Gaetano Simoni’ delle Fiamme Gialle ma quelle dei Carabinieri e Fiamme Oro. Le società militari negli anni hanno inglobato anche atlete e atleti del settore paralimpico, alcuni rimasti vittime di atti di terrorismo. È il caso del caporal maggiore capo Monica Contrafatto, amputata della gamba destra in Afghanistan e poi plurimedagliata a Mondiali e Paralimpiadi.
I gruppi sportivi militari si sono affermati a dare un forte aiuto al Coni e alle federazioni nell’organizzazione degli eventi sportivi, sia assoluti che giovanili. Tra le società militari sono particolarmente sentiti i Campionati italiani dove l’atleta gareggia e rappresenta il gruppo o il corpo. Nell’atletica leggera quando i Campionati societari erano aperti anche ai ‘militari’ c’era sempre una grande rivalità tra Fiamme Gialle (18 scudetti maschili), Fiamme Azzurre, Fiamme Oro (12) e Carabinieri. 
I carabinieri
Dai gruppi sportivi sono passati il 90% degli atleti più famosi della storia italiana. Indimenticato lo sciatore Alberto Tomba che per meriti sportivi dopo gli ori olimpici è arrivato fino al grado di maresciallo dell’Arma dei Carabinieri (successivamente si è congedato). Sempre dell’Arma era anche Raimondo D’Inzeo, pluricampione olimpico (Roma 1960) e mondiale d’equitazione. Luogotenente dei carabinieri è Armin Zoeggeler, il ‘mito’ dello slittino su pista artificiale capace di vincere ben sei medaglie olimpiche. Tutti i grandi campioni dello slittino azzurro, sin dai tempi di Walter Plaikner negli anni ’70, facevano parte dei Carabinieri.
I finanzieri
Presenti in tanti sport sia estivi che invernali anche i finanzieri. Tra i tanti nomi che hanno portato in alto le Fiamme Gialle, la sciatrice Isolde Kostner, una delle prime donne a entrare nel corpo, Domenico Fioravanti, primo oro olimpico del nuoto italiano (Sydney 2000), Giuseppe Gibilisco, oro mondiale del salto con l’asta, Tania Cagnotto, prima medaglia olimpica e mondiale al femminile nei tuffi, oppure Arianna Fontana, la fuoriclasse dello short track (Cagnotto e Fontana, ora sono congedate).
I poliziotti
Nelle Fiamme Oro, dove hanno militato anche Livio Berruti, oro olimpico dei 200 metri ai Giochi di Roma ’60, il nuotatore Carlo Pedersoli (meglio conosciuto come Bud Spencer) ed il motociclista Loris Capirossi, spiccano il campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs e la plurititolata del fioretto , nonché già ministro dello Sport, Valentina Vezzali.
Ma non solo. Nel gruppo sportivo della Polizia di Stato anche le colleghe schermitrici della Vezzali, Bebe Vio ed Elisa Di Francisca, il pattinatore Enrico Fabris, il ‘Re’ delle Olimpiadi di Torino 2006 nella pista lunga, gli ori olimpici di Tokyo 2020 nell’atletica Gianmarco Tamberi (alto; in passato era stato arruolato nelle Fiamme Gialle) e Massimo Stano, nello sci nordico Federico Pellegrino e la ginnastica Sofia Raffaeli.
L’esercito e le altre armi
Costituito qualche mese prima dell’edizione di Roma delle Olimpiadi (1960), il Centro Sportivo Esercito ingloba una serie di sport anche non olimpici ma che fanno parte dell’addestramento del corpo, quali il paracadutismo e winter triathlon.
Tra i grandi campioni, Marco Albarello, plurimedagliato olimpico e mondiale nello sci nordico, la sciatrice Marta Bassino, Diana Bacosi plruimedagliata olimpica del tiro a volo, Michela Moioli, oro olimpico nello snowboard, e Fabio Basile, oro a cinque cerchi nel judo.
Nelle Fiamme Azzurre, tanti atleti nel ciclismo, atletica leggera, sport del ghiaccio (su tutti Carolina Kostner) e lo sciabolatore Aldo Montano. L’atleta più rappresentativo delle Fiamme Rosse è stato senza dubbio il plurimedagliato olimpico nella ginnastica, Jury Chechi.

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