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Perché Autostrade è in sciopero nel weekend dell’esodo

Ago 2, 2019

manutenzioni e investimenti

di Maurizio Caprino

2 agosto 2019


Sciopero autostrade durante l’esodo estivo, ecco che cosa può succedere

4′ di lettura

Tutti si aspettavano un accordo e invece c’è stata la rottura. Le trattative sul rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti autostradali si sono interrotte la sera del 31 luglio, causando la conferma dello sciopero proclamato per domenica 4 e lunedì 5 agosto. Il punto di rottura è sulla garanzia del posto di lavoro. Un segno dei tempi: prima del crollo del Ponte Morandi, il problema non si poneva. Ora le regole sono cambiate.

Il punto di rottura

Negli ultimi giorni le trattative si sono complicate, anche perché le due associazioni di categoria che rappresentano le società autostradali (Federreti, che rappresenta quelle riconducibili ai Benetton, e Acap-Fipe) non hanno tenuto una linea comune e hanno comunque detto no alla richiesta di clausola sociale. Cioè di garantire gli attuali posti di lavoro anche nel caso in cui all’attuale gestore ne subentri un altro.

Non è un caso che questo sia diventato un fronte caldo: mentre finora le concessioni in scadenza venivano quasi sempre prorogate (rischiando anche procedure di infrazione Ue), attualmente, fra subentri in corso e concessioni scadute da rinnovare, ci sono tre situazioni aperte (Autobrennero, Autovie Venete e Sam). Ci sarebbe anche quella del principale gestore, Autostrade per l’Italia, minacciato di revoca per il crollo del Ponte Morandi (ma questa ipotesi ha perso consistenza negli ultimi mesi). E per il futuro gli avvicendamenti tra gestori potrebbero diventare la normalità: sono state appena varate regole per favorire i subentri.

Subentri più facili (in teoria)

Il Cipe e il ministero delle Infrastrutture hanno varato una disciplina per evitare che le scadenze delle concessioni siano solo teoriche. Per capire la questione, va ricordato che per anni i gestori si sono fatti autorizzare nuove opere – anche di dubbia utilità e realizzabilità – non molto tempo prima della scadenza della nuova concessione. Una prassi che di rado ha trovato forti opposizioni nel ministero delle Infrastrutture e aveva lo scopo di ottenere il diritto di farsi indennizzare la quota di nuove opere non ammortizzata.

In pratica, un eventuale nuovo gestore che vinca la gara per subentrare al vecchio dovrebbe riconoscere a quest’ultimo un indennizzo di subentro. Ciò scoraggia altri gestori che volessero subentrare e lo Stato dal mettere a gara le concessioni in scadenza. Quindi, di fatto, ha fruttato ai gestori proroghe esplicite o di fatto delle loro concessioni e quindi dei loro diritti a incassare i pedaggi (ottenendo non di rado anche aumenti).

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