• 26 Novembre 2024 17:36

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Per trovare lavoro gli italiani si affidano ancora a parenti e amici

Mar 16, 2023

AGI – Nella media del 2022, dopo la forte riduzione del 2020 e la crescita contenuta nel 2021, il numero di occupati aumenta di oltre mezzo milione di unità (+545 mila, +2,4%), tornando ai livelli del 2019. Lo comunica l’Istat sottolineando che il primo semestre dell’anno registra la crescita più marcata (+791 mila, +3,6%) cui segue, a ritmi più che dimezzati, quella del secondo semestre (+300 mila, +1,3%).

Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 60,1% (+1,9 punti percentuali in un anno), superando di 1,1 punti il livello del 2019. Nel 2022 si registra anche una forte diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-339 mila, -14,3%), nonostante sia in leggero aumento quello di chi cerca lavoro da almeno un anno: l’incidenza di questi ultimi sul totale dei disoccupati sale al 57,3% (+0,5 punti in un anno).

Il tasso di disoccupazione scende all’8,1% (-1,4 punti rispetto al 2021) e risulta inferiore di 1,8 punti a quello del 2019. La crescita dell’occupazione ha riguardato sia i dipendenti – a termine (+147 mila, +5,1%) e a tempo indeterminato (+346 mila, +2,4%) – sia, con minore intensità, gli indipendenti (+52 mila, +1,1% – Prospetto 14) e ha coinvolto sostanzialmente il lavoro a tempo pieno (+536 mila), essendo rimasto quasi stabile il numero degli occupati a tempo parziale (+9 mila).

Nel IV trim. gli occupati aumentano (+120 mila, +0,5%) rispetto al trim. precedente e su base annua (+353 mila, +1,5%); nel 2022 aumentano di oltre mezzo milione di unità (+545 mila, +2,4%) rispetto all’anno precedente #istat https://t.co/lxJgZuKafA pic.twitter.com/0YhwRM5eBB

— Istat (@istat_it)
March 15, 2023

Come si trova lavoro in Italia

Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa, sebbene in calo (75,5%, -0,4 punti); risultano invece in crescita alcune azioni di ricerca più formali, come l’invio di domande/curriculum (65,0%, +0,9 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (29,5%, +1,2 punti), l’aver contattato una agenzia di lavoro interinale (20,0%, +1,9%), e soprattutto l’aver sostenuto un colloquio o una selezione di lavoro (25,6%, +5,8 punti) e l’essersi rivolto al Centro pubblico per l’impiego (22,3%, +4,4 punti).

Gli inattivi

Nel 2022 il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il secondo anno consecutivo (-484 mila, -3,6% in un anno, per effetto del calo delle forze di lavoro potenziali (-596 mila, -19,4%), la componente più vicina al mercato del lavoro; risultano infatti in aumento gli inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare (+112 mila, +1,1%).

Diminuisce il numero di scoraggiati (-86 mila, -7,6%), così come quello di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-71 mila, -10,4%) e, soprattutto, di chi è in attesa di tornare al proprio lavoro (-239 mila, -48,9%). Peraltro, tra gli inattivi di 15-64 anni si riduce il numero delle persone in cassa integrazione guadagni da più di tre mesi che si attesta a 18 mila unità (lo 0,1% del totale inattivi di 15-64 anni) rispetto ai 173 mila del 2021 (l’1,3% del totale). Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 34,5% (-1,1 punti rispetto al 2021), rimanendo di poco superiore al periodo pre-pandemia (era 34,3% nel 2019).

I divari di genere

Tornano ad aumentare, nel 2022, i divari di genere: tra gli uomini il tasso di occupazione aumenta di più (+2,1 punti rispetto a +1,7 punti le donne) e quello di disoccupazione presenta un calo maggiore (-1,6 e -1,3 punti, rispettivamente); quasi identica è invece la riduzione del tasso di inattività 15-64 anni (-1,0 punti gli uomini e -1,1 punti le donne).

Il tasso di occupazione supera i livelli pre-pandemia per entrambe le componenti di genere, ma la maggiore crescita per gli uomini (+1,2 punti rispetto a +0,9 punti le donne) determina un aumento della differenza tra i due tassi: il gap passa da 17,8 punti del 2019 a 18,1 punti nel 2022. 

Differenze regionali

A livello territoriale, il tasso di occupazione aumenta maggiormente nel Centro (+2,3 punti) rispetto al Nord (+1,7 punti) e al Mezzogiorno (+1,8 punti), mentre quello di disoccupazione diminuisce in maggior misura nelle regioni meridionali (-2,1 punti) in confronto al Centro e al Nord (-1,7 e -0,9 punti, rispettivamente); il calo del tasso di inattivita’ e’ invece simile per territorio.

In tutte le ripartizioni il tasso di occupazione ha superato i valori del 2019: di +0,2 punti nel Nord, +1,2 punti nel Centro e +1,8 punti nel Mezzogiorno, diminuendo gli elevati divari territoriali che rimangono comunque molto consistenti. Il tasso di occupazione nel Nord (68,1%) è di 21,5 punti superiore a quello del Mezzogiorno (46,7%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,3%) è quasi tre volte quello del Nord (5,1%).

La situazione per i giovani e per gli stranieri

Tra i giovani 15-34enni è più marcato sia l’aumento del tasso di occupazione (+2,8 punti rispetto al 2021), sia la diminuzione di quello di disoccupazione (-3,4 punti). Il primo aumenta, con minore intensità, anche per i 35-49enni (+1,8 punti) e per i 50-64enni (+1,5 punti), che registrano anche il calo di quello di disoccupazione (-0,9 e -0,7 punti, rispettivamente).

Il tasso di inattività diminuisce in maniera pressoché analoga per tutte le classi di età (-1,2 punti per i 15-34enni e per i 35-49enni, e -1,1 punti per i 50-64enni). Rispetto al 2019 i giovani, che hanno risentito di più sia della dinamica negativa del 2020 che del ciclo economico positivo degli ultimi due anni, presentano un aumento più sostenuto del tasso di occupazione (+2,0 punti rispetto a +1,4 punti i 35-49enni e +0,7 punti i 50-64enni) e un calo più intenso di quello di disoccupazione (rispettivamente -3,8 punti, -1,6 punti e -0,6 punti).

Nel 2022 gli stranieri mostrano una crescita del tasso di occupazione (+2,8 punti) superiore a quella degli italiani (+1,8 punti) e al contempo una maggiore riduzione del tasso di disoccupazione (-2,4 e -1,3 punti rispettivamente); è invece simile il calo del tasso di inattività 15-64 anni (-1,2 punti e -1,0 punti). Ciononostante, per gli stranieri il tasso di occupazione rimane ancora inferiore a quello del 2019 (-0,5 punti), mentre per gli italiani il valore e’ superiore di 1,3 punti. 

I livelli di istruzione

Riguardo ai livelli di istruzione, tra i diplomati sia la crescita del tasso di occupazione (+2,1 punti rispetto a +1,6 punti di chi ha conseguito un titolo più basso e +1,4 punti dei laureati) sia la riduzione del tasso di inattività 15-64 anni (-1,1 punti rispetto a -0,8 e -0,6 punti) sono più marcate rispetto agli altri livelli di istruzione; la riduzione del tasso di disoccupazione diminuisce, invece, all’aumentare del livello di istruzione (-1,7 punti per i titoli bassi, -1,4 punti per i diplomati e -1,0 punti per i laureati).

Rispetto al 2019, si ampliano i divari per livello di istruzione: il recupero del tasso di occupazione è maggiore tra i laureati (+1,6 punti) rispetto ai diplomati (+0,9 punti) e a chi ha conseguito al massimo la licenza media (+0,5 punti). Il tasso di occupazione tra i laureati (80,6%) è superiore di circa 15 punti a quello dei diplomati (65,8%) ed è quasi doppio rispetto a quello di chi possiede fino alla licenza media (44,6%). Il tasso di disoccupazione sale dal 4,1% tra i laureati, al 7,8% tra i diplomati fino a raggiungere l’11,6% per quanti hanno conseguito un titolo più basso.

Il tasso di occupazione

Nel complesso, dunque, il tasso di occupazione (15-64 anni) nel 2022 è superiore di 1,1 punti a quello del 2019 e il numero di occupati è sostanzialmente lo stesso (-10 mila rispetto alla media 2019); sebbene con intensità diversa, la crescita del tasso si osserva per tutte le principali caratteristiche socio-demografiche, con l’unica eccezione degli stranieri (Figura 23), mentre il numero di occupati, per alcune sotto-popolazioni, è inferiore a quello del 2019. 

Tale andamento dipende dalla riduzione della popolazione in età lavorativa e dalla sua ricomposizione per classe di eta’. Tra il 2019 e il 2022, la popolazione di 15-64 anni è diminuita di 741 mila individui (-1,9%), per effetto del calo dei 35-49enni (-7,3%) e di quello dei 15-34enni (-2,0%); la popolazione di 50-64 anni è invece aumentata (+3,3%).

Anche a seguito delle dinamiche migratorie, la riduzione della popolazione in età lavorativa è stata più accentuata nel Mezzogiorno (-3,7%) rispetto al Centro (-1,5%) e al Nord (-0,8%). Inoltre, il progressivo innalzamento del livello di istruzione si lega al calo degli occupati che hanno conseguito fino alla licenza media e al contestuale aumento del relativo tasso di occupazione.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close