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Peculato e reati fiscali nell’accoglienza dei migranti: ai domiciliari il capo di Svoltare onlus a Parma

Dic 29, 2020

Una inchiesta giudiziaria si abbatte su una delle principali realtà dedicate all’accoglienza dei migranti a Parma, Svoltare onlus.

Nella mattinata odierna, ufficiali di polizia giudiziaria del gruppo della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal tribunale di Parma, nei confronti di una persona indagata per i reati di peculato, malversazione ai danni dello Stato, turbativa d’asta, falso e omessa dichiarazione ai fini Ires e Irap, commessi nel settore dei servizi di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

Nel medesimo provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di liquidità, beni mobili e immobili, fino alla concorrenza dell’importo di quasi 1,4 milioni di euro.

Il provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Parma, Mattia Fiorentini, su richiesta della Procura della Repubblica, ha colpito S.S., quale legale rappresentante della Svoltare Onlus, associazione che aveva ottenuto dalla Prefettura di Parma, attraverso false autodichiarazioni, la gestione del servizio di accoglienza richiedenti asilo fin dal luglio del 2015, anno della sua costituzione, nonché, dal Comune di Parma, la gestione di interventi destinati a favore di persone adulte senza dimora in condizione di grave emarginazione.

Le indagini, avviate nel settembre 2018, scaturiscono da un controllo fiscale svolto nei confronti della Svoltare Onlus, nel corso della quale S.S. esibiva alle Fiamme Gialle una determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna ideologicamente falsa.

Il documento falso era stato formato allo scopo di occultare ai verificatori il fatto che l’ente non possedeva il requisito di iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato, titolo essenziale per poter usufruire dei benefici fiscali delle onlus e per poter contrattare con la pubblica amministrazione.

Pertanto, parallelamente all’attività ispettiva tributaria, veniva avviata una indagine di polizia giudiziaria, coordinata e diretta della Procura della Repubblica di Parma (sostituto procuratore Andrea Bianchi), sviluppata mediante analisi dei flussi finanziari, perquisizioni domiciliari, assunzione di sommarie informazioni testimoniali e riscontri contabili e documentali.

L’attività di polizia economico-finanziaria, condotta con un approccio trasversale e multidisciplinare, ha fatto emergere l’utilizzo di false attestazioni per la partecipazione ai bandi della Prefettura e del Comune di Parma, l’indebita appropriazione di parte dei circa 16 milioni di euro di fondi pubblici così ottenuti, nonché l’omessa presentazione delle dichiarazioni Ires e Irap del 2016, 2017 e 2018. Inoltre, è stata contestato il reato di peculato in quanto S.S., amministratore di sostegno nominato dal Tribunale (e quindi pubblico ufficiale), si è appropriato di consistenti somme di denaro dei soggetti amministrati.

In particolare, nei primi anni di vita dell’associazione, è emerso che S.S, in qualità di amministratore di sostegno di oltre trenta persone, senza alcuna autorizzazione del Giudice tutelare, aveva prelevato dai conti correnti intestati a diversi di loro (di cui aveva la disponibilità in virtù del pubblico ufficio ricoperto) somme per quasi 80mila euro, indebitamente confluite nella casse di Svoltare onlus o, comunque, utilizzate per sostenere spese riferibili all’associazione, con finalità che nulla avevano a che vedere con le necessità degli (ignari) amministrati

Dopo questa prima fase, in cui S.S. ha finanziato l’associazione utilizzando indebitamente i denari delle persone da lui amministrate, Svoltare onlus, negli anni successivi, ha potuto contare sugli ingentissimi introiti derivanti dallo svolgimento del servizio di accoglienza dei migranti e di sostegno a soggetti emarginati, in virtù delle illegittime assegnazioni ottenute sia dalla Prefettura che dal Comune di Parma.

Tuttavia, come emerso dagli accertamenti bancari e contabili, i fondi pubblici elargiti venivano in parte utilizzati o distratti da S.S. per compiere spese estranee alle finalità del servizio per il quale erano stati erogati.

In particolare, sono risultate addebitate all’associazione: spese personali dei soci (lauti pranzi con pregiati vini francesi, prolungati viaggi all’estero, acquisti di costosi capi d’abbigliamento e di smartphone di ultima generazione, trattamenti di bellezza, pagamento utenze domestiche personali e di spese condominiali), titolari di carte prepagate accese sui conti correnti di Svoltare o beneficiari di rimborsi o di pagamenti eseguiti direttamente dall’ente; veri e propri trattamenti stipendiali riconosciuti ai soci, destinatari di accrediti falsamente giustificati come restituzione di prestiti infruttiferi, nonostante tali prestiti, per la maggior parte dei casi, non siano mai stati effettuati; il ripianamento di debiti personali di S.S., dissimulando le uscite attraverso l’annotazione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti all’uopo emesse dal creditore; negli anni successivi al 2015, pagamenti di varia natura in favore dei soggetti amministrati da S.S. ai quali, in tal modo, venivano “restituite”, con fondi pubblici, parte delle risorse loro sottratte durante il primo anno di attività dell’associazione.

Tali condotte, puntualmente ricostruite dagli inquirenti, sono state quantificate in un ammontare complessivo di oltre 240mila euro.

Gli esiti complessivi degli accertamenti hanno consentito di disconoscere la natura giuridica di associazione della Svoltare onlus, la quale è invece da ricondursi ad una vera e propria impresa individuale, gestita secondo criteri di redditività propri di quest’ultima.

Nel primo periodo di operatività, l’associazione, agendo con finalità lucrativa, ha sovente sub-appaltato il servizio di cui era assegnataria ad altra associazione locale, che le fatturava l’importo delle prestazioni ad un costo minore di quello pattuito dalla Svoltare stessa e la Prefettura.

L’associazione, nel corso degli anni, ha compiuto significativi investimenti, di carattere speculativo, sul mercato dei titoli mobiliari ed ha acquistato immobili di rilevante valore.

Svoltare, che ha potuto contare su un numero di dipendenti addirittura superiore a quello dei volontari, ha anche garantito la corresponsione di cospicui benefit aziendali ad alcuni “soci volontari”, tali da conferire loro, di fatto lo status di quadri aziendali.

L’amministrazione della struttura era condotta dal solo S.S. che si comportava come un amministratore delegato monocratico confondendo, peraltro, i conti correnti dell’associazione con quelli personali.

Pertanto l’ente operava come una vera e propria impresa commerciale distribuendo parte dei proventi dell’attività ai propri associati.

Tale modalità di gestione, in violazione delle regole che disciplinano il terzo settore, ha generato il disconoscimento della qualifica di ente non commerciale ed i relativi benefici fiscali previsti per gli enti no profit, con la conseguente riqualificazione dello stesso ad ente commerciale (ai sensi art. 73 e ss. DPR 917/86). Le attività di verifica hanno pertanto consentito di constatare un’evasione fiscale, ai fini Ires e Irap per oltre 1.150.000 euro.

Il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, fino alla concorrenza dell’importo di circa 1,4 miloni, riguarda il blocco della liquidità presente sui rapporti finanziari dell’associazione (ora Cooperativa sociale Svoltare) ed inoltre otto immobili e nove autoveicoli.

L’attività portata a termine, sottolinea la Procura, testimonia ancora una volta la costante attenzione che l’autorità giudiziaria e la Guardia di Finanza pongono nel contrasto ai fenomeni di truffa e frode in danno dell’erario.

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