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Peaky Blinders S04, un passo verso la redenzione

Gen 27, 2018

In ogni storia che si rispetti non c’è delitto senza castigo. Al di là del noto romanzo di Dostoevskij, questa frase è diventata una regola per la narrativa mondiale, laddove uno scrittore non vuole mai soffermarsi sul mero crimine in sé, quanto sulle ripercussioni che esso porta nella vita e nella psiche del criminale di turno. In ambito seriale, l’esempio migliore di questo tipo di nesso tra causa e effetto è forse Breaking Bad, ma questa regola viene ampiamente rispettata anche in altre serie. Oggi è il turno della britannica Peaky Blinders a doversi confrontare con questa immutabile legge.

La famiglia Shelby si è raramente trovata davvero in difficoltà, il loro leader Tommy (Cillian Murphy) ha sempre surclassato i suoi nemici in arguzia e carisma, e permesso alla famiglia di acquisire sempre più potere nell’Inghilterra degli anni ’20. In quest’ultima stagione vediamo però il momento più buio per i gangster di Birmingham, in cui sono costretti ad affrontare le conseguenze delle loro azioni passate, tornate a tormentarli nella figura del clan mafioso italo-americano dei Changretta. Giunto per vendicare la morte del padrino – assassinato dai nostri nella scorsa stagione – il figlio Luca (interpretato dal premio Oscar Adrien Brody) non ha intenzione di rispettare alcuna regola d’onore nella sua personale vendetta, e il suo unico obiettivo è annientare la famiglia rivale.

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La quarta stagione parte col botto, con una premessa potente e allo stesso tempo funzionale nell’approfondire i propri personaggi e la profonda rottura che si portano dietro dagli eventi passati. Nonostante la mossa sconsiderata di Tommy nei confronti della famiglia vista nello scorso finale di stagione si riveli immediatamente una sua ennesima macchinazione, la diffidenza nei suoi confronti è diffusa tra i suoi fratelli e parenti. Nemmeno di fronte all’emergenza dei Changretta hanno la forza di perdonare il loro capo, ed è proprio sulla base di queste insicurezze che il nemico riesce a infiltrarsi e minare la sicurezza degli Shelby.

In tal senso è il personaggio di Polly a risultare il più controverso dell’annata. Dominata da uno stato confusionale e autodistruttivo a seguito dell’esperienza traumatica sulla forca, la donna trasforma la sfiducia e il rancore in una rabbia distruttiva verso il nipote, non riconoscendone più l’autorità come un tempo. Può risultare uno sviluppo forzato del personaggio, se non addirittura snaturato quando arriva (apparentemente) a trattare col nemico faccia a faccia, ma lo show ci ha ormai insegnato a non dare mai nulla per scontato.

Adrien Brody Joins Peaky Blinders Season 4Adrien Brody Joins Peaky Blinders Season 4

Quest’anno in particolare lo show conta uno degli scontri più eccitanti da seguire: il bravissimo Brody crea una perfetta nemesi italiana per il nostro protagonista, che per la prima volta si trova di fronte a un nemico persino più spietato e scaltro. Le scene in cui i due si scontrano sono magnifiche nel ritmo e nella tensione che si percepisce, in uno scontro che mischia strategia e reazioni sanguinarie. La scena dell’inseguimento tra le case popolari è una delle migliori che la serie ci ha regalato, registicamente parlando.

Piccola nota a favore di un altro grande interprete dello show, il camaleontico Tom Hardy nei panni di Alfie Solomons. Il suo ruolo nei panni del banchiere ebreo è sempre stato secondario ma riusciva a rubare l’attenzione della scena anche di fronte agli interpreti più bravi. In questa stagione compare in soli tre episodi, tuttavia riesce ugualmente a stregare con la sua fisicità. La sua uscita di scena, definitiva purtroppo, è forse il punto più intenso di tutta l’annata.

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Del complesso protagonista ne abbiamo già ampiamente parlato in passato ed è inutile ribadire quanto pathos ci metta Murphy nel mettere in scena un personaggio così complesso e stratificato. Tutto continua a ruotare intorno alla sua esperienza post-bellica e sulla sua concezione della vita come un eterno conflitto da cui la sua mente non sembra riuscirà mai a riprendersi. Grazie alla sua nuova fiamma Jessie Eden veniamo inoltre a conoscenza del suo passato filo-comunista, quando ancora era mosso da idealismi, che contrasta fortemente con l’uomo cinico e pieno di cicatrici che è ora.

Il finale della stagione segna l’ennesimo salto temporale per la serie, forse eccessivamente tirato, ma funzionale per rimescolare le carte in tavola per la già annunciata quinta stagione. Per il resto Peaky Blinders resta uno dei prodotti inglesi migliori degli ultimi anni, che mantiene il suo gustoso intrattenimento gangster, ogni anno conquistando una scrittura sempre più matura e coinvolgente.


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