Un lunghissimo minuto, durante il quale Mattia, 14 anni, ha smesso di respirare. Stava giocando a calcio nel centro sportivo Ferruccio Bellè
a Parma dove era in corso una partita fra i Giovanissimi del Cus Parma e i pari età del Salsomaggiore Terme.
Improvvisamente si è accasciato a terra, privo di sensi. Una scena che ne ha riportato alla mente altre, ugualmente drammatiche, avvenute sui campi professionistici riprese dalle televisioni. A Parma la vicenda è stata a lieto fine.
Coincidenza e fortuna, infatti, hanno voluto che su un campo vicino, impegnato in una gara amatoriale, ci fosse Maurizio Taglia, 39medico piacentino che lavora all’ospedale di Cremona.
Il dottore si è precipitato da Mattia: “L’ho trovato non cosciente – ha raccontato – ma aveva polso, respirava. Dopo un minuto è andato improvvisamente in arresto cardio-respiratorio, una situazione brutta che necessitava di un intervento immediato”. Ha iniziato un massaggio cardiaco nel tentativo di rianimarlo.
“Ho chiesto che mi venisse portato un defibrillatore – di cui la struttura sportiva è dotata (ndr) – e di chiamare una ambulanza. Quando mi è stato portato il defibrillatore mi sono reso conto che che il ragazzo non aveva un ritmo defibrillabile, quindi non era consigliata la scarica. Allora ho continuato a massaggiare fino a quando ho potuto utilizzare l’apparecchio. Ho eseguito una scarica, ma ancora non c’era battito. Dopo circa un minuto, improvvisamente, continuando il massaggio, il ragazzo ha ripreso a respirare. Era sempre incosciente, ma aveva polso”.
A quel punto, il giovane calciatore è stato trasportato prima nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore di Parma e poi ricoverato un quello di Cardiologia. Le sue condizioni non destano preoccupazione.
“Non sono un eroe – ha
aggiunto Taglia – il ragazzo è stato molto fortunato che fossi presente e che tanti altri fattori si sono incastrati in maniera positiva. E’ stata un’emozione forte anche per il sottoscritto, perché non ci si abitua mai a questo genere di situazioni. E’ fondamentale rimanere freddi nei frangenti decisivi, ma quando capisci che il peggio è alle spalle, la gioia ti pervade e cogli i motivi per cui consideri questa professione così gratificante”.