• 26 Dicembre 2025 19:08

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Parcheggi occupati, l’aeroporto di Bari trasformato in un cimitero di auto abbandonate

Set 15, 2025

Tra gli stalli silenziosi dell’aeroporto di Bari, c’è una zona che somiglia più a una discarica d’acciaio che a un parcheggio: Alfa 164, Twingo, vecchie Mercedes, tutte lasciate lì a marcire. Lamiere dimenticate, erose dal tempo, testimoniano viaggi interrotti e ritorni mai avvenuti, come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno.

Premesso che non si tratta di un caso isolato, accanto a uno degli scali principali del Sud, l’effetto è ancora più straniante. Il parcheggio – formalmente sotto concessione e non gestito direttamente da Aeroporti di Puglia – ospita una collezione involontaria di vetture dimenticate da anni, tra cui modelli storici del passato su quattro ruote.

Vecchie glorie e relitti

In prima fila troviamo una Alfa Romeo 164, simbolo della borghesia italiana anni ’90, usata perfino dalla polizia di Taipei, una Renault Twingo prima serie, regina urbana dei primi Duemila oggi ridotta a carcassa sbiadita, una Golf, una Mercedes station wagon, e altre ancora. Alcune targhe sono italiane, altre straniere: segno che i proprietari potrebbero essere partiti e mai tornati. Ma dove sono finiti? Qualcuno forse ha detto addio all’Italia, altri potrebbero essere morti, altri ancora semplicemente se ne sono dimenticati.

Dietro ogni auto c’è una storia. Magari drammatica, forse banale. Ma il risultato è lo stesso: uno spazio invaso da relitti che occupano spazio inutilmente, danneggiano l’immagine dell’aeroporto e sollevano interrogativi sulla gestione di situazioni del genere.

Un problema anche burocratico

Rimuovere un’auto abbandonata non è semplice. Serve un iter amministrativo complesso: se il proprietario è deceduto, per legge l’auto può essere ereditata fino alla settima generazione. Questo significa che per avviare la demolizione occorre il consenso di tutti gli eredi, un compito spesso impossibile. In altri casi, serve una procedura di rinuncia alla proprietà o una dichiarazione d’abbandono, che richiede tempo e risorse.

Di conseguenza abbondano vetture malridotte, vuoi per la ruggine o per gli agenti atmosferici, ormai ridotte a semplice fantasma. Tra la ruggine dilagante e i vetri opacizzanti, gli amanti del vintage proveranno un colpo al cuore, eppure rimangono lì, a suscitare la curiosità di passanti o viaggiatori in cerca di un posto libero.

Lo stato di degrado registrato a Bari porta alla mente anche la storia della Mercedes 190 rinvenuta a Sacile, parcheggiata da due anni e mai reclamata da nessuno. Anche lì, la burocrazia ha bloccato qualsiasi intervento. E se volessimo scavare ulteriormente a fondo, noteremmo come lungo la penisola italica episodi del genere sono quasi ordinari, con una moltitudine di parcheggi, sia pubblici sia privati, riempiti di vetture d’epoca e relitti moderni, lasciati marcire senza che nessuno possa (o voglia) toccarli.

Finché mancherà un intervento normativo, questi cimiteri a cielo aperto sono destinati a crescere, un museo involontario della mobilità perduta. E mentre i viaggiatori fanno i conti con parcheggi sempre più pieni e tariffe in aumento, questi scheletri d’acciaio continuano a occupare spazio e memoria, in attesa di una decisione definitiva sul loro destino.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close