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Paralisi sugli esuberi delle partecipate

Nov 26, 2017

Entro gioved prossimo le societ pubbliche dovranno indicare l’elenco dettagliato degli esuberi che hanno individuato nei censimenti dei loro organici. Ma nessuno lo far.

A una manciata di giorni dalla scadenza (prorogata, a va sans dire), manca il solito decreto attuativo, che dovrebbe disciplinare la sorte del personale in eccedenza. Non proprio un dettaglio.

La riforma delle partecipate promette grandi numeri soprattutto poggiando sul taglio delle mini-societ e delle aziende che, lontano dai servizi pubblici, hanno maturato una condizione di perdita strutturale. Sul piano della sostanza economica, per, lo snodo pi strategico quello del personale, scoglio su cui sono inciampati tutti i tentativi passati di riforma. Per questa ragione, i decreti approvati in attuazione della delega avevano previsto un sistema di mobilit che rappresenta un tentativo di soluzione del problema.

In pratica, il meccanismo prevede che le societ pubbliche mettano sotto esame i propri organici, e individuino in modo puntuale il personale in eccesso inserendolo in elenchi regionali. Da quegli elenchi dovrebbero pescare le altre aziende pubbliche, che si vedrebbero bloccare le altre possibilit di assunzione tranne che per professionalit specifiche impossibili da trovare negli elenchi.

La novit importante, perch gli antenati della riforma Madia si erano limitati a indicare ambiziosi tagli alle partecipate senza preoccuparsi di una soluzione per i dipendenti. Ma accanto alla novit si incontra il vizio antico della mancata attuazione.

Attenzione, per: il decreto di Palazzo Chigi, che ha dovuto mettere insieme tre ministeri (Economia, Lavoro e Funzione pubblica) stato preparato, e ha incontrato un paio di mesi fa anche l’intesa di Regioni ed enti locali. Poi sparito, nel viaggio che dovrebbe portarlo in Gazzetta Ufficiale dopo il passaggio in Consiglio di Stato e Corte dei conti. Ma dietro al ritardo non c’ solo il ritmo lento della parabola burocratica che accompagna i decreti all’attuazione.

Nell’attesa dei bolli, il tema tornato nei giorni scorsi al centro di riunioni fra governo e sindacati, intorno a un problema cruciale e irrisolto. La mobilit per elenchi plasmata sul “modello” usato per le Province, ma le aziende non sono enti pubblici: e i sindacati temono il rischio che la dichiarazione di esubero fermi lo stipendio e faccia scattare gli ammortizzatori sociali. Un punto (interrogativo) cruciale, che in attesa di risposte sta determinando la paralisi.

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