1. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo creare un’altra Chiesa affinch le cose possano aggiustarsi? Questo esperimento gi stato fatto ed gi falli to. Solo l’amore e l’obbedienza a nostro Signore Ges Cristo possono indicarci la via giusta. Proviamo perci innanzitutto a comprendere in modo nuovo e in profondit cosa il Signore abbia voluto e voglia da noi.
In primo luogo direi che, se volessimo veramente sintetizzare al massimo il contenuto della fede fondata nella Bibbia, potremmo dire: il Signore ha iniziato con noi una storia d’amore e vuole riassumere in essa l’intera creazione. L’antidoto al male che minaccia noi e il mondo intero ultimamente non pu che consistere nel fatto che ci abbandoniamo a questo amore. Questo il vero antidoto al male. La forza del male nasce dal nostro rifiuto dell’amore a Dio. redento chi si affida all’amore di Dio. Il nostro non essere redenti poggia sull’incapacit di amare Dio. Imparare ad amare Dio dunque la strada per la redenzione degli uomini.
Se ora proviamo a svolgere un po’ pi ampiamente questo contenuto es senziale della Rivelazione di Dio, potremmo dire: il primo fondamentale dono che la fede ci offre consiste nella certezza che Dio esiste. Un mon do senza Dio non pu essere altro che un mondo senza senso. Infatti, da dove proviene tutto quello che ? In ogni caso sarebbe privo di un fondamento spirituale. In qualche modo ci sarebbe e basta, e sarebbe privo di qualsiasi fine e di qualsiasi senso. Non vi sarebbero pi criteri del bene e del male. Dunque avrebbe valore unicamente ci che pi forte. Il potere diviene allora l’unico principio. La verit non conta, anzi in realt non esiste. Solo se le cose hanno un fondamento spirituale, so lo se sono volute e pensate – solo se c’ un Dio creatore che buono e vuole il bene- anche la vita dell’uomo pu avere un senso.
Che Dio ci sia come creatore e misura di tutte le cose, innanzitutto un’esigenza originaria. Ma un Dio che non si manifestasse affatto, che non si facesse riconoscere, resterebbe un’ipotesi e perci non potrebbe determinare la forma della nostra vita. Affinch Dio sia realmente Dio nella creazione consapevole, dobbiamo attenderci che egli si manifesti in una qualche forma. Egli lo ha fatto in molti modi, e in modo decisivo nella chiamata che fu rivolta ad Abramo e diede all’uomo quell’orientamento, nella ricerca di Dio, che supera ogni attesa: Dio di viene creatura egli stesso, parla a noi uomini come uomo.
Cos finalmente la frase Dio diviene davvero una lieta novella, proprio perch pi che conoscenza, perch genera amore ed amore. Rendere gli uomini nuovamente consapevoli di questo, rappresenta il primo e fondamentale compito che il Signore ci assegna.
Una societ nella quale Dio assente – una societ che non lo conosce pi e lo tratta come se non esistesse – una societ che perde il suo criterio. Nel nostro tempo stato coniato il motto della morte di Dio. Quando in una societ Dio muore, essa diviene libera, ci stato assicurato. In verit, la morte di Dio in una societ significa anche la fine della sua libert, perch muore il senso che offre orientamento. E perch viene meno il criterio che ci indica la direzione insegnandoci a distinguere il bene dal male. La societ occidentale una societ nella quale Dio nella sfera pubblica assente e per la quale non ha pi nulla da dire. E per questo una societ nella quale si perde sempre pi il criterio e la misura dell’umano. In alcuni punti, allora, a volte diviene improvvisamente percepibile che divenuto addirittura ovvio quel che male e che distrugge l’uomo. il caso della pedofilia. Teorizzata ancora non tempo fa come del tutto giusta, essa si diffusa sempre pi. E ora, scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli. Che questo potesse diffondersi anche nella Chiesa e tra i sacerdoti deve scuoterci e scandalizzarci in misura particolare.
Come ha potuto la pedofilia raggiungere una dimensione del genere? In ultima analisi il motivo sta nell’assenza di Dio. Anche noi cristiani e sacerdoti preferiamo non parlare di Dio, perch un discorso che non sembra avere utilit pratica. Dopo gli sconvolgimenti della Seconda guerra mondiale, in Germania avevamo adottato la nostra Costituzione dichiarandoci esplicitamente responsabili davanti a Dio come criterio guida. Mezzo secolo dopo non era pi possibile, nella Costituzione euro pea, assumere la responsabilit di fronte a Dio come criterio di misura. Dio viene visto come affare di partito di un piccolo gruppo e non pu pi essere assunto come criterio di misura della comunit nel suo complesso. In quest a decisione si rispecchia la situazione dell’Occidente, nel quale Dio divenuto fatto privato di una minoranza.
Il primo compito che deve scaturire dagli sconvolgimenti morali del nostro tempo consiste nell’iniziare di nuovo noi stessi a vivere di Dio, rivolti a lui e in obbedienza a lui. Soprattutto dobbiamo noi stessi di nuovo imparare a riconoscere Dio come fondamento della nostra vita e non accantonarlo come fosse una parola vuota qualsiasi. Mi resta impresso il monito che il grande teologo Hans Urs von Balthasar verg una volta su uno dei suoi biglietti: dl Dio trino, Padre, Figlio e Spirito Santo: non presupporlo ma anteporlo!. In effetti, anche nella teologia, spesso Dio viene presupposto come fosse un’ovviet, ma concretamente di lui non ci si occupa. Il tema “Dio” appare cos irreale, cos lontano dalle cose che ci occupano. E tuttavia cambia tutto se Dio non lo si presuppone, ma lo si antepone. Se non lo si lascia in qualche modo sullo sfondo ma lo si riconosce come centro del nostro pensare, parlare e agire.
2. Dio divenuto uomo per noi. La creatura uomo gli sta talmente a cuore che egli si unito a essa entrando concretamente nella storia. Parla con noi, vive con noi, soffre con noi e per noi ha preso su di s la morte. Di questo certo parliamo diffusamente nella teologia con un linguaggio e con concetti dotti. Ma proprio cos nasce il pericolo che ci facciamo signori della fede, invece di lasciarci rinnovare e dominare dalla fede.
Consideriamo questo riflettendo su un punto centrale, la celebrazione della Santa Eucaristia. Il nostro rapporto con l’Eucaristia non pu che destare preoccupazione. A ragione il Vaticano II intese mettere di nuovo al centro della vita cristiana e dell’esistenza della Chiesa questo sacra mento della presenza del corpo e del sangue di Cristo, della presenza della sua persona, della sua passione, morte e risurrezione. In parte questa cosa realmente avvenuta e per questo vogliamo di cuore rin graziare il Signore.
Ma largamente dominante un altro atteggiamento: non domina un nuovo profondo rispetto di fronte alla presenza della morte e risurrezione di Cristo, ma un modo di trattare con lui che distrugge la grandezza del mistero. La calante partecipazione alla celebrazione domenicale dell’Eucaristia mostra quanto poco noi cristiani di oggi siamo in grado di valutare la grandezza del dono che consiste nella Sua presenza reale. L’Eucaristia declassata a gesto cerimoniale quando si considera ovvio che le buone maniere esigano che sia distribuita a tutti gli invitati a ra gione della loro appartenenza al parentado, in occasione di feste familiari o eventi come matrimoni e funerali. L’ovviet con la quale in alcuni luoghi i presenti, semplicemente perch tali, ricevono il Santissimo Sacramento mostra come nella Comunione si veda ormai solo un gesto cerimoniale. Se riflettiamo sul da farsi, chiaro che non abbiamo bisogno di un’altra Chiesa inventata da noi. Quel che necessario invece il rinnovamento della fede nella realt di Ges Cristo donata a noi nel Sacramento.
Nei colloqui con le vittime della pedofilia sono divenuto consapevole con sempre maggiore forza di questa necessit. Una giovane ragazza che serviva all’altare come chierichetta mi ha raccontato che il vicario parrocchiale, che era suo superiore visto che lei era chierichetta, introduceva l’abuso sessuale che compiva su di lei con queste parole: Questo il mio corpo che dato per te. evidente che quella ragazza non pu pi ascoltare le parole della consacrazione senza provare terribilmente su di s tutta la sofferenza dell’abuso subto. S, dobbiamo urgentemente implorare il perdono del Signore e soprattutto supplicarlo e pregarlo di insegnare a noi tutti a comprendere nuovamente la grandezza della sua passione, del suo sacrificio. E dobbiamo fare di tutto per proteggere dall’abuso il dono della Santa Eucaristia.
3. Ed ecco infine il mistero della Chiesa. Restano impresse nella memoria le parole con cui ormai quasi cento anni fa Romano Guardini esprimeva la gioiosa speranza che allora si affermava in lui e in molti altri: Un evento di incalcolabile portata iniziato: La Chiesa si risveglia nelle anime. Con questo intendeva dire che la Chiesa non era pi, come prima, semplicemente un apparato che ci si presenta dal di fuori, vissuta e percepita come una specie di ufficio, ma che iniziava ad essere sentita viva nei cuori stessi: non come qualcosa di esteriore ma che ci toccava dal di dentro. Circa mezzo secolo dopo, riflettendo di nuovo su quel processo e guardando a cosa era appena accaduto, fui tentato di capo volgere la frase: La Chiesa muore nelle anime. In effetti oggi la Chiesa viene in gran parte vista solo come una specie di apparato politico. Di fatto, di essa si parla solo utilizzando categorie politiche e questo vale persino per dei vescovi che formulano la loro idea sulla Chiesa di domani in larga misura quasi esclusivamente in termini politici. La crisi causata da molti casi di abuso ad opera di sacerdoti spinge a considerare la Chiesa addirittura come qualcosa di malriuscito che dobbiamo decisa mente prendere in mano noi stessi e formare in modo nuovo. Ma una Chiesa fatta da noi non pu rappresentare alcuna speranza.
Ges stesso ha paragonato la Chiesa a una rete da pesca nella quale stanno pesci buoni e cattivi, essendo Dio stesso colui che alla fine dovr separare gli uni dagli altri. Accanto c’ la parabola della Chiesa come un campo sul quale cresce il buon grano che Dio stesso ha seminato, ma anche la zizzania che un “nemico” di nascosto ha seminato in mezzo al grano. In effetti, la zizzania nel campo di Dio, la Chiesa, salta all’occhio per la sua quantit e anche i pesci cattivi nella rete mostrano la loro forza. Ma il campo resta comunque campo di Dio e la rete rimane rete da pesca di Dio. E in tutti i tempi c’ e ci saranno non solo la zizzania e i pesci cattivi ma anche la semina di Dio e i pesci buoni. Annunciare in egual misura entrambe con forza non falsa apologetica, ma un servizio necessario reso alla verit.
In quest’ambito necessario rimandare a un importante testo della Apocalisse di San Giovanni. Qui il diavolo chiamato accusatore che accusa i nostri fratelli dinanzi a Dio giorno e notte (Ap 12, 10). In questo modo l’Apocalisse riprende un pensiero che sta al centro del racconto che fa da cornice allibro di Giobbe (Gb 1 e 2, 10; 42, 7-16). Qui si narra che il diavolo tenta di screditare la rettitudine e l’integrit di Giobbe come puramente esteriori e superficiali. Si tratta proprio di quello di cui parla l’Apocalisse: il diavolo vuole dimostrare che non ci sono uomini giusti; che tutta la giustizia degli uomini solo una rappresentazione esteriore. Che se la si potesse saggiare di pi, ben presto l’apparenza della giustizia svanirebbe. Il racconto inizia con una disputa fra Dio e il diavolo in cui Dio indicava in Giobbe un vero giusto. Ora sar dunque lui il banco di prova per stabilire chi ha ragione. Togligli quanto possiede – argomenta il diavolo – e vedrai che nulla rester della sua devozione. Dio gli permette questo tentativo dal quale Giobbe esce in modo positivo. Ma il diavolo continua e dice: Pelle per pelle; tutto quanto ha, l’uomo pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e toccalo nell’osso e nella carne e vedrai come ti benedir in faccia (Gb 2, 4s). Cos Dio concede al diavolo una seconda possibilit. Gli permesso anche di stendere la mano su Giobbe. Unicamente gli precluso ucciderlo. Per i cristiani chiaro che quel Giobbe che per tutta l’umanit esemplarmente sta di fronte a Dio Ges Cristo. Nell’Apocalisse, il dramma dell’uomo rappresentato in tutta la sua ampiezza. Al Dio creatore si contrappone il diavolo che scredita l’intera creazione e l’intera umanit. Egli si rivolge non solo a Dio ma soprattutto agli uomini dicendo: Ma guardate cosa ha fatto questo Dio. Apparentemente una creazione buona. In realt nel suo complesso piena di miseria e di schifo. Il denigrare la creazione in realt un denigrare Dio. Il diavolo vuole dimostrare che Dio stesso non buono e vuole allontanarci da lui.
L’attualit di quel che dice l’Apocalisse lampante L’accusa contro Dio oggi si concentra soprattutto nello screditare la sua Chiesa nel suo complesso e cos nell’allontanarci da essa. L’idea di una Chiesa migliore creata da noi stessi in verit una proposta del diavolo con la quale vuole allontanarci dal Dio vivo, servendosi di una logica menzognera nella quale caschiamo sin troppo facilmente. No, anche oggi la Chiesa non consiste solo di pesci cattivi e di zizzania. La Chiesa di Dio c’ an che oggi, e proprio anche oggi essa lo strumento con il quale Dio ci salva. molto importante contrapporre alle menzogne e alle mezze verit del diavolo tutta la verit: s, il peccato e il male nella Chiesa sono. Ma anche oggi c’ pure la Chiesa santa che indistruttibile. Anche oggi ci sono molti uomini che umilmente credono, soffrono e amano e nei quali si mostra a noi il vero Dio, il Dio che ama. Anche oggi Dio ha i suoi testimoni (martyres) nel mondo. Dobbiamo solo essere vigili per vederli e ascoltarli.
Il termine martire tratto dal diritto processuale. Nel processo contro il diavolo, Ges Cristo il primo e autentico testimone di Dio, il primo martire, al quale da allora innumerevoli ne sono seguiti. La Chiesa di oggi come non mai una Chiesa di martiri e cos testimone del Dio vivente. Se con cuore vigile ci guardiamo intorno e siamo in ascolto, ovunque, fra le persone semplici ma anche nelle alte gerarchie della Chiesa, possiamo trovare testimoni che con la loro vita e la loro sofferenza si impegnano per Dio. pigrizia del cuore non volere accorgersi di loro. Fra i compiti grandi e fondamentali del nostro annuncio c’, nel limite delle nostre possibilit, il creare spazi di vita per la fede, e soprattutto il trovarli e il riconoscerli.
Vivo in una casa nella quale una piccola comunit di persone scopre di continuo, nella quotidianit, testimoni cos del Dio vivo, indicandoli an che a me con letizia. Vedere e trovare la Chiesa viva un compito meraviglioso che rafforza noi stessi e che sempre di nuovo ci fa essere lieti della fede.
Alla fine delle mie riflessioni vorrei ringraziare Papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci di continuo la luce di Dio che anche oggi non tramontata. Grazie, Santo Padre!