AGI – “La finanza è uno strumento al servizio del benessere collettivo, e l’euro non fa eccezione: gli obiettivi e le implicazioni della moneta unica vanno ben oltre la sfera monetaria. Il successo dell’euro come valuta di riserva internazionale influenza il ruolo dell’Europa nel panorama economico e finanziario mondiale; incide sulla nostra collocazione geopolitica, sulla nostra autonomia strategica”. Lo ha detto il governatore di Bankitalia Fabio Panetta intervenendo alla conferenza “Ten years with the euro” a Riga. “L’Europa è perfettamente in grado di resistere a shock, anche profondi, se resta unita e reagisce in tempi rapidi, con interventi decisi e politiche appropriate”.
Il numero uno di palazzo Koch ha premesso che “l’area dell’euro è vulnerabile agli shock che frammentano l’economia e i mercati finanziari europei lungo i confini nazionali, soprattutto quando difficoltà di coordinamento intralciano o addirittura impediscono una risposta efficace di politica economica”. “Fu il whatever it takes del Presidente Mario Draghi – ha sottolineato – che invertì la tendenza nei mercati finanziari, rendendo chiaro a tutti che l’euro avrebbe superato quelle tensioni”. Panetta ha ricordato che “il peso dell’euro a livello globale ha registrato un calo significativo durante la crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano, fra il 2009 e il 2015, quando l’area dell’euro e stata colpita da shock asimmetrici affrontati con misure inadeguate”. “In quella fase – ha spiegato – le politiche di bilancio sostennero l’economia per un periodo limitato, per poi orientarsi verso un consolidamento fiscale prociclico attuato mediante interventi non coordinati tra i diversi paesi membri e nel complesso incoerenti con le politiche di bilancio che sarebbero state necessarie per l’economia europea. Il risultato fu un’inutile frammentazione dell’Europa, che fini divisa tra un nucleo centrale e una periferia, generando profonde divergenze economiche, sociali e politiche. Emerse il timore che l’area dell’euro potesse disgregarsi sotto tali pressioni; come era facile prevedere, le politiche procicliche e i messaggi contrastanti delle diverse autorita non bastarono a rassicurare gli investitori”. Fino a quando, ha ricordato, non ci l’intervento dell’azione di Draghi.