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Pamela, a due mesi dal delitto la perizia del Ris scagiona due dei nigeriani indagati

Mar 30, 2018

ROMA – Due mesi dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro si incrina la ricostruzione della scena del delitto fin qui ipotizzata dalle indagini dei carabinieri di Macerata. La relazione depositata in Procura dagli specialisti del Ris con ripetuti sopralluoghi nell’appartamento di via Spalato e sul corpo della ragazza romana esclude che in quella casa fossero presenti Desmond Lucky, 22 anni, e Lucky Awelima, 28 anni, arrestati qualche giorno dopo il principale indiziato del delitto, l’altro nigeriano Innocent Oseghale, 29 anni.

Di loro in quella casa non c’è alcuna traccia e dunque la loro eventuale partecipazione all’omicidio può essere ristretta eventualmente solo all’aiuto che avrebbero potuto dare ad Oseghale per disfarsi del corpo della ragazza rinchiuso in due trolley e abbandonato sul ciglio della strada nei pressi di Pollenza.

Nell’inchiesta è indagato a piede libero anche un quarto nigeriano. Resta il giallo su altre impronte trovate nell’abitazione e non comparabili con alcuno dei soggetti indagati. Il 6 aprile a Roma i Ris inizieranno un altro accertamento irripetibile su una scatola di guanti in lattice già sequestrata nella casa: gli inquirenti, arrivati ai nigeriani in particolare sulla base della tracciatura e ai contatti dei cellulari, cercano la persona che potrebbe aver toccato la scatola prima di smembrare il corpo di Pamela.

La perizia del Ris rende dunque necessaria una nuova ricostruzione della scena del delitto sulla quale, fino ad ora, con diverse posibili responsabilità, gli inquirenti – spinti anche dall’individuazione delle celle telefoniche agganciate dai cellulari degli indagati nel pomeriggio del 29 gennaio – avevano piazzato tutti i nigeriani indagati.

I familiari di Pamela non nascondono la contrarietà per i risultati dell’indagine. Lo zio, l’avvocato Marco Verni, che rappresenta la famiglia nella causa, commenta: “Le nostre forze di polizia, se vogliono, sono tra le migliori al mondo per cui dico a chi ha barbaramente ucciso mia nipote: potete cambiare la vostra ridicola versione dei fatti che io, passo passo, vi smonterò in tribunale. Potrete trovare l’appoggio ipocritamente compassionevole di qualche politicante di turno, magari potrete anche pensare di farla franca, ipotizzando di prendervi gioco dello Stato italiano. Ma ricordate, non esistono delitti perfetti, ma solo investigatori distratti. Io non vi lascerò tregua”.

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