Poco pi di un terzo, appena il 35%. Storicamente una minoranza, la pattuglia delle imprese puntuali nei pagamenti continua a ridursi tornando ai minimi da tre anni, dati che aggiungono un altro tassello al gi ampio ventaglio di segnali negativi in arrivo dalla nostra economia.
Nei dati rilevati da Cribis il primo trimestre del 2019 vede un progressivo scivolamento delle abitudini verso ritardi maggiori: il 6% in pi rispetto all’anno precedente per ritardi oltre i 30 giorni , il 2,5% in pi per quelli contenuti entro il mese. Per converso, i saldi in linea con quanto pattuito si riducono di oltre il 5%.
Dai massimi di fine 2011, quando quasi un’azienda su due riusciva a saldare per tempo, il deterioramento del quadro evidente e anche se i picchi del biennio 2013-2014 (16% di aziende con gravi ritardi) lontano, il livello attuale per i saldi oltre i 30 giorni ancora pi che doppio rispetto ai valori pre-crisi.
Le lungaggini nel saldare i propri debiti rappresentano uno dei primi indicatori di difficolt del sistema, anche se le medie in questo caso sono espressioni di ampie distanze nei comportamenti, sia sotto il profilo geografico che settoriale.
Potendo scegliere una platea di clienti, non c’ dubbio infatti che la preferenza delle aziende andrebbe senza esitazioni alla Lombardia. In termini di puntualit la regione pi virtuosa: quasi un’azienda su due nel territorio salda il proprio debito nei tempi concordati.
Una “vittoria” a mani basse, perch nella top ten delle province pi puntuali si trovano ben sette territori lombardi, con Brescia, Bergamo, Sondrio e Lecco ad occupare i primi quattro posti in graduatoria.
Tassi di puntualit simili alla Lombardia si riscontrano in tutte le regioni del Nord-Est, dall’Emilia Romagna al Veneto; dal Friuli-Venezia Giulia al Trentino-Alto Adige. Meno brillanti invece i risultati a Nord-Ovest, con Piemonte e Val d’Aosta in linea o poco oltre la media nazionale, mentre in Liguria la puntualit si riduce al 31,4%.
Discorso opposto per il Sud, che infatti occupa in modo pervasivo le ultime posizioni in graduatoria: delle dieci province con i ritardi maggiori ben sette si trovano in Sicilia, regione che infatti si pone in coda alla classifica con un tasso di puntualit medio del 17,1%, meno della met rispetto alla media nazionale.
Dopo 2-3 anni di stabilit i ritardi gravi iniziano a salire – spiega l’amministratore delegato di Cribis Marco Preti – e mi pare evidente il legame con il rallentamento dell’economia. Non siamo ancora a livelli patologici ma francamente non mi pare di vedere miglioramenti in arrivo a breve, anzi. Il 2020 sar l’anno spartiacque, vedremo quanta liquidit ci sar sul mercato dopo la fine dell’era dei tassi zero da parte della Bce. Ad ogni modo, la gestione del credito e della cassa resta un tema a cui le aziende devono e dovranno continuare a dedicare la massima attenzione.
Se le complessit geograficamente crescono al Sud, in termini settoriali il commercio al dettaglio ancora una volta l’area in maggiore difficolt. Qui i ritardi gravi raggiungono il massimo, il 17%, ben oltre la media nazionale, mentre a saldare per tempo solo un quarto del campione. Decisamente migliore il quadro della manifattura, che solo nel 7,9% dei casi accusa ritardi oltre i 30 giorni e paga in modo corretto in quattro casi su dieci, con punte ancora superiori per gomma-plastica, macchinari-attrezzature, chimica e lavorazione dei metalli.
Le distanze nelle performance, che verranno esposte insieme all’intera ricerca nell’evento annuale del 17 aprile presso la sede del Sole 24 Ore, sono ampie anche scomponendo il campione sotto il profilo dimensionale, segmentazione che rende evidente l’impatto della diversa forza contrattuale sulle abitudini.
Se infatti solo il 12,5% delle grandi imprese paga per tempo i propri fornitori, la quota sale progressivamente al diminuire della taglia aziendale: dal 24,2% per le medie imprese fino al 36,5% per le micro-realt.
Che tuttavia, come ovvio, considerata la minore robustezza patrimoniale e finanziaria, presentano i tassi pi alti di ritardi gravi, oltre il 12%, quota che invece crolla al 5,2% per le aziende maggiori, in otto casi su dieci abituate a pagare con ritardi contenuti entro i 30 giorni.
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