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P.A.: pronta stretta su furbetti del weekend e assenze di massa

Gen 28, 2017

ROMA – E’ pronta la stretta sui fenomeni di assenteismo anomalo. Il ministero della Pubblica amministrazione sta in questi giorni lavorando a ritmi serrati sul decreto che riformerà il testo unico del pubblico impiego, da presentare per metà febbraio, e un focus sarà dedicato proprio a contrastare i “furbetti” del weekend, che saltano ripetutamente il lunedì e il venerdì, e i casi di assenteismo di massa, ovvero quando si registra un tasso molto più alto del solito che sottende un’organizzazione mirata.

Fenomeni contro i quali, ad oggi, mancano strumenti di contrasto ad hoc. La materia rientrerà sia nel nuovo testo unico – attuativo della riforma Madia, che traccerà la cornice dell’intervento – sia nei rinnovi contrattuali, visto che l’accordo del 30 novembre scorso, tra sindacati e governo, impegna le parti, attraverso una “coerente normativa contrattuale”, a “contrastare fenomeni anomali di assenteismo”. Sarà quindi compito delle parti studiare delle leve che permettano di incentivare atteggiamenti “virtuosi”, legando il tutto a obiettivi di produttività.

Intanto l’Ansa diffonde una mappa dell’assenteismo nella pubblica amministrazione basata sull’elaborazione di dati appena resi disponibili dalla Ragioneria dello Stato. Da cui risulta che sono stati circa 9,2 i giorni di assenza che, in media, ogni dipendente pubblico ha preso nel corso del 2015, in ribasso rispetto al 2014 (9,8). Pressoché stabili restano le giornate, 2,1, che fanno capo alla legge 104 per i lavoratori disabili o per i dipendenti con a carico familiari disabili. E lo stesso vale per i congedi straordinari finalizzati all’assistenza di persone con gravi handicap (1 giorno l’anno).

Scorrendo le altre tipologie di assenza monitorate, emerge un lieve calo per quanto riguarda la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio (da 3,1 giorni si scende a 3). Cala anche quel che rimane fuori, il resto degli altri permessi ed assenze retribuite (da 2,8 a 2,5 giorni). Risulta invece in leggero rialzo la media relativa agli scioperi (da 0,1 a 0,2 giorni).

Per avere il totale delle assenze, così come calcolato dalla Ragioneria generale, bisogna aggiungere alle diverse voci anche le ferie. Ecco che il complesso dei giorni di assenza (tra retribuite e non) nel 2015 è risultato pari ad oltre 126 milioni di giornate, in diminuzione del 4,8% rispetto all’anno precedente (quasi 133 milioni). Certo è calato anche un pò il personale, ma a ritmo decisamente inferiore (-0,1%).

Nel dettaglio, analizzando i diversi settori in cui si divide il pubblico impiego, e focalizzando l’attenzione sulle assenze per malattia, nella scuola, come riportato nel database del conto annuale, le giornate saltate sono state, in media, 7,5 per gli uomini e 9,7 per le donne, nei ministeri 9,9 per i lavoratori e 11,7 per le lavoratrici, nella sanità 8,6 per i dipendenti e 11,6 per le dipendenti.

Il fenomeno nel 2015 mostra un certo attenuamento (le assenze retribuite calano da 18,8 a 17,8), anche se per recuperare lo storico gap con il privato c’è probabilmente ancora strada da fare. L’attenzione del governo sulle assenze, o meglio sulle anomalie in fatto di assenze, è nota. La delega Madia pone le basi per un nuovo sistema di controlli, con il polo unico della medicina fiscale in capo all’Inps, ed è stato già annunciato un intervento per contrastare l’assenteismo.

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