AGI – Il tribunale di Roma ha inflitto condanne per oltre 80 anni di carcere nei confronti di 8 imputati legati al clan Casamonica, riconoscendo l’associazione mafiosa nei confronti dei soggetti a cui veniva contestata dal pm Edoardo De Santis della Direzione distrettuale antimafia di Roma. In particolare, la prima sezione penale ha inflitto – tra gli altri – 25 anni di carcere a Ferruccio Casamonica; 18 anni e 2 mesi a Gelsomina Di Silvio e 17 anni a Giuseppe Casamonica.
Per tre persone è stata invece pronunciata sentenza di assoluzione, tra cui Emanuele Scaramuzzo (in questo caso come chiesto dalla procura, per non aver commesso il fatto). Tra i reati contestati dai magistrati di piazzale Clodio, a vario titolo, c’erano usura ed estorsione. L’inchiesta della Dda, che risale al 2020, era denominata ‘Noi proteggiamo Roma’: “devono far entrare organizzazioni forti a Roma, ecco perchè ce devono distrugge a noi – diceva un indagato al telefono, non sapendo di essere intercettato – noi proteggemo Roma! Devono fa entra’ i napoletani e i calabresi che mangiano. Je da fastidio perchè noi proteggemo Roma”.
Lo scorso 24 novembre la Cassazione aveva confermato l’accusa di associazione mafiosa anche nei confronti di altri 4 indagati dell’inchiesta, che avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato. La posizione di Raffaele Casamonica era stata invece stralciata per motivi legati alla salute. Quest’ultimo e Scaramuzzo sono stati difesi dai penalisti Salvatore e Federico Sciullo: “Un risultato importante, soprattutto considerando che si tratta di una sentenza con condanne esemplari – affermano a margine della lettura del dispositivo che ha visto l’assoluzione del loro assistito – siamo riusciti a chiarire la specifica posizione di Scaramuzzo, chiarendo il profilo soggettivo e dimostrando l’estraneità del nostro assistito ai fatti contestati”.