Una costruzione sociale parziale dei fenomeni di realtà è, sarà efficace? Sarà in grado di responsabilizzare le persone nei prossimi giorni, o mesi a venire, quando comunque si dovranno prendere decisioni su cosa fare per convivere con questo mostro terribile, invisibile, che ha invaso le nostre vite? Sarà in grado il paternalismo di emancipare e responsabilizzare le persone a comportamenti sicuri e corretti fuori dalle mura (rassicuranti?) domestiche?
Il rapporto dell’uomo con la norma
Ultima domanda. Il rapporto dell’uomo con la norma.
Senza un corpus di norme, una società sarebbe impossibile a realizzarsi. Anche le società non umane, come quelle delle scimmie antropomorfe, o dei gatti, che vivono in colonie organizzatissime, ne possiedono.
Un rapporto complesso, difficile, irto di ambivalenze.
Come presentare una norma così restrittiva, che nessuno mai avrebbe pensato, sognato di dover applicare ai cittadini del tuo paese? Qui non parliamo di mafia, di criminalità organizzata, di estorsioni, rapine e omicidi. No. Parliamo di trecento metri per andare a comperare il giornale, una scatola di the.
I difficili panni delle Forze dell’ordine
Penso alle Forze dell’ordine, e mi chiedo come vivano, esse stesse, questo ruolo. Non so. Non ho idea. Ma so che non vorrei essere nei loro, credo difficili, panni.
Assorta in quest’ultima riflessione, sento una macchina sopraggiungere dietro di me.
Un sobbalzo interno, dal profondo, mi fa afferrare la Dichiarazione che porto dentro la borsetta. Li aspettavo. Qualcosa mi aveva detto che sarebbero venuti. Passa la loro auto accanto a me, sfila alla mia destra. Mi oltrepassa.
Forse, a quest’ultima domanda, mi è stata data una, seppur minima, risposta.
Per approfondire:
●Uscire di casa, tra sindrome del prigioniero e Kamchatka
●Colonna sonora per la mia quarantena
●Coronavirus, che succede quando i numeri diventano nomi