AGI – Matteo Salvini e il caso Open Arms: ecco le tappe principali della vicenda iniziata ad agosto 2019 e che ha visto l’ex ministro dell’Interno indagato con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti ufficio per avere impedito alla nave della Ong spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa nell’agosto del 2019: a bordo c’erano 147 migranti, tra cui minori, soccorsi in tre salvataggi e bloccati in mare per 19 giorni.
La vicenda processuale prende avvio nel novembre del 2019 con la richiesta da parte del procuratore della Repubblica di Palermo – sulla scorta delle notizie acquisite dalla procura della Repubblica di Agrigento – al Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Palermo, di procedere con le indagini nei confronti di Salvini in relazione a diverse ipotesi di reato inerenti ai fatti avvenuti nell’agosto dello stesso anno. Si arriva adesso alla sentenza dopo tre anni di processo, per un totale di 24 udienze che hanno visto l’audizione di 45 testimoni.
IL CASO
I fatti:
Tra l’1 e il 2 agosto Open Arms interviene due volte al largo della Libia: 124 le persone salvate, e chiede da subito un porto sicuro in Italia, che viene pero’ negato in forza del cosiddetto decreto sicurezza bis. Nel frattempo, vengono sbarcate 3 persone per motivi di salute. A bordo ne restano 121 persone tra cui 32 minori (28 quelli non accompagnati).
Il 9 agosto i legali di Open Arms depositano un al Tribunale per i minorenni per chiedere lo sbarco immediato e contestualmente presentano una denuncia per verificare se con il blocco a bordo non si stia compiendo un reato.
Il 10 agosto Open Arms salva ulteriori 39 persone, mentre altre ne vengono sbarcate per motivi di salute.
Il 12 agosto il tribunale per i minorenni di Palermo riconosce che si starebbe configurando un reato di respingimento alla frontiera e di espulsione di minori.
Il 13 agosto Open Arms presenta ricorso al Tar del Lazio contro il decreto sicurezza bis.
Il 14 agosto il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso di Open Arms, sospende il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane. La nave della Ong spagnola naviga verso le coste italiane ma non riceve dalle autorita’ l’indicazione del Pos (Porto sicuro).
Il 16 agosto Open Arms presenta alla procura di Agrigento un esposto, stavolta per omissione di atti d’ufficio. Mentre altri naufraghi vengono sbarcate per le precarie condizioni di salute
il 20 agosto il capo della procura di Agrigento Luigi Patronaggio effettua un sopralluogo a bordo della Open Arms. Al termine dispone lo sbarco immediato e il sequestro della nave che qualche ora dopo attracca a Lampedusa. A bordo ci sono 83 migranti. La procura di Agrigento ipotizza il reato di abuso d’ufficio.
Il fascicolo viene trasmesso per competenza alla procura distrettuale di Palermo, competente nelle ipotesi di reato che riguardano i ministri, che a sua volta gira le carte al Tribunale dei ministri del capoluogo siciliano.
A febbraio 2020 il Tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere.
A maggio la Giunta per le immunita’ respinge la richiesta mentre il Senato l’approva.
Ad agosto il fascicolo ritorna a Palermo e la procura, che lo ha ricevuto dal Tribunale dei ministri, formula la richiesta di rinvio a giudizio al gup di Palermo.
IL PROCESSO
SI PARTE
23 ottobre 2021. Inizia il processo a carico di Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso Open Arms. La Corte, presieduta da Roberto Murgia, prende atto della presenza in aula dell’imputato, difeso da Giulia Bongiorno. In aula il procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi, con l’aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Calogero Ferrara e Giorgia Righi.
LE PARTI CIVILI AMMESSE E LA LISTA DELLA PROCURA
Sono 21 le parti civili ammesse dal gup nel corso dell’udienza preliminare, sfociata con il rinvio a giudizio. Oltre ai comuni di Barcellona (Spagna), Palermo ed Emergency e diversi migranti ci sono anche Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps (comandante della nave), Ana Isabel Montes Mier (capo missione Open Arms).
La lista testi della procura: 26 nominativi, tra cui Luciana Lamorgese, L’ambasciatore Maurizio Massari, l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all’epoca vicepresidente del Consiglio.Nella lista testi della Procura – oltre al comandante della Open Arms, Marc Reius Creig e la capa missione, Ana Isabel Montes Mier – anche l’ex premier Giuseppe Conte, e gli ex ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta. E poi, ancora, il prefetto e il questore di Agrigento, Dario Caputo e Rosa Maria Iraci; i prefetti Matteo Piantedosi (capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Paolo Formicola, vicecapo di Gabinetto del Ministero dell’Interno e Emanuela Garroni, vice capo di gabinetto vicario del ministero dell’Interno.
La Difesa chiede, tra le altre cose, l’esame dell’imputato Matteo Salvini. La Parte civile Open Arms chiede l’audizione della star internazionale Richard Gere (salito a bordo il 9 agosto 2019). La procura si oppone, ma la Corte ammette la richiesta. Alla fine, non testimoniera’ mai.
13 maggio 2022. ANNABEL MONTES, CAPO MISSIONE DI OPEN ARMS
“Dopo il secondo salvataggio del 2 agosto 2019, 69 persone che si aggiungevano ai 55 del giorno prima, Malta – ha detto il capomissione di Open Arms, Annabel Montes – ha atteso prima di rispondere negativamente alla nostra richiesta di Pos. L’Italia ci comunica che avrebbe trasmesso la comunicazione alle autorita’ competente”.
Nel frattempo, “stante il no di Malta ha proseguito il capomissione di Open Arms – il porto piu’ vicino era Lampedusa. Durante il tragitto verso Lampedusa abbiamo ricevuto un decreto di interdizione alle quale territoriali italiane, mai violato da parte nostra”
EX MINISTRI – 2 dicembre 2022
Depongono gli ex ministri: “Il Consiglio dei ministri dell’epoca non ha mai affrontato l’argomento sbarchi e ricollocamenti dei richiedenti asilo. Questo argomento – ha detto l’ex titolare delle Infrastrutture, Danilo Toninelli – non e’ mai stato all’ordine del giorno di alcun Consiglio dei ministri, a mia memoria. Non se ne e’ discusso a margine ne’ ufficialmente. Quando la difesa ha affermato, in altre occasioni, che c’erano attese di ore perche’ il presidente del consiglio (Giuseppe Conte, ndr) era riunito con Di Maio, Salvini e Toninelli per discutere di sbarchi e ricollocamenti, viene detta una cosa falsa”.
“Io firmai – ha detto l’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta – il primo decreto che prevedeva il divieto di ingresso in acque territoriali italiane per la nave Open Arms. Lo feci per competenza, in quanto ministro della Difesa cosi’ come il ministro alle Infrastrutture. Per quanto mi riguarda ha deciso il ministro dell’Interno. Mi rifiutai invece di firmare il secondo decreto emesso dal ministero dell’Interno dopo la sospensione del primo da parte del Tar Lazio, perche’ lo ritenevo una reiterazione di un provvedimento gia’ sospeso e perche’ erano trascorsi gia’ diversi giorni e la situazione a bordo della Open Arms era peggiorata”.
L’EX PREMIER – 13 gennaio 2023.
“Non ho mai ricevuto a mia memoria notizia sul rischio di una potenziale presenza di terroristi i di armi a bordo della Open Arms”, ha detto l’ex premier Giuseppe Conte. Ho esercitato una sorta di moral suasion sul Viminale, scrivendo di mio pugno al ministro Salvini in particolare per quanto riguarda la situazione dei minori a bordo della Open Arms”.
16 febbraio 2024. MATTEO PIANTEDOSI
“Non ho mai riferito al ministro Salvini di criticita’ che imponessero lo sbarco. Ne’ ho ricevuto indicazioni in tal senso dal ministro”, assicura il ministro dell’Interno, rispondendo all’avvocata Giulia Buongiorno. In quel periodo Matteo Salvini era ministro dell’Interno e Piantedosi ricopriva la carica di capo di gabinetto del ministro dell’Interno. “Non era Open Arms che decideva a chi chiedere Pos. La nave – aggiunge – non aveva accettato il coordinamento da parte guardia costiera libica. E chiedeva il Pos solo all’Italia pur trovandosi in acque Sar libiche e comunque per quanto riguardava i salvataggi del primo agosto c’era la Tunisia ad essere piu’ vicina e anche Malta. Non poteva essere, per come la vedevamo noi, il soggetto privato che decideva a chi chiedere il Pos”.(
Il caso, ha continuato Piantedosi, “veniva qualificato come fenomeno di immigrazione clandestina ed in questo contesto abbiamo avviato le procedere previste dai decreti ministeriali. Non ho mai riferito al ministro Salvini di criticita’ che imponessero lo sbarco. Ne’ ho ricevuto indicazioni in tal senso dal ministro. Il governo aveva come obiettivo, nell’ottica della redistribuzione dei migranti in territorio europeo, che l’Italia non fosse l’unico porto di sbarco dei flussi di migranti provenienti dal Mediterraneo. Ritenevamo che anche in base al diritto internazionale i paesi di bandiera avrebbero dovuto farsi carico del problema, anche fornendo assistenza”.
PM, CONDANNATE SALVINI A 6 ANNI 14 settembre 2024
“Pensiamo che il dibattimento abbia dimostrato – aveva argomentato la procura nel corso della requisitoria – che almeno dal 14 agosto 2019 sussisteva il chiaro e preciso obbligo del ministro italiano e di nessun altro di rilasciare il Pos. Che tale Pos doveva essere rilasciato senza indugio, non un’ora dopo rispetto al momento in cui era stato richiesto; che il diniego avvenne in intenzionale e consapevole spregio delle regole”. Che dunque “il diniego consapevole e volontario ha leso la liberta’ personale di 147 persone per nessuna, ma proprio per nessuna, apprezzabile ragione. Anche per queste persone chiediamo la condanna dell’imputato, oltre che per difendere i confini del diritto”.
– 18 ottobre 2024.
Via all’arringa di Giulia Buongiorno: punta subito sugli “innumerevoli rifiuti” allo sbarco della Open Arms, cui sarebbero state date “innumerevoli possibilita’ di approdo”. Invece, ha preferito “bighellonare, come hanno detto le autorita’ maltesi, tanto da indurre i migranti a buttarsi in acqua, non per suicidarsi, ma per raggiungere la costa”. Bastava, insomma, dichiarare di “non adattarsi alla convivenza a bordo – accusare insonnia o stress – e si veniva sbarcati. Il 18 agosto Open Arms aveva inoltre ricevuto ordine da autorita’ spagnole di dirigersi in Spagna, ma ha rifiutato”. Inoltre, c’era una “identita’ di vedute tra Conte e Salvini”. Alla fine a impedire lo sbarco sarebbe stata la Open Arms, secondo la difesa di Salvini: “L’Italia era in ginocchio, lo era la guardia costiera. Mrcc aveva chiesto di mandare dei moduli che attestassero il disagio a bordo; al suo rifiuto aveva sollecitato piu’ volte. C’era un ‘varco’ aperto, ma la ong ha ignorato ogni sollecitazione in tal senso. Chi teneva davvero sotto sequestro allora i migranti?”.
LE MINACCE (E LA SCORTA) AI PM
Scorta ai pm del processo per le minacce e insulti ricevuti per mesi, soprattutto dopo la richiesta di condanna per il leader della Lega. La tutela e’ stata assegnata alla sostituta procuratrice Giorgia Righi, dopo l’analoga misura decisa per l’aggiunta Marzia Sabella e il sostituto Calogero Ferrara.