• 10 Marzo 2025 21:37

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Omicidio Muttoni a Valbrembo, fermati due uomini. Hanno confessato

Mar 10, 2025

AGI – Due uomini sono stati fermati dai carabinieri di Bergamo con l’accusa di aver ucciso ieri mattina a Valbrembo Luciano Muttoni. Sono un cittadino italiano residente a Bergamo, classe 2000, con precedenti penali, e il suo presunto complice di origini polacche e di un anno più grande, residente in provincia di Monza Brianza. Il primo fermato ha reso spontanee dichiarazioni ammettendo le proprie responsabilità e fornendo anche indicazioni utili al ritrovamento del suo giubbotto macchiato di sangue, di alcuni documenti sottratti alla vittima e dell’arma del delitto, una pistola scacciacani con cui ha colpito più volte la vittima al capo, oltre ad averla percossa con pugni e calci alla testa, causandole ferite mortali.

Le confessioni dei fermati

Il secondo fermato è stato prelevato questa mattina in una comunità terapeutica in provincia di Monza Brianza, dove svolgeva attività di aiuto educatore, e ha confessato spiegando di aver colpito a morte la vittima perché aveva cercato di reagire a un tentativo di rapina. Nella notte tra sabato e domenica sono state sentite diverse persone nella stazione dei carabinieri di Villa D’Almè, grazie alle quali si è risaliti ai presunti autori dell’omicidio.

Le indagini e le prove chiave

Le indagini si concentrano ora sulle prove chiave, tra cui le dichiarazioni dei fermati e gli elementi raccolti sulla scena del crimine. La confessione del primo fermato, che ha indicato il luogo in cui si trovavano il giubbotto macchiato di sangue e l’arma del delitto, costituisce un elemento cruciale nell’inchiesta. Tuttavia, le autorità stanno valutando ulteriori accertamenti per confermare la dinamica dei fatti e verificare eventuali complicità.

L’impatto sulla comunità

L’omicidio di Luciano Muttoni ha scosso profondamente la comunità di Valbrembo e delle zone limitrofe. La violenza del gesto e le circostanze del delitto hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla prevenzione dei crimini violenti. La dirigente scolastica della scuola frequentata dai ragazzi coinvolti ha convocato un incontro con le famiglie per discutere dell’accaduto e valutare eventuali provvedimenti.

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