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Omicidio Kuciak, la pista che porta alla ‘ndrangheta: tre italiani arrestati

Mar 1, 2018

Per il momento dietro l’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua compagna c’ ufficialmente una pista calabrese. Che possa condurre a legami con la ‘ndrangheta spetter alle autorit slovacche dimostrarlo.

Pochi, infatti, sono stati arrestati, secondo quanto scrive il giornale locale Korzar che ha ripreso a sua volta la notizia dal sito Aktuality.sk: l’imprenditore calabrese Antonino Vadal, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa. La polizia ha fatto irruzione verso le 7 negli appartamenti dell’imprenditore, a Michalovce e a Trebisov, nell’est del Paese, compresa una abitazione collegata ad altri uomini d’affari italiani. Informeremo sulle attivit della polizia durante il giorno, ha detto il portavoce del Presidium delle forze di polizia, Martin Wldl. Secondo quanto si apprende le persone indagate sarebbero una decina.

Kuciak stava indagando sui presunti legami tra famiglie calabresi o in odore di ‘ndrangheta e alcune persone che ruotano intorno a rappresentanti del governo. Ieri, anche per tutelare coloro i quali hanno partecipato attivamente all’inchiesta, il reportage del giornalista, seppure ancora incompleto, stato pubblicato dal suo giornale online Aktuality.sk. La famiglia Vadal sarebbe presente nella Repubblica Slovacca addirittura negli anni Novanta e i suoi affari, attraverso una ragnatela di societ. spazierebbero dall’agricoltura all’energia, passando per il mercato immobiliare. L’ipotesi sulla quale stava lavorando Kuciak che attraverso queste societ e cooperative stesse facendo incetta di fondi europei che qui, come nel resto dei Paese dell’ex blocco sovietico e dell’est Europa, arrivano copiosi.

verosimile che dietro l’omicidio ci siano le famiglie calabresi. ovvio che la ‘ndrangheta capace di fare queste cose, ha detto ieri Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica della Repubblica di Catanzaro intervenendo ai microfoni di “6 su Radio 1”.

La ‘ndrangheta radicata, non infiltrata – ha affermato il magistrato – non solo in tutta Italia ma anche nei Paesi europei come Germania, Svizzera ma anche nell’est europeo: oltre che in Slovacchia anche in Bulgaria e in Romania. La ‘ndrangheta si sta estendendo verso l’Est. Va dove c’ da gestire potere e denaro e dove ci sono opportunit. Le mafie stanno acquistando latifondi per piantare vigneti, per piantare colture, il cui fine quello di arrivare ai contributi europei. Un fenomeno che accade in Italia ma anche fuori. Il dramma che l’Europa non attrezzata sul piano normativo a contrastare le mafie, in particolare la ‘ndrangheta. In Europa da decenni non c’ la percezione dell’esistenza della mafia, prova ne che gli stati europei non vogliono attrezzarsi sul piano normativo come l’Italia. Ancora stanno discutendo se inserire nel loro ordinamento l’associazione a delinquere di stampo mafioso. L’Europa dovrebbe omologare i codici penale e di procedura penale partendo dal sistema italiano, ma non quello detentivo che non funziona in Italia. Quando si parla di Procura europea la mia paura che si vada all’omologazione al ribasso, perderemmo un secolo di antimafia. Grider fino a perdere la voce contro un’omologazione al ribasso.

r.galullo@ilsole24ore.com

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