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Oggi al Senato si vota sulla TAV – Il Post

Ago 7, 2019

Mercoledì mattina il Senato voterà sei mozioni sulla TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Torino e Lione, e alla cui costruzione si oppone notoriamente da anni il Movimento 5 Stelle, il partito più votato alle ultime elezioni politiche e quindi più rappresentato in Parlamento. Una di queste mozioni, la più importante, è stata presentata proprio dal M5S, e chiede che il Parlamento voti per bloccare l’opera: con ogni probabilità vi si opporranno quasi tutti gli altri partiti. Le mozioni non sono vincolanti: hanno solo un significato politico. Le decisioni sulla TAV vengono prese dal governo.

La Lega è tra i più convinti sostenitori della necessità di completare la TAV, decisa da un trattato internazionale con la Francia e per la quale l’Italia ha già speso diverse centinaia di milioni di euro. La Lega voterà quindi contro la mozione del M5S, così come tutti o quasi i senatori del Partito Democratico, tutta Forza Italia, Fratelli d’Italia e parte del gruppo misto. Salvo sorprese inaspettate, la mozione sarà quindi respinta. Dovrebbero invece essere approvate le quattro mozioni a favore della TAV, presentate da Forza Italia, FdI, da Emma Bonino e dal PD. L’ultima mozione, contraria all’opera, è stata presentata da Loredana De Petris di Liberi e Uguali.

Secondo i giornali, nel PD c’è anche chi vorrebbe che i senatori uscissero dall’aula durante il voto sulla mozione del M5S, per mettere la Lega in minoranza e farle perdere il voto, spaccando la maggioranza e auspicando che questo provochi una crisi di governo. Ma servirebbe che facesse lo stesso anche Forza Italia, cosa improbabile, e sembra che al momento la linea del PD sia di votare a favore della TAV, coerentemente con quanto sostenuto negli ultimi anni, anche se il voto avrà l’effetto collaterale di fare un favore alla Lega.

Concretamente, quindi, la giornata al Senato non dovrebbe riservare sorprese: l’Aula voterà a favore della prosecuzione dei lavori sulla TAV, come era ormai diventato evidente nelle ultime settimane, quando anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva chiarito che l’Italia non si poteva più tirare indietro. La Lega dichiarerà vittoria, così come il PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che insisteranno sulle divisioni del governo; il M5S sarà lo sconfitto del giorno, ma potrà almeno chiudere la questione TAV una volta per tutte.

Il M5S, infatti, negli anni ha investito una parte importante del suo impegno politico sull’opposizione alla TAV, e ora si ritrova costretto – da principale forza parlamentare e di governo – a concedere l’approvazione definitiva ai lavori. Da questo punto di vista, il passaggio parlamentare gli permette di provare a limitare i danni e togliersi dall’imbarazzo. La mozione del M5S non è rivolta al governo – evitando di enfatizzarne le divisioni – ma al Parlamento, e chiede che le camere blocchino i lavori sulla base delle «gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale ed ambientale, evidenziate nel corso degli anni da numerosi studi e ricerche». Dopo la probabile bocciatura della mozione, il M5S potrà dire di aver votato coerentemente con le proprie posizioni, senza tradimenti, e di essere stato semplicemente battuto in Parlamento dalle altre forze politiche. La TAV andrebbe avanti ma il M5S potrebbe dire che la decisione è stata del Parlamento e non del governo.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli è stato l’esponente del M5S più esposto contro la TAV, e ora la sua posizione sembra precaria. Toninelli è notoriamente uno dei ministri più criticati del governo, da molti considerato inadeguato al suo ruolo: da qualche tempo Salvini lo sta attaccando con una certa insistenza, e il suo nome è il più presente ogni volta che i giornali scrivono – e lo fanno da mesi – di un possibile “rimpasto” di governo. Soltanto ieri Salvini ha detto che «Toninelli non mi sembra all’altezza di gestire le infrastrutture di un paese bello ma difficile come l’Italia».

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