I pazienti in cura con la cannabis temono di mettersi al volante. Dal 14 dicembre rischiano sanzioni esemplari, con il nuovo Codice della Strada: multe fino a 6.000 euro, sospensione della patente per due anni e arresto fino a un anno. È sufficiente risultare positivi al test per il THC, anche senza segni di stato di alterazione alla guida.
Class action in vista
La crescente preoccupazione si è trasformata in un’azione concreta: l’invio di una diffida formale al Governo, sottoscritta dagli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti, con la quale viene chiesta l’apertura di un Tavolo tecnico entro il 20 gennaio, in cui stabilire deroghe chiare, riservate a chi usa farmaci a base di THC e CBD. Senza una risposta concreta, si preannuncia una class action per danni fisici e morali.
Inviata in data 23 dicembre agli uffici ministeriali tramite PEC con pieno valore legale, la diffida mira a tutelare le principali associazioni: Pazienti Cannabis Medica, Canapa Caffè, Associazione Tutela Pazienti Cannabis Medica APS ETS, Cannabis social club di Bolzano, Meglio Legale, Canapa Sativa Italia, Deep Green, Cannabis Medical Center, THC Milano The Hemp Club, Seminiamoprincipi, Cannabis medical center e Ornella Muti Hemp Club, CFU-Italia, Carlo Therapy, Cannabis Cura Sicilia, Tutela Pazienti Cannabis Medica, Associazione Pazienti Cannabis Medica Aps. Dietro le istanze ci sono migliaia di pazienti in condizioni critiche: oncologici, affetti da sclerosi multipla, dolori cronici, glaucoma, disturbi del sonno, ansia o depressione, e con gravi disabilità fisiche o verbali.
Durante la revisione del nuovo Codice della Strada, Salvini aveva dichiarato di aver avviato consultazioni con le “Associazioni di categorie maggiormente rappresentative”. Questa fase, descritta a pag. 109 del Disegno di Legge n. 1435, aveva lo scopo di individuare le principali criticità nell’applicazione della normativa. Tuttavia, pare che i rappresentanti dei pazienti in cura con cannabis terapeutica non siano stati ascoltati.
Dunque, il 7 dicembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato la creazione di un Tavolo tecnico per discutere dell’argomento. Sebbene l’iniziativa sia sembrata un passo verso il dialogo, è emerso che un organismo simile esisteva già dal 2021. Infine, il 16 dicembre, a seguito delle polemiche, l’esecutivo ha smentito il divieto assoluto di guida ai pazienti in terapia con cannabis. La rassicurazione non trova, però, riscontri nella legge, che non prevede strumenti specifici per una “valutazione caso per caso”.
Patema d’animo
In nome delle associazioni, lo studio legale Miglio-Simonetti sottolinea “il patema d’animo sofferto dai pazienti, cagionato dalla paura di guidare la macchina”, non solo di natura emotiva, ma una “concreta ed attuale limitazione alla loro libertà di movimento per motivi di lavoro, di studio, di relazione, di cura”.
Oltre a segnalare le difficoltà burocratiche, la situazione riflette l’abbandono percepito dai pazienti. L’ultima riunione del Tavolo tecnico risale al 25 maggio 2022. In questo periodo di inattività, i pazienti sono stati lasciati soli, costretti ad arrangiarsi con mezzi propri. Lo ricorda chiaramente Carlo Monaco: “Persone malate, anche disabili e in carrozzina, venivano a Roma da tutta Italia con i loro soldi e per aiutarli a risparmiare li ospitavo a casa mia – non certo un hotel – quando potevo. Come al solito, noi pazienti ci aiutiamo e ci arrangiamo”. È necessario un intervento urgente.